Bottas è riuscito nell’impresa: dopo soli quattro Gran Premi con il Team Mercedes si è aggiudicato il Gran Premio di Russia mettendo nel suo palmares la prima vittoria in carriera. Perchè parliamo di impresa? Perche la W08, seppur veloce e migliorata rispetto alla vettura vista in Bahrain, era quest’oggi inferiore a livello prestazionale rispetto alla nuovamente ottima Ferrari SF70H.
GP SOCHI: un Vettel poco aggressivo e il buon effetto scia ha favorito la ottima partenza di Bottas
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In Mercedes lo sapevano già dopo i long run del venerdì: l’unica arma che avevano per riuscire a battere le rosse era riuscire a passare in prima posizione in curva 2 almeno con una vettura. Sul circuito di Sochi la partenza è stata sempre fondamentale poiché le possibilità di sorpasso sono minime e lo si è visto anche ieri. Una gara piuttosto noiosa, senza sorpassi e con nessun Team di testa che se l’è giustamente sentita di sfruttare una strategia a due soste. Troppo costante l’UltraSoft 2017 su un circuito liscio e poco aggressivo sugli pneumatici come quello russo. C’è chi come Hulkenberg ha corso oltre 2/3 di gara con il compound più morbido portato in pista dalla Pirelli in questo mondiale 2017. A noi non piace; vero che i piloti ora possono spingere per piu lunghi periodi in gara ma perché a sto punto non rivedere il tutto, cancellando l’ormai fastidiosa regola delle due mescole obbligatorie, dando la possibilità ai Team di scegliersi tutte le mescole da portare ad ogni appuntamento? Tanto per quanto sono dure le attuali UltraSoft, non vedremmo lo stesso gare a 5 o 6 Pit Stop. Nemmeno a Barcellona, pista da Hard, che diventerà quest’anno pista da Soft molto probabilmente.
Tornando all’analisi della gara, il lungo rettilineo di oltre 1 km che porta in curva 2 poteva essere sicuramente una ottima arma da sfruttare per chi partiva dietro, in primis Vettel e soprattutto Bottas che partendo dal lato pulito di una pista piuttosto sporca e poco gommata per via del suo non utilizzo nei restanti 11 mesi e 3 settimane e mezzo, erano sicuramente favoriti rispetto a chi partiva dal lato sporco (Raikkonen e Hamilton). E cosi è stato con un Bottas che ha sfruttato, anche sulla ripartenza causata dall’inaffidabilità della Mclaren-Honda di Alonso, l’ottimo sistema di partenza Mercedes, un qualcosa che lo scorso anno andava a mettere piuttosto in crisi il Team tedesco. C’è poi da considerare la potenza della Power Unit Mercedes che durante le prime centinaia di metri è quella data dal “bottone magico”, nonché la minor resistenza all’avanzamento della W08 che permette alla vettura anglo-tedesca di avere velocità di punta migliori rispetto alla SF70H.
Ma ci sono due altre cose importanti da sottolineare relativamente alla partenza di ieri: la scia che le vetture potevano sfruttare e la partenza non perfetta di Vettel. Partendo da Vettel, secondo noi il pilota tedesco della Ferrari ha commesso due errori: cambio marcia anticipato quindi sottocoppia oltre ad una strategia poco aggressiva quando Bottas gli ha preso la sinistra per effettuare il sorpasso. Se Vettel fosse stato aggressivo, anche solo stringendo a sinistra leggermente il pilota Mercedes, Bottas avrebbe dovuto sicuramente alzare il piede, accodandosi e forse perdendo anche la posizione su Raikkonen che è arrivato in curva 2 non troppo lontano dal suo compagno di squadra sfruttando la scia. Ecco, capitolo importante la scia: su un rettilineo principale come quello di Sochi l’effetto di risucchio a quelle velocità fa guadagnare la bellezza di due vetture e mezza. Quindi sicuramente anche questo fattore ha giocato a favore di Bottas ma come ha ammesso Vettel, gli è mancata un po di aggressività e di malizia per tenersi dietro l’ottimo pilota finlandese della Mercedes. Una manovra che gli avrebbe fatto vincere sicuramente il terzo Gran Premio stagionale. Se in Bahrain gran parte del successo era stato costruito su una grande partenza del pilota ferrarista (sorpasso aggressivo su Hamilton con gran staccata in curva 1), in Russia non è andata così. Ci sta.
