La stagione 1990 è stata molto entusiasmante e si è lottato fino all’ultimo Gp tra la McLaren – Honda guidata da Ayton Senna e la Ferrari di Alain Prost. Entrambi i mondiali sono stati vinti dalla McLaren, ma il margine rispetto alla concorrenza si è ridotto di molto.
La Ferrari, in questa stagione, ottiene lo stesso numero di vittorie della McLaren e perde il mondiale Piloti e Costruttori per pochissimi punti.
La stagione a livello tecnico è stata molto interessante: in Ferrari, Barnard va via, ed arrivano come progettisti Steve Nichols e Enrique Scalbroni. Allo sviluppo dei mototi ci lavora Jean-Jacques His che in precedenza lavorava presso la Renault.
La Ferrari è azionata dal motore 036, un V12 con testata a 5 valvole per cilindro che mantiene un alesaggio di 84 e una corsa di 52,6 mm, come la versione dell’anno precedente, che arriva ad erogare una potenza superiore ai 670 CV ad un regime di 13.000 giri/min.
La Williams schiera la FW13B, azionata dal motore Renault RS2, progettato dall’equipe di tecnici guidata da
Bernard Dudot.Questo motore è caratterizzato dalle bancate di cilindri inclinate tra loro di 67°, ha un alesaggio di 90 mm e una corsa di 54,9 mm ed eroga una potenza di 660 CV a un regime di 13.000 giri/min. A differenza del modello precedente che impiegava due cinghie dentate, in questo caso la distribuzione è comandata mediente ingranaggi.
Il motore francese è l’unico nel circus ad impiegare molle pneumatiche per il richiamo delle valcole, ma data la progressiva corsa a regimi sempre più elevati , gli altri Costruttori (Honda, Ferrari, Ford, ecc) non tarderanno ad accorgersi dei vantaggi offerti da questa soluzione, che nel giro di poche stagioni sarà adottata da tutti.