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GP UNGHERIA: l’analisi della gara

Prima di analizzare la gara volevo esprimere una mia personale opinione su quanto successo sabato durante le qualifiche relativamente alla questione doppia bandiera gialla. Trovo inconcepibile che un pilota in regime di doppia bandiera gialla riesca ad ottenere la pole position fregandosene del significato di pericolo che indicano queste bandiere. Giustamente, come da regolamento, gli altri piloti hanno abortito per esempio il loro giro.

Più importante la sicurezza o la pole position? Io opto per la prima e mi hanno fatto piacere anche le parole di Hamilton a fine gara quando ha ricordato a tutti i giovani piloti che con le doppie bandiere gialle non si scherza ed è meglio perdere una pole position che mettere in gioco la sicurezza.

Ora torniamo ad analizzare quanto ci ha riservato il Gran Premio di Ungheria, il quale a differenza degli altri anni non ci ha regalato una gara troppo spettacolare.

Bisogna partire con il dire che nella giornata di gara i gradi dell’asfalto erano molto maggiori rispetto a quelli dei giorni precedenti andando a creare un po’ di apprensione nei vari Team in quanto non avevano riscontri sulla durata delle varie mescole in condizioni climatiche cosi calde. Lewis Hamilton la gara l’ha vinta in partenza grazie ad una staccata al limite dove a addirittura rischiato di perdere il posteriore della propria vettura. Se fosse successo, Rosberg appena alla sua sinistra avrebbe potuto rischiar grosso. Ma c’è da dare atto al tre volte campione del mondo di essere stato veramente bravo a controllare la plurivittoriosa W07 riuscendo a girare per primo alla prima curva. La gara per Lewis è stata poi abbastanza semplice riuscendo a gestirla nel migliore dei modi ed ottenendo quindi la quarta vittoria nelle ultime cinque gara. Ora si è portato in testa al mondiale con 6 punti di vantaggio su Rosberg.

In molte fasi di gara poteva sembrare che Hamilton accusasse dei problemi alla propria vettura ed invece il campione del mondo 2015 era in completa gestione degli pneumatici. C’è anche da considerare che a causa dell’incidente durante le FP2 di venerdì Hamilton non aveva “simulato” nessun long run a differenza del compagno di squadra; Rosberg infatti aveva potuto guidare la propria W07 con tanto quantitativo di benzina in macchina e provando entrambi i compound di gomme che poi sono stati utilizzati durante la corsa. E’ proprio per questo motivo che Hamilton, soprattutto nelle fasi iniziali di ogni stint, non ha mai spinto al massimo cercando quindi di non stressare troppo i propri pneumatici. Proprio durante l’analisi delle simulazioni gara di venerdì avevamo fatto notare come i piloti che avevano impresso un ritmo elevato fin da subito avevano accusato un decadimento prestazionale delle gomme molto più elevato rispetto a quelli che avevano spinto meno all’inizio dello stint

Ottimo il terzo posto ottenuto dalla Red Bull di Ricciardo che però non è mai riuscito ad impensierire le due Mercedes come ci si poteva alla vigilia. La RB12 ha sofferto più di altre monoposto la pista calda (da sempre in questa prima parte di stagione 2016) e crediamo sia per questo motivo che le prestazioni non siano state in linea con quanto si aspettavano anche nel Team austriaco. La corsa delle due Red Bull è stata fatta più in protezione sulla Ferrari che di attacco sulle frecce d’argento in quanto si era visto fin da subito che non avevano il ritmo per poter lottare per i primi due posti. Proprio per questa protezione nei confronti della rossa di Vettel hanno anticipato di parecchi giri il secondo pit stop di Ricciardo poiché temevano l’eventuale secondo undercut di Ferrari che grazie a questa strategia era già riuscito a scavalcare Verstappen nella prima sosta.