Per chi non ci avesse letto costantemente queste pagine durante il weekend, la Ferrari ha portato in pista in questo fine settimana un’ala posteriore leggermente più scarica rispetto a quella delle prime gare accoppiata alla soluzione del doppio monkey seat oltre ad aver introdotto una nuova specifica di turbocompressore per risolvere alcuni problemi di affidabilità che si erano manifestati durante i test invernali e le prime gare. In Ferrari lo sanno: con un importante passo avanti nell’efficienza aerodinamica della SF70H, il mondiale sarebbe veramente a portata. La SF70H paga ancora troppo drag nei confronti della Mercedes con conseguenze importanti nell’utilizzo della Power Unit (l’utilizzo più spinto della Power Unit può portare a problemi di affidabilità). La nuova vettura del Team italiano genera gran parte del carico deportante dalle ali, pagandolo purtroppo in resistenza all’avanzamento, mentre Mercedes riesce a generarlo con il corpo vettura pagando meno in termini di drag. Non è quindi una questione di potenza della Power Unit, soprattutto in gara, a determinare il delta velocistico tra la SF70H e la W08. Comunque pur utilizzando ali molto più cariche e assetti rake esasperati, Ferrari grazie alla soluzione del fondo flessibile riesce a generare buone velocità sul dritto ma ancora inferiori ad una W08 che anch’essa riesce ad assumere un assetto molto neutro sul dritto grazie solamente ad una taratura piuttosto morbida dell’impianto sospensivo posteriore grazie ad un valore di rake molto meno accentuato.
GP SOCHI: l’analisi del primo stint
Il primo stint di gara è quello che in realtà ha deciso la gara dopo una partenza così così (motivi diversi) per le due Ferrari. E qui entrano in gioco alcuni fattori determinanti. In primis una Mercedes che ha lavorato molto il venerdì sul cercare di sistemare la prima parte di gara, quella meno favorevole per la W08 nei primi appuntamenti di questa stagione 2017 di F1. Una Mercedes che con il pieno ha sempre manifestato problemi agli pneumatici posteriori. Problemi che non vedevano un corretto riscaldamento della superficie dello pneumatico rispetto alla carcassa più dura delle Pirelli 2017 e che, a quanto capito, erano accentuati da un assetto più orientato al far funzionare bene le gomme su brevi run (leggersi qualifica) con la distribuzione dei pesi spostata più sull’anteriore della vettura che sul posteriore. Un qualcosa che è stato corretto per il fine settimana di Sochi (distribuzione dei pesi più spostata sul posteriore), penalizzando la W08 in qualifica rispetto però ad una più positiva prima parte di gara. Prima parte di gara dove Bottas ha fatto la differenza anche per delle mancanze da parte di entrambe le Ferrari SF70H. Mancanze che riguardavano la Power Unit e più in dettaglio il corretto raffreddamento di quest’ultima. Nei primi venti giri di gara entrambi i piloti Ferrari hanno dovuto girare depotenziati per non incorrere in gravi problemi alle loro unità motrici. Problemi che hanno permesso a Bottas di guadagnare molto tempo nel primo settore e di non accusare il “solito” gap tra S2 e S3 dove già dal venerdì la Ferrari faceva valere le sue ottime doti in fase soprattutto di trazione anche grazie ad un assetto più carico.
Analizzando il grafico in basso, Bottas fino al giro 20 è stato costantemente più veloce della SF70H. Una volta sistemati i problemi di surriscaldamento alla Power Unit principalmente generati dal seguire un’altra vettura a pochi secondi di distanza accoppiato al fatto che ad inizio gara le termine erano piuttosto alte, in diminuzione con il procedere della gara, Vettel è riuscito a cambiare marcia e a guadagnare secondi preziosi dal leader. In questa prima parte di gara con gomme UltraSoft sia Mercedes che Ferrari hanno sofferto di blistering sull’anteriore sinistra che si verifica quando una particolare sezione di gomma, vicino alla carcassa, si surriscalda in modo anomalo provocando delle piccole bolle d’aria all’interno dello pneumatico che creano a sua volta un distaccamento della gomma. Questi distaccamenti di gomma possono avere superfici diverse a seconda del livello di stress termico e meccanico cui sono soggette. Sullo pneumatico si vanno a creare dei veri e propri buchi che molto spesso sono molto profondi ed arrivano fino alla carcassa. Secondo Pirelli questo problema è stato dovuto principalmente alla lunga curva 3 del tracciato russo che ha creato dei problemi alla gomma non in appoggio.
Ma la Ferrari, in special modo con Vettel, non ha risentito molto di qusto fenomeno mentre Bottas, giro dopo giro,ha alzato i suoi tempi. Anche analizzando la linea di tendenza si nota chiaramente come il ritmo di Bottas ad un certo punto sale repentinamente mentre quello di Vettel tende addirittura ad abbassarsi complice anche il fatto che nella prima di gara il pilota tedesco non è riuscito a sfruttare le UltraSoft come il pilota finlandese per i problemi alla Power Unit di cui abbiamo parlato poco fa.
