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GP AUSTRALIA: il commento di Mauro Petturiti

Un boato rosso scuote il cielo di Melbourne: dopo un anno e mezzo la Ferrari torna a vincere un Gran Premio e lo fa in modo prorompente e con sorprendente dominio.
La Ferrari già in qualifica si era mostrata in palla, prendendo solamente poco meno di 3/10 da Hamilton, ma in gara ha mostrato una consistenza e velocità che non si vedeva da tempo immemore.

Ma partiamo dall’inizio: partenza senza grossi problemi dopo le modifiche regolamentari per limitare l’elettronica che aiuta il pilota allo start. Hamilton scatta via bene con le Ferrari che seguono leggermente attardate ma mantenendo le posizioni.

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Passa il primo giro e il pilota britannico fa l’andatura seguito da Vettel, Bottas, Raikkonen, Verstappen e il gruppo.
Sorprendentemente a differenza dello scorso anno Hamilton non riesce a scappare via, e anzi, Vettel si incolla a meno di un secondo per molti giri senza avere quel deterioramento delle gomme ai quali eravamo abituati, e annebbiando la mente sia ad Hamilton che a Mercedes stessa, costringendoli ad un pit-stop molto anticipato e rivelatosi “folle”. Il Team tedesco ha rimesso in pista il forte pilota inglese in mezzo al traffico, soprattutto dietro a Verstappen, il quale non si é lasciato mai superare nei successivi 4 giri.

Proprio grazie a ciò la Ferrari ha atteso e non marcato gli avversari, aspettando di avere il gap giusto per effettuare la sosta e tentare l’overcut: pit senza problemi e uscita proprio davanti alla Red Bull e Mercedes, con Toto Wolff che mai si era visto così arrabbiato, forse conscio della forza odierna del Cavallino.
Qui praticamente si è decisa la gara, con Vettel che, una volta al comando, ha cominciato a martellare come faceva ai tempi d’oro della Red Bull, staccando sorprendentemente la Mercedes e guadagnando fino a 10″.
Gara a se tra i primi due, con gli altri a seguire più attardati, ma con rimonta finale, a partire da Bottas, solido nel primo gran premio in Mercedes, e più indietro Raikkonen, mai a suo agio questo week-end, prendendosi un pesante distacco (22″) dal compagno di squadra.
Si conclude così il GP con una grande vittoria della Ferrari, meritatissima, e per la prima volta in tre anni la Mercedes é stata battuta a armi pari, senza regali o sfortune altrui; questo fa ben sperare per il proseguo della stagione, soprattutto per lo spettacolo che vedrà almeno in questa fase non due compagni ma forse due scuderie a contendersi la vittoria.
Gli altri: come detto, sul gradino più basso del podio troviamo Bottas, seguito da Raikkonen, Verstappen, molto meglio in gara che in qualifica la sua RedBull, Felipe Massa sesto, poi Perez, Sainz, Kvyat, Ocon, a punti, e a seguire Hulkemberg, Giovinazzi e Vandoorne
Gara con diversi ritiri per motivi tecnici con 13 piloti a finire la gara, e con un altro plauso a nostro Giovinazzi, con un gran premio portato a termine a ridosso della zona punti e senza commettere nessun errore, da tenere assolutamente in considerazione come pilota futuro per la F1.
McLaren come nelle aspettative, deludente e, a detta di Alonso, senza un suo giro ottimo in qualifica e un po’ di fortuna, sarebbe l’ultima forza del campionato.
Ma la cosa da sottolineare, e che era difficile da pronosticare, è che la Ferrari è andata forte sia con gomma UltraSoft, compiendo ben 22 giri, quando Hamilton già 4 giri prima ha anticipato la sosta per un crollo di prestazione a detta sua, e sia con gomma Soft. Sebastian é stato un martello, senza mai permettere agli avversari di neanche avvicinarlo a vista. Questa é una considerazione importante, perché chi riuscirà a sfruttare al meglio le coperture italiane, avrà un vantaggio da qui e alla fine della stagione, potendosi permettere anche di controllare di più gli avversari.
Ultima considerazione: terminato e archiviato il primo Gp, ora si riparte e si va tra due settimane in Cina con alcune certezze in più, e cioè che da quello che si visto oggi, il mondiale potrebbe avere più di un padrone e ciò é un bene per questo sport. Ora rimane solo da vedere su una pista diversa se si confermano i valori visti oggi, e se gli aggiornamenti che porteranno i team amplieranno o diminuiranno i gap. Dalle simulazioni, dicono che queste vetture a fine stagione dovrebbero essere più veloci di oltre 2,5 secondi di adesso, un eternità, ma con i cambiamenti regolamentari fatti c’è da aspettarselo e vedremo chi alla lunga avrà indovinato il progetto della vettura nell’arco dell’intera stagione (la famosa ormai diatriba tra passo lungo e passo corto che tanto ha fatto discutere sia addetti ai lavori sia le frange di tifosi più sfegatati) dato che il mondiale é lunghissimo, 20 gare (19 rimaste).
Ricordiamoci che l’anno scorso Lewis Hamilton con 10 vittorie non riuscì a vincere il mondiale, e questo la dice lunga su quanto ci voglia perfezione in questa F1 per ottenere il massimo risultato, ma per la Ferrari, che ci si aspettava comunque dietro (già ripetere la stagione 2015 ci si avrebbe messo la firma), si prospetta almeno un ottima base per sviluppi futuri, data anche dalla stabilità ora raggiunta all’interno della gestione sportiva.
Un bel 7 pieno all’esordio della nuova F1 con macchine belle da vedere e dicono, anche da guidare, finalmente a prova di pilota, che, parafrasando Villeneuve, ora non sono più dei passeggeri ma fautori del proprio destino. E in queste parole inserisco il binomio Ferrari-Vettel di oggi, semplicemente mostruosi e inarrivabili per gli altri.
Ma se é vero che una rondine non fa primavera, é vero anche che il buongiorno però si vede dal mattino, e che questa alba rossa potrebbe non essere la sola, e il tempo e la pista ci daranno il categorico responso.
di @petturiti
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Pubblicato da
Redazione FUnoAT