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GP SPAGNA: ecco la nuova ala posteriore della Ferrari SF16-H

Nelle prove libere del Gran Premio di Spagna finalmente si è vista in pista la nuova ala posteriore della Ferrari SF16-H. Tale novità, molto attesa da parte di tutti gli appassionati del Team italiano, non eravamo ancora riusciti a scovarla durante tutte le nostre camminate lungo la pit lane del circuito del Montmelo.
Partirei con il sottolineare che nelle prime prove libere la Scuderia Ferrari ha testato due differenti configurazioni di carico aerodinamico al posteriore. Kimi Raikkonen ha infatti girato senza monkey seat e con la vecchia versione di ala posteriore, mentre Sebastian Vettel ha portato in pista una nuova versione di ala posteriore oltre che utilizzare il monkey seat.
Sebastian Vettel in azione con la nuova ala posteriore e il monkey seat

Kimi Raikkonen in azione con la vecchia ala posteriore
Le differenze tra le due ali non sono cosi marcate come magari ci si poteva aspettare, ma andiamo ad elencarle facendo buon uso della nostra ormai classica foto confronto:
  1. il profilo di ingresso del mainplate risulta essere ora maggiormente curvo nella parte centrale;
  2. il profilo di ingresso dell’ala mobile non risulta essere più rettilineo ma è stato leggermente “tagliato” nella parte centrale (è comunque modifica di poco conto);
  3. sugli endplate è stata aggiunta una soffiatura.
Per quanto riguarda la prima novità, un profilo incurvato nella parte centrale aiuta a concentrare la generazione di carico aerodinamico sull’asse longitudinale della vettura, scaricando invece le due estremità dell’ala. Cosi facendo si va a diminuire l’intensità dei vortici di estremità che vanno enormemente ad influire sull’efficienza aerodinamica di un’ala di Formula 1.
Per quanto riguarda l’aggiunta di una ulteriore soffiatura sugli endplate, essa risulta importante se si vuole massimizzare la generazione di carico aerodinamico poiché da tali feritoie entra aria al di sotto del mainplate andando quindi ad ampliare la differenza di pressione tra dorso e ventre dell’ala, con conseguente maggior generazione di carico aerodinamico.

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Pubblicato da
Redazione FUnoAT