Analizzando il passo gara tenuto dai top quattro, in questo primo stint di gara possiamo notare che, Vettel e Bottas hanno girato su un ritmo piuttosto simile. Raikkonen è stato di 2 decimi più lento. Staccato di ben 4 decimi Hamilton che, in questa prima parte di gara, ha avuto anch’egli dei problemi di temperature alla Power Unit, simili a quelli di Vettel e Raikkonen, che lo hanno rallentato. L’elettronica della Power Unit Mercedes tagliava i cilindri in base alle temperature rilevate dai vari sensori, abbassando quindi potenza e coppia. Oltre a ciò c’è da considerare che il pilota inglese durante le qualifiche del sabato ha danneggiato una parte del fondo piatto in una scordolata andando a inficiare le prestazioni della sua W08.
GP SOCHI: perchè il muretto Rosso non ha tentato l’undercut su Valtteri Bottas?
La risposta secondo noi è piuttosto semplice: il muretto Ferrari non ha mai avuto nessuna possibilità di tentare l’undercut su Bottas. Il distacco tra i due è sempre stato superiore ai 2 secondi che è il distacco che avrebbe permesso a Vettel di riuscire a scavalcare Bottas anticipando la sosta. Il muretto Mercedes, avendo il margine per difendersi, ha anticipato la sosta della Ferrari anche perchè il pilota finlandese da li a poche centinaia di metri avrebbe dovuto effettuare qualche sorpasso su doppiati che avrebbero potuto fargli perdere ulteriore tempo dando così la possibilità alla Ferrari di fermare Vettel e tentare l’undercut. Perfetti quindi in Mercedes ma perfetti anche gli strateghi Ferrari che hanno deciso di lasciar in pista il loro pilota di punta per molto altri giri vedendo che le prestazioni della UltraSoft non andavano a decadere e soprattutto vedendo che Bottas faceva molto più fatica a tenere un ottimo ritmo sul compound SuperSoft.
GP SOCHI: l’analisi del secondo stint
Nella seconda parte di gara, con gomme SuperSoft, le Ferrari si sono dimostrate le vetture più veloci. Vettel ha potuto sfruttare delle gomme più fresche avendo effettuato un primo stint più lungo rispetto a tutti gli altri (solo Hulkenberg ha realizzato uno stint di oltre 40 giri con le UltraSoft).
Raikkonen è stato più veloce sul passo di Bottas di circa 1 decimo mentre Hamilton con queste gomme ha sofferto molto di più rispetto al 1° stint. Bottas, seppur meno veloce di Vettel, è riuscito a gestire nel migliore dei modi il vantaggio commettendo solo una piccola “sbavatura” che poteva costargli molto caro, quando, bloccando in curva 13, gli pneumatici anteriori hanno avuto un importante flat spot. Nonostante questo ha tenuto a bada piuttosto bene un Sebastian Vettel che, seppur più veloce, non è mai riuscito ad impensierirlo seriamente terminando comunque la corsa a soli 6 decimi dal finlandese. Una Mercedes che è apparsa più in difficoltà sugli pneumatici SuperSoft che ricordiamo, è l’unico compound che non ha subito importanti modifiche rispetto alla stagione 2016. Il motivo sembra essere legato principalmente a delle temperature della pista più fresche, negative per Mercedes in questo weekend per la tipologia di assetto scelto, e ad un compound che è si un Low Working Range ma deve funzionare a qualche grado in più rispetto alle UltraSoft. Senza considerare che con un serbatoio più vuoto i kg sul posteriore ella W08 erano minori ed è stato più difficile per Botta e Hamilton tenere in temperatura l’asse posteriore. Per importanti cambi di assetto e per le diverse caratteristiche dell’asfalto di Sochi rispetto a quello di Melbourne, della Cina e del Bahrain, si sono ribaltate completamente le condizioni per cui la W08 riusciva ad andar veramente forte o comunque a pareggiare i tempi della ottima SF70H. Questo fa capire quanto i tecnici del Team tedesco debbano lavorare sia in fabbrica che in pista per trovare il giusto compromesso che faccia funzionare al meglio quella che ad oggi è si una vettura veloce ma difficile da portare al limite. E lo sviluppo già dal GP di Spagna andrà in questa direzione: rendere la W08 una vettura più semplice da aspettare e da portare al limite.
GP SOCHI: per Ferrari bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?
Il tutto lo si può vedere in più sensi. Bicchiere mezzo pieno perchè Vettel è riuscito ad allungare nella classifica del mondiale piloti su Hamilton. Mezzo vuoto perchè, dopo la prima fila tutta Rossa delle qualifiche, ci si aspettava sicuramente una vittoria, a portata di mano vedendo poi il ritmo di Sebastian Vettel durante la gara. Con un pilota tedesco più attento in partenza nel cambio marcia e più aggressivo nel difendere la posizione su Vallteri Bottas la strada per la vittoria sarebbe stata spianata poiché anche i problemi di raffreddamento della Power Unit è molto probabile che non si sarebbero verificati (vedere Bottas).