La Mercedes, invece, già sul finire della scorsa stagione durante le prove libere del GP Brasile e quello di Abu Dhabi, aveva condotto dei test per collaudare un terzo elemento completamente idraulico. Questo sistema è stato implementato e montato sulla W07 Hybrid.
Il terzo elemento viene utilizzato, principalmente, per controllare il beccheggio della vettura e l’altezza da terra. Gli ingegneri anglo tedeschi sono passati da un terzo elemento a molla elicoidale, come quello utilizzato sulla Ferrari SF16-H, ad una versione completamente idraulica che se settata correttamente comporta alcuni vantaggi rispetto ad un sistema più “tradizionale” (riuscire a trovare il giusto compromesso di assetto in tempi molto più rapidi, uno dei tanti).
TERZO ELEMENTO SOSPENSIVO OLEOPNEUMATICO CON AZOTO?
La sostituzione della molla con l’idraulica in molte zone della sospensione è un concetto noto da diversi decenni in quanto è stato sviluppato sulle automobili di serie (Citroen, ad esempio) e adottato all’epoca delle sospensioni attive nei primi anni ’90 in F1.
Sebbene queste ultime siano vietate dal regolamento, e che questo non sia il caso della Mercedes poiché il Team tedesco non sembra stia testando gli elementi elastici veri e propri della sospensione oleopneumatici, ma solo lo smorzatore, è bene ampliare il discorso e capire quali problemi potrebbero esserci utilizzando questa tipologia di terzo elemento. La modalità tramite la quale si possa realizzare un elemento elastico sfruttando il fluido idraulico è comunque tutt’oggi la medesima. Poiché il fluido idraulico è, entro certi limiti incomprimibile (la sua comprimibilità è espressa dal modulo di Bulk che ne fornisce la contrazione volumetrica per unità di volume a fronte di una variazione di pressione), non può quindi essere utilizzato come elemento elastico se non per connettere l’ammortizzatore ad un accumulatore caricato a gas (azoto) che diventa l’elemento elastico vero e proprio del sistema.
L’accumulatore è un serbatoio metallico a membrana o a pistone caricato di azoto prima dell’utilizzo, e che durante il funzionamento (con fluido idraulico nell’impianto) aumenta la sua pressione anche fino a qualche centinaio di bar.
Un sistema di questo tipo offre il vantaggio di una notevole compattezza nella zona dell’ammortizzatore (che può diventare anche estremamente piccolo in dimensioni) in quanto l’elemento elastico può essere “delocalizzato” in un’altra zona.
Occorre però considerare altri fattori che distinguono una sospensione “meccanica” da una idraulica:
Come si può notare da questo elenco puntato, passare da una sospensione “meccano idraulica” ad una in parte idraulica (con terzo elemento completamente idraulico) non è cosi immediato, poiché per natura la seconda tipologia è ben più complicata in molti aspetti.