Analizzando i tempi la Ferrari sembrava avere davvero qualcosa in più della Red Bull con le condizioni di pista di domenica. La SF16-H ha avuto prestazioni migliori rispetto a quello che avevamo visto durante i long run di venerdì a dimostrazione che gli ingegneri hanno lavorato molto bene trovando il giusto setup meccanico e aerodinamico della vettura oltre alle maggiori prestazioni delle nuove componenti della Power Unit installate nella giornata di sabato mattina. Sono riusciti inoltre a sfruttare gli pneumatici nella giusta finestra di funzionamento e così si spiegano le ottime prestazioni che ha avuto Raikkonen con le gomme super soft.


Lo sfruttamento delle gomme low working range con temperature della pista molto elevate è stato possibile anche grazie a interventi sulla parte meccanica che sono state provate durante i test della scorsa settimana disputati a Silverstone. La SF16-H non ha sofferto dei problemi di overheating che avevamo notato nelle precedenti gara quando venivano utilizzati questi compound con  temperature della pista elevate.

Il pilota finlandese, partito 14esimo, è stato autore di una bella rimonta grazie ad un secondo stint con gomme super soft davvero incredibile. Nel terzo stint, pur avendo delle gomme super soft non è riuscito ad avere la meglio su Verstappen che in quel momento stava girando con le soft. La Ferrari del finlandese era molto più veloce rispetto a quella del giovane pilota di Milton Keynes che è stato “bravo” e “furbo” a difendersi nei momenti in cui Raikkonen ha tentato il sorpasso. Bravo e furbo Verstappen, ma resta il fatto che una manovra simile era costata una penalità a Perez in Canada nel 2014. Quello che manca ora alla Formula 1 è una vera uniformità di giudizio nell’analizzare le varie situazioni. Peccato.

Anche Vettel nelle fasi finali della gara è riuscito ad arrivare vicinissimo a Ricciardo ma non ha mai avuto la possibilità di tentare l’affondo decisivo. I sorpassi su questa pista sono molto difficili ed è quasi impossibile riuscire anche solo ad attaccare chi ti precede se non sei nettamente più veloce (si parla di circa 1 secondo e mezzo di passo in più). L’unica possibilità per la Ferrari di cercare il sorpasso sarebbe stata quella di rischiare con la strategie ed effettuare uno stint centrale con gomme soft più lungo di qualche giro e montare le super soft per la parte terminale di gara. In questo caso si poteva sfruttare la differenza di mescola tra Vettel e Ricciardo, considerando che comunque non era detto che avrebbe funzionato lo stesso visto che Raikkonen pur disponendo degli pneumatici più prestazionali non è riuscito a scavalcare Verstappen. C’è comunque da sottolinear il fatto che la possibilità di cercare di andare più lunghi esisteva in quanto Ricciardo pur disponendo di gomma nuova non stava guadagnando tantissimo nei confronti di Vettel. Se escludiamo il time attack in cui il pilota australiano ha recuperato 2.3 secondi su Vettel, nei giri successivi il ritmo era piuttosto simile perché Ricciardo doveva gestire gli pneumatici per arrivare in fondo alla gara. Dal giro 36 al giro 40 Ricciardo è riuscito a recuperare solo 1.6 secondi e quindi la Ferrari l’azzardo lo poteva tentare visto anche gli ottimi riscontri che aveva dato Raikkonen con le “rosse”. 

A parte questo, le strategie della Ferrari nella gara di ieri le reputiamo molto buona in quanto era difficile ottenere qualcosa di più dopo i risultati non buoni delle qualifiche.

Giusto sottolineare infine, le prestazioni della McLaren di Alonso che è riuscito a vincere il “Gran Premio degli altri” giungendo al termine in settima posizione seppur doppiato dalla Mercedes di Hamilton. La McLaren qualche progresso lo sta compiendo e sarà molto interessante vedere cosa riusciranno a fare nella seconda parte di stagione quando introdurranno le ultime evoluzioni della Power Unit evoluta che dovrebbe portare un incremento di CV stimabile in circa 5 decimi di secondo (30-40 CV). 

Passi dei piloti
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Pubblicato da
Redazione FUnoAT