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ANALISI – GP MONACO: errore strategico del Team Mercedes/Hamilton o solo sfortuna?

Oggi voglio focalizzarmi su quello che è stato il momento CLOU dello scorso Gran Premio di Monaco. Ne ho già parlato nella puntata di ieri sera di RADIO F1ANALISITECNICA (QUI potete ri-ascoltarla), ma voglio integrare il discorso con altre riflessioni.
La cavalcata di Lewis Hamilton è divenuta un “dramma” al 64° giro quando per un grossolano errore di Verstappen la direzione gara ha deciso di utilizzare per la prima volta in questo 2015, la Virtual Safety Car. Un dramma per Lewis, ma una goduria per i telespettatori che hanno vissuto otto giri finali molto ma molto interessanti.
La prima parte di gara è stata perfetta per
Hamilton
se pensiamo che dopo appena cinque giri, a parità di macchina, aveva accumulato già 2.3 secondi da Rosberg, e addirittura al momento del pit di Nico al giro 37
il distacco era salito a 7.4 secondi. Un giro dopo è avvenuto il PIT di Hamilton e nei giri successivi non ha solo consolidato la sua leadership,
ma l’ha addirittura estesa
, considerando che al giro 63 il vantaggio era salito rispetto a Rosberg a 19.6 secondi.
Ma al 64 ° è successo quello che può accadere facilmente a Montecarlo, una pista dove il muro più lontano è comunque a centimetri dalle varie auto. In questo caso i muri centrano poco visto che Verstappen ha
commesso un grossolano errore in frenata
. E le “balle” relative al fatto che il pilota Lotus Grosjean, abbia frenato qualche metro prima rispetto ai giri precedenti non stanno in piedi, ma per quello basta guardare la telemetria. Il baby ha calcolando male il punto di staccata, ha osato troppo e si è schiantato alla Ste Devote; ma può succedere, e i suoi “amici” piloti, Massa in primis, dovrebbero evitare di rilasciare dichiarazioni ridicole (Verstappen è pericoloso, ecc…).
Inizialmente,
come abbiamo visto dalle immagini in diretta è stata messa Virtual Safety
Car. Come tutti gli altri piloti Hamilton ha rallentato e in questo
giro ha perso circa 14 secondi rispetto ai tempi effettuati nei giri precedenti, tagliando
il traguardo con un giro a 1m33.047s. Rosberg è andato addirittura più piano, tagliando
il traguardo a 25.7 secondi da Hamilton dai 19 secondi del giro precedente.
A quel punto la direzione gara ha deciso di trasformare la VSC
in una vera e propria Safety Car regolare. Ed ecco che qui c’è la svolta. Hamilton, preoccupato dal fatto che nell’ultima parte di gara potesse trovarsi con gomme meno performanti rispetto ai suoi avversari, pensando quindi alla possibilità che sia Rosberg che Vettel avrebbero potuto sorpassarlo con gomme nuove, ha chiesto INDIRETTAMENTE alla squadra di pensare ad un velcoe Pit per montare le gomme SuperSoft. La prima risposta del Box Mercedes è stata quella di rimanere in pista visto che il vantaggio su Rosberg non permetteva fisicamente un Pit per finire ancora davanti a tutti. Ma quando dai Box hanno notato il vantaggio di quasi 26 secondi, hanno acconsentito, e hanno comunicato al pilota di fermarsi per il cambio gomme. UN PIT DI SICUREZZA, UN PIT CONSERVATIVO richiesto dal pilota per evitare problemi nella parte finale di gara e che gli strateghi hanno avvallato. Il tempo fisico c’era, addirittura abbondante considerando che servono circa 24 secondi per un PIT in regime di gara normale, che scendono a circa 16 secondi sotto il regime di SC (le altre vetture vanno più piano). Quindi il problema della decisione sbagliata non dovrebbe porsi.
Insomma Mercedes ha pensato di fermare Lewis non tanto per problemi
alla propria vettura o al treno di gomme soft che montava ma per paura che
Vettel (o Robserg, pur sempre un avversario per il nero) fermandosi a cambiar gomme montando quindi le SS riuscisse a fare un
ultima parte di gara molto aggressiva.
Insomma, con uno dei due piloti la
Mercedes voleva cautelarsi. Quindi pur magari effettuando una scelta
troppo conservativa in quel momento di gara, e soprattutto in una pista come Monaco dove sorpassare è veramente difficile, il box Mercedes non andava a compromettere la gara di Hamilton. Quindi perchè a posteriori lo chiamiamo errore?
Il
problema è che nel secondo settore del giro 65 Hamilton ha raggiunto la Safety Car
,
e quindi ha dovuto rallentare molto la sua velocità perdendo tempo preziosissimo. E ai Box questo rallentamento/problema non l’hanno notato (o non hanno avuto il tempo fisico per prendere una decisione!). Guardando i tempi del giro 65, e facendo un
raffronto con Ricciardo, pilota RedBull che non ha beccato Safety Car in pista, e Hamilton (entrambi in quel giro hanno pittato), c’è una differenza di
10 secondi. Sono questi 10 secondi che hanno fatto la differenza (26-10=16 secondi, ed infatti Hamilton è uscito vicinissimo al duo di testa nell’ultima parte di gara, Rosberg e Vettel) e sono stati persi tutti restando dietro alla SC.
Ecco un grafico molto interessante dell’amico spagnolo Fabrega che ci mostra il vantaggio tra il giro 64 e il giro 65 di Hamilton su Rosberg. Tutto chiaro.
E ora arrivano le attenuanti per il Team Mercedes:
  1. Il GPS a Montecarlo
    non è cosi preciso come in altri circuiti
    ; infatti sul circuito monegasco siamo in presenza di quella
    che viene chiamata dead-reckoning, dove la posizione viene calcolata in base ad
    una estrapolazione di dati presi in vari punti della pista più che da un
    segnale di posizione vero e proprio. Cosa comporta ciò? Comporta un errore di posizione più
    elevato rispetto al classico sistema GPS e anche l’aggiornamento della
    posizione risulta essere più lento.
  2. Stiamo comunque parlando di pochissimi secondi utili (circa 10-15) per effettuare una contro decisione da comunicare al pilota. Qualcosa di non
    semplicissimo e cosi immediato.

In sintesi l’errore della Mercedes secondo il mio punto di vista non è stato tanto il far pittare Hamilton (PitStop conservativo è vero, ma la decisione non era sbagliata, e i numeri parlavano chiaro in quel momento) quanto il non aver notato dal dead-reckoning (ma hanno le loro belle attenuanti come sopra scritto) che il pilota di punta della Mercedes, da metà circuito in poi ha iniziato inesorabilmente a perdere tempo dal suo compagno di squadra. C’è insomma stata tanta sfortuna che ha privato a Hamilton di vincere un Gran Premio molto importante sia per il campionato, che per la sua bacheca di GP vinti. E intanto ora il tedesco se la GODE, ed è tornato in pista, per vincere il Mondiale.
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Pubblicato da
Redazione FUnoAT