Come ogni settimana, è possibile leggere, grazie alla collaborazione di questo blog con quello di Benny Casadei Lucchi, l’analisi del Gp del Brasile curata dall’Ing. Benzing.
Come ogni settimana, è possibile leggere, grazie alla collaborazione di questo blog con quello di Benny Casadei Lucchi, l’analisi del Gp del Brasile curata dall’Ing. Benzing.
Le avverse condizioni di Interlagos hanno messo finalmente a nudo la forte ingerenza delle gomme e la vera efficacia d’autotelaio della Ferrari, in questa Formula 1 malata e devastata dalle manipolazioni. Con il senno di poi, sarebbe facile affermare che il Cavallino avrebbe saputo concludere trionfalmente, con una doppietta, il G. P. del Brasile della verità, se avesse potuto azzardare una strategia con partenza in “hard” (vedi risultato di Button, 15° in griglia e 4°all’arrivo) e se i poco obbiettivi commissari (filmati che accusano della stessa infrazione anche altri concorrenti) non avessero infierito sulla seconda vettura di Massa, con tutto il sapore di una congiura, per impedire alla Ferrari la riconquista estrema del rango di seconda forza mondiale, a salvaguardia della posizione raggiunta dalla pseudo-Mercedes nel mondiale costruttori. Ma con il senno di poi non c’è validità di giudizio e con i “se” nulla si costruisce. Infatti, al momento delle decisioni strategiche, non c’erano garanzie sull’assenza di pioggia per tutta la durata della gara e l’effettiva possibilità di trovarsi con pista bagnata anche dopo pochi giri, con conseguente fermata per il cambio-gomme, avrebbe compromesso inesorabilmente ogni risultato. Questa è la realtà dei fatti e dei valori tecnici, che vanno analizzati nella loro giusta dimensione. Specie in tema di designazione-gomme, rammentando che non esistono Intermedie o “full wet” di ordine “soft” o “super-soft”, da Budapest a Monza e a Interlagos. [continua]