Come ogni settimana, è possibile leggere, grazie alla collaborazione di questo blog con quello di Benny Casadei Lucchi, l’analisi del Gp di Giappone curata dall’Ing. Benzing.
G. P. del Giappone – Gli ultimi stratagemmi tecnici della Rbr con gli sforzi di trazione non hanno sortito, nel G. P. del Giappone, gli stessi, sconvolgenti effetti delle due gare precedenti, pur con una indiscussa affermazione, a livelli velocistici più elevati. Colpa della conformazione della pista e di taluni inconvenienti della vigilia con il Kers, che Vettel sembra sfruttare più proficuamente, lasciando a Webber la diversificazione della configurazione aerodinamica, meno gravosa e strategicamente ideale per un comprensibile favore al prossimo campione 2013. L’occasione, tuttavia, è stata propizia a chiarimenti e conferme importanti, nell’analisi dell’intero scorcio di stagione, a partire dal G. P. dl Belgio, lungo le due direttive dei differenti tipi di circuito affrontati. Le prime spiegazioni sono giunte in seguito a una mezza frase di Adrian Newey (per comodità, chiamiamolo semplicemente “A.N.”), il plurilaureato e celebrato genio della Rbr, responsabile del “dernier cri” della Formula 1 a rapporti accorciati. In sintesi, quella frase di “A.N.” diceva che non tutti i tracciati gli consentono di ottenere il massimo dalle sue configurazioni. Ad esempio, Corea meno di Singapore o Monza meno di Francorchamps. E, all’analisi delle prestazioni, il punto critico rimane sempre quello del distanziamento dei rapporti, per la migliore distribuzione degli sforzi di trazione
[continua].