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GP SOCHI: il Pagellone semiserio del Froldi

Il senso della sconfitta per i ferraristi. Voto: farà sempre parte di noi. C’è qualcosa di struggente, tignoso, angoscioso e devastante nell’essere ferraristi. Se si tifa Ferrari c’è sempre una gioia che resta un po’ strozzata in gola, il salto a metà, l’esultanza trattenuta, la paura che dopo un risultato positivo arrivi puntuale la debaclé.
I ferraristi (fra i quali il sottoscritto), sanno che la loro squadra ha vinto molto poco rispetto a quanto avrebbe meritato (e spesso è anche “colpa” della Scuderia). Se si eccettua il quinquennio del grande Schumacher, prima (anche con lui) e dopo: sconfitte cocenti, mondiali persi per un punto o una curva, delusioni rabbiose, anni di Purgatorio se non di Inferno, la sfiga che ci vede benissimo come il toro davanti ad una bandierina rossa. C’è qualcosa di struggente nell’essere ferraristi, forse perché il Drake ha spinto troppo in alto l’asticella del suo sogno titanico. Ha avuto anch’egli una vita travagliata con le sue “gioie terribili” e il suo anatema che non ammette riposo: “Il secondo è il primo dei perdenti”. Anche dopo di lui, cambiano gli uomini, la Ferrari ha sempre questo senso tormentato e claustrofobico per la vittoria, per la vetta. Come qualcosa di faticosamente raggiunto che poi dà le vertigini, ti svuota, e dal quale puoi rapidamente cadere, anche perché la fortuna o il destino non ti sono alleati. Ce ne dobbiamo fare una ragione e guardare anche il lato ironico e metafisico: nella vita si vince e si perde, e forse le sconfitte sono maggiori delle vittorie, cosa che probabilmente da maggior senso e gusto alle seconde. Farà sempre parte del mito Ferrari e del sentirsi ferraristi.

Bottas. Voto: 12. Sapeva di avere un’unica possibilità di vincere. Superare la prima fila rossa. Lo ha fatto. La gara è finita li. E comunque, anche se Vettel gli fosse arrivato negli scarichi, come ha fatto, poi avrebbe dovuto superarlo. Massa in versione Cassandra lo aveva detto il giorno prima: “Questo è il circuito di Bottas, qui va più forte di tutti”. Certo che se con quel lungo si fosse piantato, avremmo gioito per una vittoria, ma avremmo pensato anche che Bottas meritava comunque di vincere.
Ferrari SF70H. Voto: 11. Verso il 30esimo giro, con gomme ormai usurate, Vettel andava più veloce di Bottas con gomme appena cambiate. Si, il compound era più conservativo, ma non capita praticamente mai una cosa del genere. E dà l’idea di quanto fosse veloce ieri la Rossa.
Muretto Ferrari: Voto: 10. La strategia utilizzata era semplicemente la migliore.
Pit Stop Ferrari. Voto: 5. Quando una gara è così tirata, anche perdere mezzo secondo può determinare una sconfitta. Ieri, entrambi i pit stop Ferrari non sono stati all’altezza della meritata fama.
Prima fila tutta rossa. Voto: 10 e lode. Mancava da 9, dico nove, anni. Ecco, ora speriamo di non attendere altri 9 anni.
Partenza dei ferraristi. Voto: 4. Il voto così basso è legato proprio al fatto che partivi davanti, e che ti sei fatto infilare come un pollo non una, ma due vetture. Va bene, abbiamo capito che la Mercedes ha ancora qualcosa di più se si tratta di potenza “istantanea”, che c’era un lungo rettilineo, che era più scarica della Ferrari. Ma queste cose i due piloti rossi lo sapevano e cosa ti fanno? Raikkonen fa una partenza “scarsa” (lo ha detto lui) e Vettel ha un attimo di esitazione. Fatale. La mia impressione? Troppa pressione addosso ai ferraristi, che sono partiti con il freno a mano tirato per non danneggiarsi. Ma come si sa bene, fra i due contendenti il terzo gode e ringrazia. Forse non sono più abituati a stare al vertice con costanza. Che cerchino di abituarsi in fretta, se la macchina continuerà ad essere così prestazionale, perché i mondiali si perdono anche così. Che fine ha fatto la partenza a fionda delle monoposto Ferrari?
Voto complessivo Ferrari. Voto: 9. Dopo 4 gran premi il bilancio è altamente positivo. Non avrei mai scommesso, tre mesi fa, su una Ferrari che se la giocava in ogni gara con la superpotenza teutonica. Onore al merito.
Voto complessivo Mercedes. Voto: 9- . I tedeschi sono un osso durissimo. Se perderanno il mondiale sarà una vittoria (e una sconfitta) che resterà negli annali. Ma c’è un “se” grande come una casa. Credo siano ancora favoriti, alla distanza. Ovviamente spero di sbagliarmi.
Hamilton: voto: 5. Che succede al campionissimo? Black out. Attenuante: questa pista gli sta suo cosiddetti (capita). Aggravante: ha preso una legnata dal compagno di squadra/gregario designato. Interessante per il mondiale. Decisamente meno interessante per gli equilibri di squadra.
Red Bull. Voto: 3. Si sono squagliati come neve al sole. Lo ammetto, vista la spocchia e le sparate del duo Horner/Marko…è una goduria.
McLaren. Voto: tragedia infinita. Alonso che mestamente si allontana dalla monoposto che si ferma poco prima della partenza è la cartolina dell’odissea che sta vivendo la McLaren e dell’incredibile incapacità del gigante Honda di saper fare un motore ibrido.
Strategy Group. Voto: sono folli. Immaginate che nel calcio ci sia una squadra fortissima, ed una che sulla carta potrebbe esserlo. La prima vince sempre, la seconda arranca fra gli ultimi. Allora si decide di prestare, dalla squadra leader, qualche buon giocatore, e magari qualche preparatore atletico. Fantascienza vero? Certo, perché la regola sacra in ogni competizione è che ognuno deve farcela con le sue forze. La Ferrari del 2014 ha toppato il turbo ed ha fatto una delle peggiori stagioni della sua storia. Nessuno, giustamente, l’ha aiutata. Per anni non ci ha capito nulla con le Pirelli, e se l’è dovuta cavare da sola. Quando sento che la Mercedes dovrebbe aiutare la Mc Laren per lo spettacolo, mi viene l’orticaria. Plafonare le prestazioni forzatamente per aiutare lo show è la morte dello sport e soprattutto della Formula 1. Ognuno si aiuta da solo, nello sport come nella vita. In caso contrario si svilisce la stessa essenza non solo dello sport, ma della vita. Dite che sono stato troppo pesante? Pensateci.
P.S.: ora arriva Barcellona. Il primo grande pacchetto evolutivo per tutte le monoposto. Qui avremo un primo responso importante per il prosieguo della stagione. Sono troppo serio in questo pagellone vero? Si, avete ragione. Mi farò perdonare con il prossimo pagellone. Scusante: sono ancora infuriato per la figura da polli dei ferraristi…
IL DIRETTORE: Mariano Froldi

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Pubblicato da
Redazione FUnoAT