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GP BAHRAIN: la Haas ha testato una nuova ala anteriore

Il Team Haas si è presentato in Bahrain con una versione di ala anteriore rivista rispetto a quella utilizzata nelle prime due gare stagionali.
Come potete osservare dall’immagine in basso, i flap supplementari, sono diventati 3, con due lunghe soffiature mentre, in precedenza, erano 2. Questa versione di ala è stata provata durante le prove libere e non è stata utilizzata per le qualifiche e la gara. Con molta probabilità, se i riscontri sono stati positivi, la vedremo in pista già nel prossimo appuntamento che si disputerà sul tracciato di Sochi.

Perchè i team cercano di ridurre la corda dei profili dell’ala anteriore e inseriscono sempre più frequentemente le “soffiature”?
Un flusso d’aria quando lambisce una superficie tende, di solito, a “seguire” la superficie che incontra e quando quest’ultima è curva, il flusso d’aria viene incurvato anche lui.
Se la curvatura del profilo in questione è eccessiva, il flusso d’aria, disattende questo fenomeno. In questo caso parliamo di separazione dello strato limite e, tale fenomeno, impedisce l’uso di profili con una curvatura eccessiva in quanto, lo strato limite,  si stacca dalla superficie che si cerca di fargli seguire.Proprio per evitare questo fenomeno, vengono inserire, sui profili alari, le “soffiature” che non sono altro che delle fessure che hanno lo scopo di mettere in contatto le zone di sovra-pressione del ventre con il dorso. L’effetto di “spinta”, generato dal passaggio di una certa quantità di fluido da una zona di alta pressione del ventre dei profili ad una zona di bassa pressione sul dorso del profilo, consente di aumentare la velocità dello strato di fluido attaccato alla superficie nella parte ventrale e allontana quindi il pericolo della separazione dello strato limite dal corpo.
Queste soffiature vanno poste in una posizione opportuna, cioè dove il flusso d’aria risulta più “stanco” e prossimo alla separazione. La “spinta” che riceve , grazie alla soffiatura ha un duplice beneficio: consente al flusso  di essere riaccelerato e di rimanere “attaccato” correttamente alla superficie.

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Pubblicato da
Redazione FUnoAT