“Sapete una cosa?
Per favore, lasciateci in pace”. Ha pronunciare queste ed altre frasi, dal tenore simile, con il volto sempre più accigliato e la voce sempre più flebile e greve, Maurizio Arrivabene.
Negli ultimi mesi, ogni volta che lo intervisti, sembra sempre sempre più vecchio, stanco e disperato.
Il problema, per il team principal della Ferrari (che penso sapesse benissimo a cosa andava incontro, quando ha accettato di guidare la scuderia più famosa del mondo), è che no, non lo possiamo lasciare in pace. Non possiamo lasciare in pace la Ferrari, da qualcuno giustamente ribattezzata gambero rosso, per una serie di elementari motivi. La Ferrari è nello sport, che vive in simbiosi con i mass media. La Ferrari è lo Sport motoristico. Impossibile che non si parli, anche parossisticamente e talvolta fuori luogo, di ciò che accade nel mondo del cavallino rampante. D’altro canto, ad inizio stagione, i proclami roboanti (e un po temerari) e di Marchionne e di Arrivabene, sparsi in tutto il globo terracqueo, in lungo e in largo grazie ai mezzi di comunicazione, avevano fatto comodo. Ricordate? Allora la stampa andava bene?
Anzi, il mondo che gravita attorno alla Formula 1, perlomeno italiano, è stato sin troppo accomodante al “verbo” secondo Arrivabene, sino ad oggi. Se il team di Formula 1 della casa motoristica per eccellenza non riesce a gestire la pressione che gli si crea attorno (anche per aspettative incaute, generate con annunci ad effetto), non è un problema dei giornalisti e dei tifosi o semplici appassionati di Formula 1. E’ un problema della Ferrari.
Ricapitolando. I ferraristi hanno cominciato il campionato mondiale avendo già vinto, a parole, il titolo iridato. Poi hanno cominciato a prenderle con regolarità dalla Mercedes, e solo i più incauti non lo avevano previsto; poi addirittura, in mezzo ad un quasi totale immobilismo tecnico, sono sostanzialmente diventati la terza forza del mondiale, scavalcati dalla Red Bull con un motore Renault rimarchiato e giusto giusto raffazzonato qua e la. I giornalisti fanno il loro mestiere, chiedono, intervistano, talvolta indagano. Inutile girarci attorno. La Ferrari è in crisi. Quanto grande non si sa.
Allison (no, non ci dimentichiamo certamente del suo dramma familiare, ci mancherebbe) ex Direttore Tecnico del Cavallino ha creato una monoposto difficilissima da settare e che non digerisce, come al solito, le Pirelli (tranquilli non ci siamo dimenticati delle gomme di marmo, ne parleremo), e che come se non bastasse ha anche notevoli problemi di affidabilità. Per non parlare di scelte dal muretto che sono sembrate, per non essere troppo cattivi, quantomeno cervellotiche.
Ma, soprattutto, la squadra ha denotato il solito, incredibile blocco di qualsiasi idea o sviluppo, se si eccettuano pinne, alettoncini e deviatori vari.
Caro Arrivabene, meno proclami e pedalare! Tanto, purtroppo e mestamente, abbiamo già capito che anche quest’anno non c’è trippa per gatti. Anche quest’anno…si vince l’anno prossimo! Forse.
Mariano
Froldi