Categorie Formula 1

GP MELBOURNE: Previsioni e azzardi

Foto OcranePhotographic

La settimana prossima, a quest’ora, avremo già il primo verdetto del mondiale 2017 con il primo gran premio andato in archivio in quel di Melbourne.

Come sempre, il cuore mi dice Ferrari (come da 20 anni a questa parte, ma sapete al cuor non si comanda), ma la ragione pronostica una Mercedes prima (plausibilmente il re nero) e forse una rossa seconda (la butto li, Vettel). Oltre non mi spingo in previsioni che hanno molto a che fare con l’astrologia e poco con la realtà. Vedete, il problema è sempre lo stesso. La Ferrari vince il mondiale di primavera, che vale qualche titolo strillato, soprattutto in Italia, sul web o sulla carta stampata, ma per il resto si tratta di cartone e neanche di sopraffina qualità. Ora, è vero che a Barcellona abbiamo visto qualcosa di diverso, e date le premesse dopo il catastrofico 2016, è lecito aspettarsi una buona Ferrari. Ma tutto deve essere preso non con le pinze; di più.


(adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({});

Tutti si nascondono, e tutti se serve fanno i temponi con monoposto regolate “ad hoc” (senza andare troppo lontani, basti ricordare i proclami e le analisi dei test premondiale dell’anno scorso). Insomma, quei tempi non ci dicono tutto, quelle simulazioni di gran premio non ci dicono tutto. E a dirla tutta (scusate il bisticcio), neanche il primo gran premio ci dirà tutto.

Su F1AT abbiamo analizzato e sviscerato tutti i parametri possibili, quindi saprete di cosa parlo. Tra l’altro, l’Australia dirà di una prima gara per certi versi a se, come accade con il primo appuntamento mondiale da sempre. E non mi “gaserei” neanche se sul gradino più alto del podio ci fosse una Ferrari. Perché, vedete, il vero problema, ormai atavico della Ferrari, non è neanche più mettere assieme una monoposto “decente”, ma svilupparla nel corso della stagione sfruttando le ore del venerdì. Perché tutti sappiamo, e non si tratta di fare le prefiche da tragedia greca, che la Ferrari non è brava (almeno sino ad oggi) a lavorare sul virtuale, sui dati simulati. I dati virtuali, le computazioni, i piloti nei simulatori mi fanno sempre avere un travaso di bile. Montezemolo non ci ha ancora svelato il “mistero buffo” per il quale accettò la castrazione dei test liberi in pista, quando di piste di proprietà la Ferrari ne ha due, e quando proprio macinando chilometri su chilometri la Ferrari aveva raddrizzato e rivoltato monoposto non nate benissimo.

Qui, vale a dire nell’evolvere la monoposto con pc e simulatori, si “parrà la nobilitate” della Ferrari. Una cosa pare certa: il motore funziona. E chi era a Barcellona lo percepiva chiaramente anche dal suo suono, corposo e potente. La monoposto sembrava anche riuscire a scaricare la potenza in fase di accelerazione nel budello spagnolo, abbastanza bene, seppur con qualche problema in inserimento di curva.


Un’altra cosa è certa: il profilo basso tenuto dal team. Ed a me piace.
Il maggior indiziato per vincere il mondiale resta ovviamente la Mercedes. Il team anglo-tedesco ha messo su una monoposto che è una bellezza per gli occhi. Raramente ho visto monoposto così pulite e armoniche. Della velocità vera in Mercedes ancora non sappiamo tutta la verità. Ma vi ricordo che quella è una corazzata, ha anche tempi di reazioni estremamente veloci, e nella malaugurata ipotesi che abbia un largo margine tecnico, non ce lo vedo il Bottas a dare fastidio a Hamilton. Troppa la differenza e, forse, la deferenza.

(adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({
google_ad_client: “ca-pub-4949726840442324”,
enable_page_level_ads: true
});

Capitolo mistero Red Bull. Sarà forte, non ho dubbi. Fra margini legali, regolamenti rispettati o meno (cosa in cui sono maestri, leggasi in questi giorni la telenovela sulla sospensione anteriore idraulica). Non sappiamo quando vedremo la vera Red Bull. Mi pare di capire che avranno bisogno di qualche gran premio per avere il pacchetto completo.

Per il resto, speriamo almeno di vedere, a Melbourne, un gran premio combattuto. Poi, restano tante incognite. In sostanza…dove va, come si evolverà questo sport?
Per dirla con Manzoni “ai posteri l’ardua sentenza”.

Il Direttore
Mariano Froldi

Condividi
Pubblicato da
Redazione FUnoAT