P ZERO SOFT E MEDIUM LE MESCOLE SCELTE – LE ALTE TEMPERATURE DELL’UNGHERIA ACCRESCONO
LA SFIDA PER GLI PNEUMATICI PIRELLI
Milano, 20 luglio 2015 – Gli pneumatici P Zero White medium e P Zero Yellow soft saranno in azione al Gran Premio d’Ungheria: un evento carico di storia, poiché fu la prima gara a svolgersi oltre l’ex cortina di ferro, su un circuito particolare, appena fuori Budapest, che è stato descritto da un ex campione del mondo come “una pista da go-kart un po’ più lunga”. Parole che spiegano bene le caratteristiche del tracciato: stretto e tortuoso, con un unico rettilineo davanti ai box. La compattezza del circuito lo rende molto amato dagli spettatori, che possono vedere la maggior parte delle curve da qualsiasi punto di osservazione.
Paul Hembery, Direttore Motorsport Pirelli: “Passiamo da Silverstone – uno dei circuiti più veloci e scorrevoli del calendario F1 – all’Hungaroring, che è tra quelli più lenti, caratterizzato da una successione senza interruzione di curve tecniche. Si tratta di una vera e propria sfida per piloti, vetture e gomme, costretti incessantemente a un duro lavoro: escluso il rettilineo dei box, il resto del tracciato non concede tregua. Una delle maggiori sfide è il meteo: può essere estremamente caldo a Budapest nel mese di luglio, e ovviamente questo ha un effetto significativo sul degrado termico.
Al fine di trovare il giusto equilibrio tra prestazioni e durata, abbiamo deciso di portare le gomme soft e medium, come l’anno scorso. Questa scelta consente di avere mescole abbastanza morbide per fornire il grip meccanico necessario per affrontare tutte le curve, ma sufficientemente dure per resistere alle impegnative condizioni climatiche del tracciato dell’Hungaroring. È un circuito in cui non sempre è facile sorpassare, per questo la scelta della giusta strategia potrà fare la differenza”.
La sfida per gli pneumatici:
C’è solo un rettilineo significativo all’Hungaroring, insufficiente però a raffreddare le gomme. Per questo, se farà caldo, le gomme lavoreranno costantemente in prossimità del limite superiore della finestra termica ideale, in particolare le medium, che hanno una mescola “low working range”. Tuttavia, come è accaduto lo scorso anno, non è escluso che possa piovere.
Oltre ad essere impegnativo per gli pneumatici, l’Hungaroring è molto faticoso per i piloti, che spesso l’hanno paragonato a Singapore (noto come il circuito più impegnativo fisicamente dell’anno) a causa delle tante curve, delle temperature ambientali elevate e, conseguentemente, della scarsa aerazione dell’abitacolo.
L’Hungaroring è un circuito molto ben bilanciato in termini di trazione, frenata e forze laterali. Tutte le forze che agiscono sulla vettura sono simili, condizione che suggerisce l’impiego di un set-up neutro. I team tendono a dotare le vetture di un forte carico aerodinamico per favorire l’aderenza.
La strategia del vincitore 2014: Daniel Ricciardo si impose al termine dei 70 giri utilizzando con la sua Red Bull un’aggressiva strategia a tre soste. Per un temporale subito prima del via, tutti i piloti partirono con pneumatici intermedi, il che annullò l’obbligo regolamentare di utilizzare in gara entrambe le mescole slick. Ricciardo si fermò dopo i primi 8 giri per montare gomme soft. Seguirono altri due pit-stop, sempre per pneumatici soft, al 24° e al 54° giro, con stint prolungati anche da due ingressi della Safety Car.
Differenza di prestazione prevista fra medium e soft: 1,2 – 1,5 secondi al giro.
Il numero di gara scelto dal Pirelli team: #9, Matteo Albucci, responsabile viaggi
“Scelgo il 9: sono nato nel nono mese dell’anno, settembre, ed è un numero che mi ha sempre seguito, comparendo ad esempio nelle targhe delle mie automobili e in altre situazioni particolari. Ho fatto qualche ricerca: il 9 viene descritto come un numero attivo e dinamico, anche nei suoi effetti. Mi è sempre piaciuto molto!”
Chi seguire su Twitter questa settimana: il “falso” Charlie Whiting, @charlie_whiting. Forte di circa 45.000 followers, questo alter ego del direttore di gara dei GP è forse addirittura più popolare del Charlie vero. Al punto che Whiting ne è molto divertito, e ha anche invitato Mark McArdle (il blogger che si cela dietro l’operazione) a visitare la direzione gara di un GP. Il “falso” Charlie esprime le sue opinioni su quasi tutto ciò che è collegato alla F1, e sempre in modo molto divertente.