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GP. MELBOURNE: Cosa succede alla Red Bull?

Mentre Cristian Horner e Helmut Marko continuano a criticare la Renault, rea di essere rimasta a livelli di Abu Dhabi 2014 e non considerando a dovere l’aiuto di Mario Illien, i boss della Red Bull farebbero bene a fare del mea culpa anche sul telaio della macchina, dopo le qualifiche di Melbourne. Infatti la vettura non rappresenta più, come fino allo scorso anno, il punto di riferimento a livello aerodinamico della griglia, come è evidente dall’analisi dei giri in q3 di Daniel Ricciardo. Vero anche che però agli austriaci mancano nuove parti aerodinamiche come il muso corto (che dovremmo vedere in Malesia) e gli sviluppi ad esso collegati, sebbene qualcosa già all’Albert Park sia stato portato come potete vedere sotto

Analizzando le onboard camera in confronto alla prima della classe, la W06, la nuova creatura di Newey e Marshall ne esce parecchio ridimensionata. Iniziamo dalle curve veloci, quale posto migliore per verificare le qualità dinamiche delle vetture e in particolare la deportanza, essendo essa proporzionale al quadrato della velocità?

In ambo le curve, le più veloci del circuito di Melbourne, la RB11 paga ben 16 km/h rispetto alla W06, e tuttavia non manifestando fenomeni di sovrasterzo. Anche l’angolo volante in linea con quello Mercedes fa presumere che la vettura sia dopotutto ben bilanciata. Ciò che manca è proprio carico aerodinamico, cosa che hanno potuto constatare dal vivo Sponton, Donadoni e Boschini ai test di Barcellona sentendo stridere le gomme della Red Bull in percorrenza delle curve più veloci. E pensare che un anno fa la situazione era questa:
(analisi gp ungheria 2014)

Totalmente ribaltata. Ma passiamo al motore: come si difende il Renault? Qui ci sentiamo invece di dare ragione ai motoristi della Losanga quando dicono che come potenza non sono messi male, bensì manca un po’ di guidabilità: ecco infatti il confronto alla fine del rettilineo di Melbourne:

Il Renault paga 5 km/h rispetto al Mercedes: una cifra non piccolissima su un rettilineo comunque corto come quello dell’Albert Park, ma contestualizzando questo valore all’elevato angolo di rake della Red Bull (che toccava spesso col pattino l’asfalto, da qui le scintille) e quindi elevata resistenza esso non risulta proprio così disastroso; ciò che manca è una buona erogazione, un problema di cui a Melbourne si è potuto avere solo un piccolo riscontro data la natura della pista, con quasi nessuna curva da trazione. Tuttavia, qualche correzione in uscita Ricciardo ce l’ha concessa
Agli uomini di Milton Keynes serve una mano abbondante da Adrian Newey, per riportare la RB11 in vetta. O forse serve la mano di qualcuno che non c’è più e che ha contribuito in larga parte ai recenti successi, alias Peter Prodromou?
@Alfodifi97
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Pubblicato da
Redazione FUnoAT