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GP MALESIA: l’analisi della gara

Il Gran Premio di Malesia ci ha regalato tantissimi colpi di scena ed il ritiro di Hamilton, per un problema al motore endotermico della Power Unit mentre stava dominando la gara, ha spostato tutti i favori dei pronostici per il titolo mondiale sulle spalle di Nico Rosberg, avendo ora il pilota tedesco ben 23 punti di vantaggio sul compagno di squadra.
Gara che per il tedesco si era messa malissimo alla partenza quando purtroppo per via di un errore di Vettel, era stato colpito sulla posteriore destra causandogli un deleterio testacoda che lo aveva relegato in ultima posizione. Ma grazie ad una superba rimonta (le Virtual Safety Car hanno comunque aiutato) è riuscito a concludere la gara al terzo posto.

La gara si è corsa con temperature dell’asfalto molto elevate molto simili a quelle che i Team avevano incontrato durante le prove libere 2 di venerdì pomeriggio. Tutti i tre Top Team si erano qualificati con le gomme soft e quindi le strategie erano piuttosto simili, tranne che per RedBull su cui ci si poteva aspettare una differenziazione di strategia, cosa poi eventualmente accaduta. Ciò per mettere pressione a Ferrari in primis, ma anche a Mercedes che per come è andata la partenza è rimasta a lottare per la vittoria con il solo Hamilton, il quale non poteva certamente coprire le due strategie pensate dal Team anglo – austriaco.
La gara, se non contiamo il colpo di scena iniziale con Vettel che erroneamente forzato l’entrata in curva 1 finendo contro Rosberg, è filata liscia fino al giro 9 quando a  causa di una rottura al disco freno anteriore sinistro sulla VF16 di Grosjean è stato imposto da Charlie Whiting il regime di Virtual Safety Car.  In questo frangente il muretto RedBull ha effettuato una scelta molto intelligente richiamando ai box Verstappen che si trovava in terza posizione e aveva un ritmo sicuramente più veloce del compagno di squadra pur avendo degli pneumatici che in quel momento stavano accusando i primi segni di degrado stando per qualche giro molto vicino a Daniel Ricciardo. Al pilota olandese sono state montate le gomme soft differenziando la strategia rispetto al compagno di squadra e mettendo una certa pressione nei confronti di Hamilton e di Mercedes.
Proprio in questo frangente si è vista la forza della Mercedes che pur disponendo di gomme molto più usate rispetto a quelle di Verstappen è riuscita a viaggiare su un ritmo piuttosto elevato. Il pilota olandese, dal momento del suo Pit Stop fino al momento in cui Hamilton ha pittato, ha guadagnato in pista solo 2,5 secondi in 9 giri che corrispondono ad una media di 283 millesimi a giro.
Ma quello che ha “sorpreso” maggiormente in questa gara è stato il ritmo che Hamilton è riuscito a tenere con le gomme hard fino al momento del ritiro. Avendo capito che i piloti RedBull volevano arrivare in fondo alla corsa senza più fermarsi, ha cercato di spingere al massimo con lo scopo di aprire un gap di almeno 23 secondi per riuscire ad effettuare una sosta tranquilla restando comunque davanti. E Mercedes con le strategie punta sempre molto a cercare posizioni “sicure” senza dover cercare per forza il sorpasso in pista.
Ritornando al ritmo tenuto da Hamilton dall’analisi dei passi si evince che il campione del mondo è riuscito a girare con un ritmo di ben 9 decimi inferiore rispetto a quello della RedBull. Va comunque detto che Hamilton doveva spingere al massimo mentre Ricciardo stava gestendo le gomme hard per cercare di terminare la gara senza ulteriori soste.

Sulla rottura della Power Unit di Hamilton si hanno ancora poche informazioni ma da quello che si è saputo si può dire che è stata una rottura imprevista in quanto dalla telemetria non si erano visti parametri allarmanti che facessero presagire alla rottura. I tecnici della scuderia anglo tedesca, al termine della gara, smontando il V6 della vettura di Hamilton hanno trovato una vistosa perdita di olio nel carter. Questo sta a significare che la c’è stata una rottura importante del motore endotermico tanto che l’unità molto probabilmente non potrà in nessun modo essere recuperata.

Hamilton, salvo eventuali problemi nelle prossime gare, non dovrebbe incorrere in nessun’altra penalità in quanto ha ancora due Power Unit per disputare le ultime 5 gara di questa stagione: una di queste è completamente nuova mentre l’altra ha solamente tre Gran Premi alle spalle (circa 2000 km).

Ritornando alla gara è stata determinante la resistenza di Ricciardo nei confronti di Verstappen quando quest’ultimo, con gomme più fresche, ha attaccato il compagno di squadra ma il pilota australiano è riuscito a difendersi. Questa manovra è risultata fondamentale ai fini della vittoria di Ricciardo in quanto ha permesso al pilota australiano di conservare la seconda posizione diventata poi P1 dopo l’inconveniente tecnico di Hamilton. Il pilota australiano non ha lasciato strada al compagno di Team comunicando al muretto che voleva arrivare in fondo alla gara con quel set di Hard; il Team dopo quel chiarimento di Ricciardo gli ha quindi concesso il fatto di giocarsi la posizione in pista poiché le strategie dei due piloti erano a quel punto uguali.
Della gara della Ferrari che dire….

