Siamo al giro di boa per la F1 di questo 2017, con il Gran Premio di Inghilterra, gara di casa di Lewis Hamilton e anche della Mercedes che ha sede poco lontano dal circuito inglese, e mai tappa fu più¹ azzeccata per dare una sterzata secca al mondiale:
In un sol colpo i teutonici hanno azzerato il vantaggio della Ferrari e di Sebastian Vettel conquistato con relativa fatica in questi primi appuntamenti.
La gara di ieri è stato un monologo grigio, con Hamilton che ha dominato l’intero weekend di gara collezionando pole position, gara e giro veloce, sbaragliando la concorrenza con apparente facilità, in stile 2016, con le Ferrari che sono sembrate la brutta copia di quelle viste nei primi Gp, con una situazione che sembra ribaltata, specialmente nella gestione delle gomme Pirelli.
E questo è il nodo centrale sul quale si basa la buona o cattiva prestazione di una o dell’altra macchina, con Mercedes che dopo 4 mesi di grandi sviluppi, sembra riuscita a capire e trovare la famosa finestra di funzionamento delle gomme, cosa che era riuscita benissimo alla Ferrari, e che, anche dopo un paio di lettere Mercedes alla FIA riguardo all’uso dell’olio e chiusura del fondo flessibile, sembra abbia smarrito lo smalto e la brillantezza che avevamo apprezzato.
Ora Hamilton si trova ad un solo punto da Vettel, con tutta l’inerzia dalla sua parte e il presentimento (vedere le ultime stagioni) che la SF-70H sia quasi plafonata, e che gli sviluppi portati siano solo dei ritocchi, e non proprio vero step, nell’anno in cui invece i cambiamenti regolamentari dovrebbero portare a grandi passi avanti col passare dei mesi.
Questo sta succedendo in Mercedes, e domenica forse ne abbiamo visto i risultati, che si vedranno anche nel proseguito dell’anno, rendendo la seconda parte di campionato durissima per la Ferrari, sembra quasi che da qui in avanti giocherà il secondo tempo in 10 contro 11.
L’immagine del dominio e poi dell’immensa festa di Hamilton e Mercedes davanti al proprio pubblico, farebbe scoraggiare (e onestamente anche “arrabbiare” e invidiare) anche il più sfegatato e ottimista tifoso, sperando e più¹ che mai immaginando, una simile gioia in quel di Monza a parti invertite, solo per restituire e rifarsi di un boccone amarissimo e (in)aspettato.
Con questo non voglio dire che il campionato sia finito, tutt’altro, ma è il momento di dare una sferzata, un cambio di rotta, che possa tenere almeno il passo dei rivali, non dando il vantaggio tecnico che farebbe stare tranquilli i tedeschi da qui in avanti, ma tenerli sempre sulla corda in modo da indurli anche a errori o ko tecnici, che potrebbero aiutare la rossa e Sebastian Vettel, come principale obbiettivo di riportare a Maranello almeno uno dei titoli che mancano da 10 anni.
Questo è il resoconto dopo 10 gare, ma ammettiamo che, a inizio campionato, avremmo messo la firma, sia per un comunque equilibrio tra Rossi e Grigi, e un Vettel in testa al mondiale piloti.
Quello che non deve far ne troppo preoccupare, ne tremare, è che la giornata di domenica sia stata una somma tra la miglior giornata Mercedes e la peggior giornata Ferrari, condita nel finale con un doppio problema, di natura diversa tra loro, al pneumatico anteriore sinistro sia per Vettel che per Raikkonen, cosa che succede una volta su un milione.
Problema che si è manifestato senza avvisaglie, senza che i piloti abbiano fatto in tempo a comunicare eventuali segnali, non dovuto ad assetti o utilizzo estremo delle gomme, e la Pirelli sta indagando per capire la causa.
Ecco, vietato fasciarsi la testa, dopo aver sognato per alcuni mesi e con voce bassa, fin dai test di Barcellona, un qualcosa che quasi è impronunciabile, forse per scaramanzia o altro, e già la prossima tappa potrebbe essere di riscatto per le rosse, con l’Hungaroring (pista di alto carico ed efficienza aerodinamica non particolarmente rilevante) che si dovrebbe adattare meglio alla “corta” SF-70H.
Se dovesse ripetersi un weekend come quello inglese invece, beh, a quel punto non sarebbero solo campanelli di allarme a suonare, ma vere e proprie campane in quel di Maranello, che però in fabbrica e non solo, non trovano sosta e non ne devono trovare se non si vuol far sfuggire il treno vincente.
Vedremo se in Ferrari avranno adottato contromisure e correttivi per migliorare una macchina di per Se buona, lo avevo detto già ad inizio anno che gli sviluppi sarebbero stati la chiave per accedere alla vittoria finale, ma questa pur nata bene SF-70H non basta più per cullare un sogno chiamato MONDIALE.
di Mauro Petturiti
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Vedi commenti
per quanto è innegabile che la mercedes abbia risolto parte dei problemi, vanno visti anche i numeri.
a baku hamilton in 20 giri e un netto vantaggio in rettilieno, non è stato in grado di raggiungere vettel, e ha aperto il drs una sola volta quando c'era la lotta con alonso.
allo spielberg ci sono stati 42 millesimi in qualifica, e 3 decimi in gara di distacco.
a silverstone ogni confronto viene fatto su raikkonen, che è sempre stato più lento di vettel ed è quello che si è preso 20 secondi allo spielberg (complice anche la strategia).
a silverstone il distacco era di soli 15 secondi, e per quanto qualcuno pensi che hamilton stesse amministrando un vantaggio considerevole, bottas con gomma più morbida e sopra a questa mercedes ora di nuovo definitiva astronave, non era assolutamente in grado di raggiungere sempre il solito raikkonen.
forse sarebbe più onesto dire che vettel non ha marcato presenza ne in qualifica ne in gara, per la prima volta quest'anno, prima per demerito suo (e lo scuso) e in parte per gli episodi di gara.