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I PENSIERI DEI LETTORI: figli di papà

Approfittando della “lunga” pausa tra il GP del Bahrain e quello di Spagna, prima che le Power Unit inizino nuovamente a “ronzare” (qualche tempo fa avrei dovuto scrivere…”prima che i motori inizino a rombare”…) voglio soffermarmi a parlare con voi di una situazione molto particolare; e, considerando i tempi che corrono e la persona che è coinvolta, non dovrebbe essere una meraviglia quanto sta succedendo.

Naturalmente mi riferisco alle “gesta” del figlio di Michael e di tutto il fragore che c’è attorno al ragazzo. Ma prima di entrare nel vero corpo di questo articolo è bene fare una premessa.

Cosa rende grande un uomo?

Di sicuro le sue gesta, le azioni che compie in vita. Non c’è bisogno che mi metta ad elencare e a dire cosa ha fatto e chi sia Michael Schumacher, perchè probabilmente anche la “normale” persona di strada che non segue la F1 conosce quest’uomo! Ed è proprio questa la grandezza del Kaiser: è conosciuto da tutti e anche se non più in attività continua a far parlare di se (per le sue gesta sportive); non a caso il suo sito dopo che è stato riaperto risulta il più cliccato del web tra gli sportivi!

Inutile dire che la disgrazia che l’ha colpito quel maledetto giorno di Dicembre di due anni fa non ha fatto che contribuire ed alimentare la grandezza della sua leggenda; a dimostrazione di ciò, attorno a lui purtroppo si sono avvicinati anche molti sciacalli, i quali non hanno esitato a tentare di trafugare le sue cartelle cliniche per poter lucrare in maniera ignominiosa. Tutto questo solo per far capire chi è e cosa rappresenta quest’uomo nel mondo dello Sport, nel mondo della F1.

Ad aumentare la ridda di voci che attorniano il 7 volte campione del mondo, ora, c’è un nuovo fattore che è quello della scesa in pista del figlio Mick il quale sta affrontando il campionato di F4 in Germania. Naturalmente il fragore, l’importanza delle sue gesta (e vittoria alla sua terza gara in questa Serie) non sono tanto da attribuire al pilota stesso, ma “purtroppo” al cognome che porta. In determinati ambienti essere figli di papà aiuta eccome, indipendentemente dal risultato e dal comportamento (un esempio su tutti la politica!) ma nel mondo dello Sport in parte non è cosi.
Infatti, sebbene Mick grazie al padre ha avuto la strada spianata in termini economici e di conoscenze per poter affrontare e addentrarsi nel mondo del Motorsport è anche vero che se vorrà sfondare, se vorrà essere “notato” da una grande scuderia di F1 in futuro dovrà portare i “risultati a casa”; e li il cognome servirà a poco senza talento unito alla dedizione e al lavoro!

Perchè scrivo tutto questo? Perché è quasi abominevole tutto il fragore che si è creato intorno a lui, con molti giornalisti, molte testate che si sono addirittura affollate solo e soltanto per ricamarci sopra articoli su articoli a causa del cognome che ha!
Un esempio su tutti? Il figlio di Alesi se non erro sta correndo nella F4 francese ma non vedo lo stesso clamore attorno a quel ragazzo. Certo Jean non è Michael, per carità, ma è comunque stato un ottimo pilota, è comunque stato in Ferrari; ma Jean non ha vinto 7 titoli mondiali, e soprattutto Jean non è (per sua fortuna!) su un letto a lottare per un semplice gesto come il provare a parlare!
So che può essere scontato quello che sto scrivendo ma da un lato sono da ammirare le qualità del ragazzino dall’altro è preoccupante per lui stesso dover sopportare a soli 16 anni tutta questa pressione mediatica.

Proviamo a metterci nei panni del 16enne: “Tutti si aspettano grandi cose da me, tutti aspettano che ripeta le gesta di mio padre…e se non sono all’altezza? e se fallisco?” Domande del genere di sicuro Mick se le sarà poste ma ciò è comprensibile.

Vorrei dire per concludere ai media di essere più discreti, meno retorici possibili, anche se so che ciò non succederà mai; il ferro è caldo e va battuto, potrebbero rispondermi in molti del settore giornalistico! L’unica cosa della quale posso essere certo è nella indubbia educazione e cultura del popolo della F1, il quale coscientemente saprà aspettare con pazienza senza creare inutili aspettative attorno al ragazzino.

Allora mio caro Mick, in bocca al lupo per la tua carriera; noi saremo qui, in silenzio ad aspettare di vederti su una vettura di F1, magari una Ferrari, sperando che accanto a te ci sia tuo padre.

Vito Quaranta (@quaranta_vito)

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Pubblicato da
Redazione FUnoAT