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Ferrari: legalismo o incapacità di osare?

Un vecchio adagio, derubricato in varie salse, afferma più o meno: “il diavolo si nasconde nei dettagli”. Vale a dire che spesso piccoli particolari ci spiegano il quadro generale. Ecco, vorrei mettere in fila assieme a voi alcuni fatti, un fritto misto di alettoni e parole, che forse ci aiuteranno, mentre i motori sono forzatamente silenti, ad avere un quadro ancora più chiaro dello psicodramma Ferrari.
A proposito, piccolo inciso, non è assurdo che le squadre di F1 siano obbligate a non lavorare durante il periodo agostano?

Ma passiamo oltre. 

Punto 1) Non so se avete notata l’indubbia capacità delle ali anteriori Mercedes e sopratutto Red Bull, di essere estremamente flessibili. In teoria, quelle ali non dovrebbero flettere, se non in modo minimo. Immaginiamoli come dei baffi. Dovrebbero restare quasi paralleli al manto stradale. Non lo fanno. Sollecitati dal fortissimo carico aerodinamico (l’aria che preme su di loro) che si genera in velocità, si piegano. E’ una deformazione voluta e programmata. In sostanza gli ingegneri aerodinamici hanno studiato come “intrecciare” fra loro le pelli di carbonio che li compongono per ottenere quel risultato. A chi giova? Ci sono due ordini di grandezza: maggior carico aerodinamico, quindi auto incollata a terra e molto più stabile in curva, oppure migliore penetrazione aerodinamica, e quindi maggiore velocità in rettilineo. Perché non dovrebbero flettere? Perché il regolamento vieta l’uso di parti mobili per generare carico aerodinamico. Tuttavia, nelle prove statiche che si fanno sulle ali, questi rientrano perfettamente nella norma. Dunque? Dunque sono le prove per vedere se le ali flettono ad essere stupide (ma questo è un problema Fia) ed i team aggirano la norma regolamentare. Ecco…la Ferrari pare che abbia l’anteriore che praticamente non si muove; rispetta in tutto e per tutto il regolamento. Al posteriore invece la Ferrari è riuscita ad introdurre, durante il Gp di Spagna, un’ala posteriore il cui pilone, ad alte velocità, si piega all’indietro diminuendo la resistenza all’avanzamento. Questa soluzione ha creato parecchi “fastidi” a team come Mercedes che dopo aver ricevuto comunicazione dalla FIA che il sistema è perfettamente conferme al regolamento hanno cercato anche loro di replicare sulla W07 tale sistema.

Punto 2) La Ferrari quest’anno ha introdotto sulla SF16-H il muso corto che però se confrontato con quello di Mercedes e Red Bull non è così estremo. Oltre a questo la Rossa, a differenza di McLaren e Mercedes, non ha mai utilizzato in questi ultimi anni un proprio sistema S-Duct. Non che questa soluzione sia “miracolosa” ma ci permette di capire che il reparto tecnico di Maranello non si spinge mai oltre le soluzioni tecniche classiche.
Punto 3) Carl Haas rilascia un’intervista rivelatrice del rapporto di collaborazione con la Ferrari. Le sue parole: “Alla fine Ferrari ha un obiettivo ed è battere Mercedes, così come noi abbiamo l’obiettivo di battere alcuni dei nostri rivali, perciò è come se avessimo uno stesso obiettivo”; ma soprattutto aggiunge dopo: “Tutto quello che riusciamo a fare per riuscirci è un bene per entrambi, dunque penso che una maggiore cooperazione sia d’aiuto. Semmai la Ferrari è molto attenta. vogliono essere certi di seguire tutte le direttive Fia e lo fanno in maniera quasi al punto dove sembra qualcosa di frustrante”. Ecco la pistola fumante.

La Ferrari ha sposato in pieno la causa “legalista”. Ferrari non innova non solo perché forse non ne ha il retroterra tecnico (in questo momento), ma anche per un vero e proprio modo di pensare della Scuderia: totale adesione al Regolamento Fia. Ora, ciò sarebbe lodevole in un mondo in cui tutti rispettano il regolamento, anche se scritto da 4 ubriachi al bar. Diventa una colpa se in un ambiente ipercompetitivo come la F1 si cerca, oserei dire giustamente, la piega regolamentare, l’interpretazione estrema, e così via. Per fare un esempio più terra terra. La Ferrari è il cittadino un po’ imbambolato (e un po’ stupido) che paga qualsiasi tassa perché lo dice la legge, anche se non sa dove vanno a finire quei soldi e se effettivamente migliorano la sua vita. Le altre scuderie sono quelle che sentono come iniqui determinati balzelli e cercano in modo ingegnoso di pagarne di meno. I primi sono destinati a soccombere. I secondi a vincere. Le più grandi rivoluzione della Storia sono nate dai secondi, non dai primi. Ora, ci si può porre la domanda…è nato prima l’uovo o la gallina? Cioè alla Ferrari sono ligi ai regolamenti perché così deve essere fatto o perché non hanno inventiva? Scommetterei quei pochi soldi che ho sulla prima ipotesi. Agli italiani non è mai mancata l’inventiva. Il problema è forse più drammatico: in Ferrari si ha paura di osare. E qui si torna a bomba: sudditanza psicologica della Ferrari nei confronti della Federazione?

Ai posteri l’ardua sentenza.

di Mariano Froldi
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Pubblicato da
Redazione FUnoAT