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Analisi Gp.Singapore: Analisi dell’ing. Benzing

Come ogni martedì, è possibile leggere, grazie alla collaborazione di questo blog con quello di Benny Casadei Lucchi, l’analisi del Gp di Singapore curata dall’Ing. Benzing.

L’intera analisi del G. P. di Singapore è condizionata, anzi, fortemente condizionata dal ruolo giocato dalle gomme, in termini eccessivi di sofficità, tanto da considerare che è venuto il momento di chiedere alla Fia-Tv la proibizione, in futuro, dei salti di categoria, come in questo caso, da “super-soft” a “medium”. È sempre tecnica, si dirà. Sì, ma entro limiti accettabili, mentre in questo caso, in una distesa oceanica di riccioli di burro nero, emblema di una civiltà dello spreco, si è andati troppo oltre. Rinfacciatelo all’ineffabile “duo” Ecclestone-Hembery, che guarda solo al “thrilling”, al ribaltone e allo spettacolo da baraccone, con corsa sui carboni accesi. Così, un noto ingegnere di un “top-team”, amico di vecchia data, mi ha assicurato, via e-mail, che la ricerca delle configurazioni e degli assetti è stata “roba da esaurimento nervoso”. Gli ingegneri della Rbr si sono trovati con pneumatici perfettamente adatti alle sofisticate geometrie delle loro sospensioni, dopo molti segreti a loro evidentemente svelati (incontro monzese Newey-Horner-Hembery sul tema 2014), dopo una prima metà di stagione disastrosa per Milton Keynes. Gli ingegneri della Ferrari hanno preso un grande rischio (fortunatamente a lieto fine), con la precipitosa decisione di far compiere il secondo “pit-stop” ad Alonso dopo soli 25 giri, sfruttando un intervento di una “Safety Car” alquanto precoce. Idem per gli ingegneri della Fintalotus, pronti all’azzardo, con un Raikkonen nella disperazione. Gli ingegneri della British-Mercedes, invece, attenti a non commettere imprudenze, hanno perso pragmaticamente la battaglia, per rispettare le percorrenze in “medium”, secondo i loro limiti. E vi pare che si possa correre un gran premio in tali condizioni, sapendo della negatività delle tre soste e ritrovandosi in ambito di favoritismi, contro quella equità nella competizione da un secolo vigente, con un Vettel che ha battuto Alonso per cinque secondi a Monza e per oltre mezzo minuto – una enormità – in questa inaccettabile contesa [continua].

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Pubblicato da
Redazione FUnoAT