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I PENSIERI DEL PJ: RedBull, e quella promessa di Mercedes

Parliamo di RedBull e di quella “situazione critica” che li sta colpendo, per dirla alla Horner.

La brutta situazione è precipitata durante il weekend di Monza all’inizio di settembre, quando Mercedes, di fatto, comunicò a RedBull la non fornitura della propria Power Unit per l’anno prossimo.
Volendo fare un passo indietro, per analizzare precisamente il tutto, è bene partire da qualche mese prima, più o meno da maggio: dopo un inizio di stagione al di là del pessimo (soprattutto per quanto riguarda il lato motoristico, con prestazioni della Power Unit Renault non consoni al blasone di RedBull), Marko e Horner, su consiglio del boss dei bibitari Mateschitz, bussarono alla porta di Mercedes: RedBull era alla ricerca della miglior Power Unit sul mercato, e quale acquistare se non l’unità motrice tedesca, considerando che il costo poco importava al buon vecchio Mate?
Seguirono settimane intense in cui avvennero importanti contatti tra Lauda, il Board di Mercedes e quello di RedBull. Persino Aston Martin s’interessò alla faccenda, con il benestare dei bibitari, che andavano così a sostituire l’ormai già persa Infiniti. Infatti il marchio giapponese, per RedBull doveva restare a Renault, dopo la rottura del contratto relativo alle Power Unit, riuscendo ad evitare un ulteriore scontro tra il colosso francese e gli austriaci.
I molteplici contatti tra Mercedes e RedBull terminarono con una bella stretta di mano tra Lauda che aveva il pieno appoggio del board di Mercedes (Mercedes Daimler precisamente), ma con in tasca già il NO di Mercedes AMG, e Mateschitz.
Forte della stretta di mano con Mercedes (che è vero, lo sappiamo, non conta nulla in realtà), la RedBull arrivò in Ungheria stracciando più o meno apertamente il contratto con Renault. Questo scatenò titoloni sulle riviste specializzate, sui giornali e molteplici articoli su vari siti: “RedBull-Mercedes, un matrimonio che s’ha da fare”, si diceva.
Ed era vero. La promessa di Mercedes c’era, e la rottura con Renault da parte di RedBull era cosa semplice e già stata effettuata.
Ma dopo un mese circa, ecco il patatrac: il board di Mercedes – Daimler, su fortissime pressioni di Mercedes AMG, cambiò idea, lasciando RedBull con un pugno di mosche (quello che vi ho raccontato è stato anche confermato da Bernie Ecclestone in una intervista).
Questo portò a considerare le Power Unit Ferrari come l’unica valida alternativa per RedBull. La Scuderia italiana presentò un’offerta di vendita, relativa all’ultima versione di Power Unit 2015 (mentre Mercedes fin da subito garantì la versione 2016) già in Canada, e poi in Austria, proprio per paura di un dominio tecnico e politico di Mercedes insieme a RedBull.
E’ importante ribadire il fatto che per Mateschitz la soluzione Ferrari era solo un ripiego, perché lui voleva fortemente solo le Power Unit Mercedes. Fin da subito.
Ferrari, dal canto suo, continuò a proporre Power Unit 2015 anche dopo il secco NO di Mercedes, contando proprio sul fatto che a RedBull non restava altra soluzione. Soluzione pensata dal Direttore Tecnico della Ferrari, James Allison, in modo da non mettere in cattiva luce il proprio lavoro e quello degli altri tecnici della scuderia italiana durante il prossimo inverno; Newey è pur sempre Newey, e averlo come avversario a parità di motore fa paura a tutti (Wolff & Co. compresi).
Detto questo, ovviamente, un team quattro volte campione del mondo non può permettersi di partecipare ad una competizione importante come la F1 con una Power Unit “vecchia” di almeno sei mesi. Da qui i vari mal di pancia dei giorni nostri, manifestati attraverso i vari organi di stampa.