è stata veramente deludente visto che le simulazioni di passo del venerdì, con la pista molto calda, sembravano essere piuttosto competitiva ed in grado di infastidire almeno le due RedBull. Invece le prestazioni della SF16-H sono state veramente deludenti. Il primo stint di Raikkonen su gomme soft è stato negativo in quanto ha girato con un ritmo superiore di 4 decimi su Ricciardo e di oltre 6 decimi su Hamilton. Oltre ad essere stata lenta, la SF16-H si è dimostrata molto aggressiva sulle gomme infatti Raikkonen è il pilota che ha degradato maggiormente gli pneumatici. Prima dello stop, il pilota finlandese stava girando da ben 4 giri sul piede del 1:41 ed era opportuno che il muretto Ferrari anticipasse la sosta di qualche giro per montare le gomme hard. Scelta che, per esempio, ha fatto la RedBull con Ricciardo appena si sono accorti che i tempi del pilota australiano stavano salendo. L’unico alibi del Team italiano è relativo ad un detrito che si è sistemato tra il mainplane dell’ala posteriore e l’ala mobile andando a disturbare l’aerodinamica della SF16-H. Ecco una immagine esplicativa:

Con le gomme hard il ritmo di Raikkonen è sembrato essere migliore ma sarebbe interessante capire se la Ferrari aveva intenzione di terminare la gara con questo set di gomme o se era previsto un altro pit. Questo perché, se si paragonano i tempi tra Raikkonen e Ricciardo, si nota che questi con la mescola più dura erano molto simili. Ma Ricciardo le stava gestendo per arrivare alla fine mentre quello che avrebbe fatto Raikkonen non è risaputo (in realtà la strategia era prevista su due stop inizialmente, con l’ultimo stint su Soft ma nessuno pensava che le Soft nel primo stint potessero durate per più di 20 giri).
Per coprire la rimonta di Rosberg gli strateghi della Ferrari hanno anticipato di molto la seconda sosta considerando che Raikkonen con il primo set di hard ha coperto soltanto 11 giri. Grazie a questa sosta anticipata la Ferrari è riuscita a tenere dietro la Mercedes di Rosberg il quale, però, ha sopravanzato il finlandese con un sorpasso molto deciso in curva 1 che gli è valso 10 secondi di penalità. In questo frangente la vettura di Raikkonen ha accusato qualche danno che gli ha fatto perdere parte del poco carico aerodinamico di cui dispone la SF16-H (si parla di circa 2 decimi al giro). Va comunque detto che la Ferrari non si era dimostrata competitiva nemmeno prima del contatto quindi anche se la vettura non avesse subito nessun danno il risultato massimo possibile per Raikkonen sarebbe stato il quarto posto vista la netta superiorità della Mercedes di Rosberg.

Per aprire il gap sul finlandese per guadagnare i 10 s della penalità a Rosberg è stato concesso di effettuare 3 giri con la massima potenza della Power Unit ottenendo dei tempi molto importanti.
Ecco l’impietoso confronto:
ROS   01:36,999  01:36,424  01:36,899

RAI    01:38,012  01:37,964 01:37,533 

Raikkonen ha disputato una gara consistente portando a casa il massimo risultato possibile per questa vettura. Le dichiarazioni del finlandese a fine gara sono state emblematiche quando ha dichiarato che il team ha dato il massimo ma la vettura purtroppo è lenta.
Rosberg, nonostante l’incidente alla prima curva e la penalità di 10 secondi è riuscito a terminare in terza posizione. Bella la rimonta del pilota tedesco ma con questa Mercedes W07 Hybrid le rimonte sono piuttosto semplici visto il vantaggio che hanno nei confronti delle altre vetture.
La gara “degli altri” è stata vinta da Bottas che grazie ad una strategia ad una sosta è riuscito a terminare la corsa in quinta posizione. La Williams ha adottato una strategie molto diversa dai primi in quanto ha optato per un lunghissimo stint iniziale con le medie per poi montare le hard fino alla fine. Strategia ovviamente favorita dal fatto che il pilota finlandese non si è qualificato per il Q3. Buona gara anche per la Force India di Perez, sesto e per Alonso che, partito dalla P22, è riuscito grazie anche ad un ottima strategia a piazzarsi al settimo posto con una McLaren decisamente in crescita seppur ancora lontana dalle posizioni che gli competono.

In conclusione abbiamo anche in questo appuntamento visto una Mercedes molto veloce, imprendibile per tutti, RedBull compresa. Al secondo posto come miglior Team una RedBull molto positiva che su una pista non di motore è riuscita a star davanti ancora alla Ferrari. Il Team italiano continua a pagare troppi decimi (4 nelle qualifiche della Malesia) di sola macchina da Mercedes e RedBull. Senza contare che gli aggiornamenti portati sul circuito di Sepang, studiati per la vettura 2016 e non per quella del prossimo anno, completamente diversa nell’aerodinamica, non hanno i risultati sperati e sono stati accantonati dopo le prove libere 2 (e non dopo le prove libere 1 come dice Arrivabene….). Al quarto posto nel nostro ranking dei Team ci mettiamo sicuramente la Force India, con una Mclaren però non troppo lontana e nel ruolo di quinta forza. Con la possibilità che a Suzuka quel numero 5 diventi 4, ed essendo per i giapponesi il Gran Premio di casa, un po tutti gli appassionati di Formula 1 dovrebbero tifare per la Mclaren.  

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Pubblicato da
Redazione FUnoAT