Valentino Rossi Vs. Marquez: gli opposti a confronto nell’analisi di Brembo
Infilando una vittoria dietro l’altra i due dominatori del terzo Millennio stanno riscrivendo la storia del motociclismo. A modo loro perché vantano stili di frenata agli antipodi
Uno ha garantito alla classe 500 e alla MotoGP una cassa di risonanza planetaria con i suoi trionfi in serie e le sue scenette. L’altro sta battendo ogni record di precocità.
Parliamo rispettivamente di Valentino Rossi e Marc Marquez: 9 titoli iridati in bacheca e 114 GP vinti per l’italiano che a 37 anni non ha alcuna intenzione di smettere. Il rampante spagnolo gli risponde con 5 Mondiali vinti e 55 successi a soli 23 anni.
Valentino Rossi ha legato la
sua carriera a Brembo: in ogni suo successo, incluse le classi 125 e 250 in cui ha corso dal 1996
al 1999, ha
infatti sempre adottato i sistemi frenanti italiani. Conoscendo alla perfezione
le sue esigenze, i tecnici Brembo definiscono Valentino Rossi un tester molto
esigente nella messa a punto dell’impianto frenante.
Contraddistinto da una
frenata molto potente ed efficace, Valentino è solito recuperare alcuni metri
ai piloti che lo precedono affondando la staccata. Grazie alla sensibilità
affinata nella sua lunghissima carriera, la sua frenata è sempre lineare, mai
brusca. In ogni frangente Rossi predilige controllare il rotolamento della
ruota anteriore, per evitare spiacevoli sorprese. Non a caso, le sue cadute sono
rarissime, come dimostrano i 245 GP consecutivi disputati dal 1996 al 2010.
Al contrario, Marc Marquez ha
un approccio più “selvaggio” alla frenata. Lo spagnolo è alla continua ricerca
del limite e non teme la scivolata anche se nel 2016 è caduto solo 1
volta in gara pagando con il ritiro dal GP. Il suo stile di frenata contempla
un utilizzo minore dell’impianto anteriore e non a caso la RC213V è una delle poche della
classe regina ad utilizzare dischi di minore diametro (solitamente 320 millimetri),
fatta eccezione per l’impegnativa pista di Motegi.
I due rivali si
contraddistinguono anche per un approccio opposto al freno posteriore. Pur non
essendo lineare come Jorge Lorenzo, Valentino Rossi fa della pulizia in
percorrenza di curva uno dei suoi tratti distintivi. Per controllare il
beccheggio il Dottore preferisce affidarsi all’acceleratore e al peso del
corpo. Insomma, raramente lo si vede impiegare il disco posteriore in curva.
Invece Marc Marquez adotta
uno stile che prevede lo spostamento del busto e della testa all’interno della
curva per aprire il gas il più possibile. Correggendo le traiettorie con il
monodisco posteriore riesce a conservare una velocità superiore in percorrenza
di curva. Il risultato è lo scenografico pattinamento del pneumatico posteriore
che lascia impressionanti virgole sull’asfalto.
Due utilizzi agli antipodi
che dimostrano la grande versatilità degli impianti frenanti in carbonio Brembo,
capaci di raggiungere gli 800 gradi di temperatura. Sarà per questo che 22
delle 22 moto della MotoGP 2016 hanno utilizzato impianti Brembo. Per saperne
di più visitate il sito www.brembo.com