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GP BAHRAIN / FORMULA 2: la nuova Dallara F2 2018 condivide molti punti chiave con le moderne vetture di F1

Nel prossimo Gran Premio del Bahrain si aprirà la stagione della Formula 2, che di fatto segnerà l’inizio di un nuovo ciclo: l’obiettivo degli organizzatori è allineare le caratteristiche della serie a quelle della categoria regina. L’aspetto delle monoposto è stato completamente rivisto e la Dallara F2 18 condivide molti punti chiave con le moderne vetture di Formula 1.
Dopo anni di indecisioni, dovuti a difficoltà economiche e mancanza di sponsor, le squadre del neo campionato di Formula 2 hanno acconsentito all’adozione della nuova monoposto, la Dallara F2 2018, mandando definitivamente in pensione la vecchia vettura, la GP2 2011. L’operazione fa parte del progetto di rilancio della categoria, incominciato all’alba della passata stagione con la decisione di rinominarla Formula 2 al posto del vecchio nome di Gp2 series.
Presentata per la prima volta a squadre e pubblico durante lo scorso Gran Premio di Monza, la monoposto nata dalla penna dei progettisti diretti dall’ingegnere Giancarlo Dallara pone un netto contrasto alle linee che hanno caratterizzato le monoposto del passato, avvicinandosi alle forme delle attuali monoposto di Formula 1. Con l’introduzione del dispositivo di protezione del pilota, l’Halo, e l’utilizzo massiccio di ali e appendici aerodinamiche il balzo in avanti è evidente: ciò non bastasse, la decisione della Federazione Internazionale, sotto la direzione di Charlie Whiting, ha previsto un adeguamento non solo telaistico ma anche sul fronte dei motori: la nuova F2 2018 sarà infatti dotata di un propulsore V6 turbo prodotto dalla francese Mecachrome, che da anni collabora con il patron della categoria, Bruno Michel, per la fornitura dei motori.
Con l’obiettivo di chiarire molti aspetti della nuova vettura, abbiamo posto alcune domande ad un meccanico di una squadra impegnata nel campionato di Formula 2.
D: Considerato l’impatto visivo della nuova monoposto rispetto alla precedente, quali sono le aree che Dallara ha mantenuto inalterate o quasi?
R: Non sono poi molte le componenti che la F2 18 avrà in comune con la GP2 11. Tra queste ci sono una buona parte delle componenti del cambio, il sistema frenante e la geometria delle sospensioni.
D: Quali sono invece le zone della vettura che Dallara ha completamente stravolto, ridisegnandole rispetto alla Gp2 11?
R: La macchina rappresenta un progetto completamente nuovo ed ha più caratteristiche comuni ad altri progetti di Dallara rispetto alla GP2 11. La nuova monoscocca in carbonio risponde agli stessi requisiti di sicurezza della Formula 1 2018, compresa la nuova tecnologia di coni anti intrusione laterali ed il sistema Halo. Oltre alla sicurezza anche l’aerodinamica è completamente cambiata e si avvicina molto all’attuale Formula 1.

D: Quali sono le caratteristiche dei nuovi propulsori?
R: Dal precedente 4000 cc V8 aspirato si è passati ad un 3400 cc V6 turbo, sempre sviluppato da Mecachrome. La potenza rimarrà all’incirca uguale, intorno ai 620 CV, anche se ovviamente il limitatore è posto ad un regime di rotazione inferiore.
D: Quali sono le zone della monoposto che il regolamento permette ai team di sviluppare?
R: A differenza della Formula 1, la Formula 2 non lascia margini di intervento alle squadre, come in ogni altra categoria monomarca. Il nostro lavoro si limita all’ottimizzazione di tutte le componenti concesse dal regolamento, per lo più legate al set up della vettura in previsione gara.
D: All’interno dell’abitacolo sono stati mantenuti gli stessi controlli dell’attuale monoposto?
R: Il volante è diverso, ma non ci sono grandi rivoluzioni sui controlli.
D: Come funziona il marshalling-system in uso attualmente e che sarà ancora presente sulla nuova monoposto?
R: Il pilota viene informato sulla presenza di bandiere in pista o dell’ingresso in regime di Virtual Safety Car tramite led colorati sul volante.
D: Rispetto alle Formula 1, con la VSC le Formula 2 possono essere limitate elettronicamente dalla direzione gara?
R: Per motivi di sicurezza non è consentito alcun controllo esterno da parte della direzione gara ne dai team. I commissari comunicano l’ingresso in regime di VSC, poi sta al solo pilota rilasciare l’acceleratore entro un tempo limite deciso dalla direzione gara (un tempo di reazione che può essere modificato a seconda del circuito in base alla visibilità dei pannelli a bordo pista) e adeguare la propria velocità al di sotto degli 80 km/h previsti. La direzione gara dispone di un’azione immediata sul rispetto di tali limiti in pista.
Autore: @scapingianmarco

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Pubblicato da
Redazione FUnoAT