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GP AUSTRALIA / ANALISI TEAM – REDBULL RB14: il passo c’era per stare insieme a Mercedes e soprattutto Ferrari

Il Team RedBull lascia il continente australiano piuttosto delusa per non essere riuscita a dimostrare il vero potenziale della vettura. Partendo da Ricciardo, il fine settimana del pilota australiano è stato rovinando durante le seconde prove libere di venerdì quando per una leggerezza non ha rallentato a sufficienza sotto il regime di bandiera rossa e i commissari lo hanno punito con una retrocessione in griglia di tre posizioni e una penalizzazione di due punti sulla patente. Invece Max Verstappen è mancato nel momento cruciale delle qualifiche quando non è riuscito a sfruttare il potenziale della RB14 visto che, senza l’errore commesso nel terzo settore, poteva lottare per la prima fila con la Ferrari SF71H di Sebastian Vettel.

Il pilota olandese ha compromesso ulteriormente la propria gara già in partenza quando si è fatto scavalcare dalla Haas di Magnussen, non tanto per il fatto che il compound SuperSoft è leggermente meno prestazionali nello spunto della partenza rispetto alle “viola” UltraSoft, quanto per la manovra di “stopping” di Sebastian Vettel che si era accodato al suo compagno di squadra; il pilota danese del Team Haas ha cosi sfruttato la parte esterna di curva 1 per tirare la staccata a Verstappen, sfruttando poi la miglior trazione data dalle Pirelli UltraSoft in uscita. Verstappen ha guidato per tutto il primo stint nel traffico non riuscendo mai ad esprimere il suo reale ritmo. Non c’è stata nessuna possibilità di poter sorpassare il pilota danese della Haas perché secondo gli ingegneri il delta per riuscire a sorpassare su questa pista è di ben 1.6 secondi, gap che può dilatarsi se la vettura che segue ha una velocità di punta minore di quella che la precede. Un altro fattore che è stato determinante in negativo per la gara di Verstappen è stato il danneggiamento del fondo capitato al giro 6 per un passaggio troppo aggressivo sul cordolo esterno di curva 12. Danneggiamento che ha fatto perdere molto carico aerodinamico sul posteriore della vettura guidata dal pilota olandese RedBull e che ha mandato in crisi velocemente gli pneumatici posteriori a causa del troppo scivolamento della vettura.

Discorso simile per il compagno di squadra Daniel Ricciardo che, partito ottavo, è sempre stato nella scia di altre vetture ben più lente di lui. Il pilota australiano, grazie ad una gara senza particolari acuti, ha beneficiato come Vettel e Alonso della Virtual Safety Car e dei ritiri delle due Haas per mettersi alle spalle di Raikkonen senza mai riuscire ad impensierirlo. 

Discorso simile a quello fatto per la Mercedes W09, la RB14 vista nei test e in Australia è superiore alla Ferrari SF71H in curva ma, al contrario di quest’ultima, deve convivere con una Power Unit ancora non cosi performante come quelle utilizzate da Mercedes e Ferrari. E se sommiamo ciò all’utilizzo di ali piuttosto cariche in questo inizio di mondiale che vanno a generare importanti livelli di resistenza all’avanzamento, arriviamo a delta di velocità massime attorno ai 9 km/h rispetto a Ferrari e attorno ai 6 km/h rispetto a Mercedes. Delta velocità che ritroviamo anche nelle velocità prese negli intertempi e sulla linea del traguardo poiché sono punti dove ci si arriva dopo aver fatto della velocità in rettilineo. Detto questo, dei 7 decimi di distacco di Verstappen da Hamilton, 0.35 secondi sono stati persi nei rettilinei dell’Albert Park che diventano 0.6 secondi nei confronti di Ferrari.

La RedBull RB14 è una evoluzione della vettura dello scorso anno: passo ancora relativamente corto pur essendo stato leggermente allungato rispetto alla RB13 che ha concluso la stagione passata, e assetto rake sempre molto pronunciato che tende ad essere annullato sui rettilinei. La novità più importante la si ritrova all’interno del telaio, nella parte anteriore della RB14, con un terzo elemento anteriore completamente idraulico (a quanto abbiamo capito anche se mancano immagini a riguardo) che RedBull non è ancora riuscita a sfruttare per bene soprattutto per quanto riguarda l’assetto flat in rettilineo. A Melbourne la RB14 ha comunque dimostrato di avere carico aerodinamico da vendere con prestazioni da top team soprattutto nel terzo settore, quello più guidato, se consideriamo che Verstappen nel suo ultimo tentativo ha perso circa 2 decimi di secondo per un errore e avrebbe quindi potuto potenzialmente far segnare il record nel S3. 

Passando alla gara, se analizziamo con attenzione tutti i dati emersi, possiamo notare che, a differenza di quello che è sembrato, la Red Bull RB14 è stata molto molto competitiva. Ricciardo ha girato pochissimi giri senza avere del traffico davanti ed andando ad isolare questi frangenti possiamo notare che il ritmo del pilota australiano era molto buono.
Partendo dal giro 24, ossia quando Ricciardo stava girando nel traffico, i riscontri cronometrici ne sono la chiara dimostrazione con tempi nettamente più alti rispetto a quelli di Vettel ed Hamilton. Al giro successivo, grazie al pit stop del pilota che lo precedeva, ha potuto girare finalmente in aria libera e il tempo realizzato si è abbassato di ben 1.2 secondi, qualche decimi più veloce di Hamilton e Raikkonen anche se il compound utilizzato era differente.
A fine gara, dopo aver seguito da molto vicino Raikkonen, il pilota australiano ha rallentato per alcuni giri per raffreddare gli pneumatici e la Power Unit. Al giro 43 il distacco che separava Raikkonen da Riccardo era di 2,2 secondi recuperato agevolmente realizzando anche il giro più veloce della corsa. I tempi dimostrano chiaramente che il ritmo che poteva tenere la RedBull era almeno similare a quello di Mercedes e Ferrari.

Gli ingegneri di Milton Keynes sono convinti di avere già la monoposto con il miglior telaio del lotto dicendo che la RB14 è la vettura più veloce in curva. Il vero tallone d’Achille continua ad essere la potenza della Power Unit Renault nei confronti della Mercedes che un Team concorrente a Melbourne ha quantificato in circa 25 CV di svantaggio in regime di qualifica. Anche se il Team anglo austriaco gonfia addirittura a 55 CV il gap nelle fasi salienti delle qualifiche come per dire “abbiamo progettato la miglior vettura del lotto” ricordando che una differenza di 10 CV su un tracciato come quello di Melbourne equivale a 3 decimi al giro. Attenendoci al primo dato indicato, è facile comunque capire quanto sia buono il telaio della RedBull RB14 che è sicuramente equivalente se non migliore rispetto a quello della Mercedes W09 e migliore, attualmente, a quello della Ferrari SF71H.
di @spontonc e @smilextech

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Pubblicato da
Redazione FUnoAT