In generale quindi credo poco a una gestione ingenua da parte di RedBull, ma più ad una promessa (che poco vale, mi rendo conto) non mantenuta dal board di Mercedes e da Lauda.
Ora, cosa possiamo aspettarci nei prossimi giorni/settimane? Esiste un’ipotesi “uscita dalla Formula 1” per RedBull? Alcune delle grandi squadre, d’accordo con la CVC, hanno accettato delle penali in caso di uscita prima del 2020 in cambio di enormi premi a loro disposizione. Queste penali di circa 1 miliardo di dollari, per chi non lo sapesse, hanno però riduzioni di 100 milioni all’anno. Fatti due conti, se RedBull se ne andasse domani, dovrebbe molto probabilmente pagare ben 500 milioni di dollari alla FOM. Questo in teoria, poi sappiamo che al di là dei numeri esiste un fattore politico che potrebbe portare il team dei bibitari ad uscire dalla F1 con penali molto inferiori: RedBull è uno degli Sponsor più importanti anche in altre competizioni FIA. Di conseguenza, un Ecclestone a muso duro con RedBull potrebbe portare a danni enormi anche in altre categorie, non solo in F1.
Bisogna anche valutare un’altra ipotesi: Mateschitz, senza un accordo con Ferrari (RedBull vuole a tutti i costi le PU 2016), potrebbe passare all’offensiva e presentare una offerta alla CVC Capital Partners per comprare i diritti commerciali della F1. A quel punto avrebbe bisogno di vendere la proprietà della squadra, e un mancato accordo con Ferrari aiuterebbe non poco nell’intento.
Dal punto di vista Ferrari, la proposta studiata dal DT Allison è comprensibile: come ho ribadito precedentemente, la scelta di fornire le Power Unit in versione 2015 è dettata più da una “paura tecnica” che da una impossibilità a produrne il numero adeguato di componenti che comporranno le nuove Power Unit 2016. Marchionne, anche per una questione di numeri (ricordo che l’IPO Ferrari a Wall Street avverrà a breve), vorrebbe dare almeno a RedBull la versione 2016 della propria unità motrice.
Considerando infine la parte tecnica della questione, resta il fatto che Ferrari, a questo punto della stagione (dal Canada, in realtà) ha fatto una offerta “illegale” alla RedBull. Questo è subito spiegato: dall’anno prossimo, salvo deroghe stile Manor 2015, il fornitore di motori dovrà fornire ai clienti la Power Unit omologata il 28 febbraio 2016. A ciò ci aggiungo il fatto che, nella riunione dello Strategy Group di due settimane fa, la Ferrari ha risposto picche per quanto riguarda la regolamentazione delle Power Unit dell’anno precedente. Sommando il fatto che con il regolamento tecnico attuale le Power Unit del 2016 non potranno essere sviluppate durante la stagione, a conti fatti di cosa stanno parlando RedBull e Ferrari? Di aggiornamenti della Power Unit 2016? Solo di Power Unit 2015? In qualsiasi caso, tutto questo sarebbe contro il regolamento attuale.
Che però molto probabilmente verrà cambiato nelle prossime settimane, garantendo più libertà, quella libertà richiesta soprattutto da Honda e Renault. Ciò, tra l’altro, potrebbe comportare anche un cambio di piani in casa Ferrari, ma di questo ne parleremo in futuro, se ne sarà necessario.
Detto questo, con le relative modifiche al regolamento tecnico, è possibile che Ferrari alla fine possa cedere e fornire quindi le proprie Power Unit in versione 2016 anche a RedBull. Per quanto riguarda Mercedes, solo Lauda continua a spingere per risolvere la situazione, ma Board e Wolff non ne vogliono (ancora) sapere.
Ma siamo a ottobre, con una RedBull RB12 e una Toro Rosso STR11 in fase di progettazione. E con un regolamento tecnico ancora non certo. Il tempo passa e la Formula 1 invece di andare avanti, torna indietro.

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Pubblicato da
Redazione FUnoAT