In quella che è la pista che per eccellenza va ad esaltare la telaistica delle vetture per ottenere la massima aderenza (il cosiddetto “grip meccanico”) su un asfalto cittadino piuttosto scivoloso, la RedBull di Ricciardo domina non solo le qualifiche odierne ma tutte le sessioni di questo sesto weekend della stagione. Scorrendo infatti i risultati del weekend, possiamo trovare Ricciardo in prima posizione nelle FP1 e FP2 di giovedì, ma anche nelle FP3, Q1, Q2 e Q3 odierne. Seconda Pole Position in carriera a Montecarlo per il pilota australiano, dopo quella ottenuta due stagioni fa. Il su crono di 1:10.810 minuti è il record della pista di Monaco.
Ad aiutare il risultato del Team di Milton Keynes anche il basso valore dell’effetto potenza, solo 0”11 secondi di guadagno ogni 10 CV, essendo Monaco un circuito poco sensibile alla potenza dei motori. Proprio per questo, il “Party Mode” di Ferrari e Mercedes ha funzionato in maniera minore rispetto ad altri circuiti, portando Vettel a 2 decimi di distacco ed Hamilton a 4. Considerando il gap motoristico che separa la Power Unit Renault da quelle Ferrari e Mercedes di circa 20 CV, 2 decimi circa a Monaco, si può facilmente capire come oggi la differenza l’abbia fatta la RB14 e quel gran pilota che è Daniel Ricciardo. Ottima comunque la prova di Sebastian Vettel che si prende una importante prima fila davanti ad un positivo Lewis Hamilton. Quarto e quinto i due “gregari” (Raikkonen e Bottas) a cui entrambi i quattro volte campioni del mondo hanno rifilato 2 decimi. In molti si chiederanno quanto si è classificata l’altra RedBull, quella di Max Verstappen: in ultima posizione poiché non ha potuto parteciparci per via del grave errore commesso nelle PL3. In casa RedBull si pensava di riuscire a portare in pista il pilota olandese per la Q1 ma a dieci minuti dall’inizio delle qualifiche, all’avvio della vettura, gli ingegneri del Team di Milton Keynes hanno notato che c’erano anche dei danni al cambio. Fine della giornata per Verstappen. Un errore gravissimo, che sommato ad altri commessi in questo inizio della stagione, stanno mettendo una pressione pazzesca sul baby prodigio scoperto da Helmut Marko.
Come sempre è molto interessante andare a valutare gli Ideal Lap per capire se qualche pilota aveva nel taschino quel qualcosa in più che lo avrebbe portato più avanti in griglia.
Dei Top Team solo Lewis Hamilton non ha trovato un gran giro in Q3, chiudendo a quasi 1 decimo e mezzo dal suo Ideal Lap che lo avrebbe avvicinato (62 millesimi di distacco) al crono fatto segnare da Sebastian Vettel. Per tutto il weekend, il problema del pilota inglese della Mercedes è stato il terzo settore e anche nella giornata odierna non è stato da meno visto che ha fatto segnare il peggior crono dei primi 5 classificati, pagando addirittura quasi 3 decimi da Ricciardo. Il pilota inglese parla di un errore commesso proprio in quel settore di pista nel giro “buono”.
A parte il primo settore, fucsia per Lewis Hamilton, gli altri due terzi di pista sono ad appannaggio della RedBull di Ricciardo, la vettura che meglio si è adattata alle morbidissime HyperSoft portate in pista per la prima volta in stagione dalla Pirelli (saranno utilizzate anche nel prossimo appuntamento, in Canada).
Per quanto riguarda il primo stint di gara, ne parlavamo nell’analisi delle prove libere online ieri su queste pagine (
LINK), anche Mercedes scenderà in pista con il compound HyperSoft dopo aver tentato di qualificarsi con la più consistente, per la W09, UltraSoft.
Una W09 che è tornata a “lottare” con gli pneumatici e che ha generato negli ingegneri del Team anglo tedesco
il grande dubbio su che mescola utilizzare per passare il taglio in Q2 poiché la HyperSoft, anche nelle PL3, è sembrata generare molto graining su entrambe le W09. Ma il secondo di gap tra HyperSoft e UltraSoft (1.4%) non ha permesso a Hamilton e Bottas di passare il taglio del Q2 con la mescola “viola”. Un quattro volte campione del mondo comunque soddisfatto delle qualifiche odierne, e c’era da aspettarselo vista la posizione davanti a Kimi Raikkonen e il compagno di squadra Valtteri Bottas:
“E’ stata una buona sessione. Abbiamo fatto il nostro massimo con una vettura che non era all’altezza della RedBull. Peccato per un errore nel terzo settore del secondo tentativo perché probabilmente senza questa sbavatura sarei riuscito a salire al secondo posto”.
Positive le novità a livello di sospensione portate in pista in questo weekend dalla Mercedes che hanno permesso ad Hamilton di recuperare quel feeling perso lo scorso anno con la sua “lunga” vettura.
Ferrari, dopo la prestazione “monstre” dello scorso anno, ha migliorato il comportamento di entrambe le SF71H ma non abbastanza per avvicinare i tempi fatti segnare dal Team RedBull. Una Ferrari che oggi ha pagato la mancanza di avere già gli pneumatici anteriori correttamente in temperatura nelle prime curve del tracciato monegasco; sia Vettel che Raikkonen hanno infatti avuto importanti problemi ad affrontare curva 1 nonché delle posteriori “calde” nell’ultimo settore che non hanno permesso di sfruttare appieno le doti in fase di trazione della vettura italiana. Queste le parole di Vettel: “Oggi non sono proprio riuscito a fare la prima curva come volevo, ma per il resto, sono andato bene. E’ stata una sessione complessa, soprattutto per far funzionare bene le gomme soprattutto nell’ultimo settore dove RedBull ha trovato una aderenza che a noi manca“. Molto simili anche le parole di un Kimi Raikkonen molto deluso per non aver centrato almeno la terza posizione. Ciò che era importante per Vettel nella giornata odierna, dopo il crash di Max Verstappen nelle PL3 che non ha permesso al pilota olandese di partecipare alle qualifiche, era trovare la prima fila per cercare di mettere pressione a Ricciardo nella partenza di domani e nella prima parte di gara.
Per quanto riguarda la gara di domani, sarà fondamentale la partenza e la prima parte di gara che porterà al primo e probabilmente unico Pit Stop di gara, salvo sorprese (da verificare la tenuta in gara della mescola rosa) e/o Safety Car in momenti interessanti di gara. Il tracciato non è critico per il consumo di carburante, essendo la percorrenza totale di 40 km inferiore a tutte le altre gare, ma col massimo carico aerodinamico e per la aumentata aderenza delle mescole serviranno attorno ai 95 kg di benzina per la gara, circa 5-7 kg in più che in passato. Come si può intuire, vista la tortuosità del tracciato, le probabilità di ingresso della Safety Car sono molto elevata e pari al 57% (per 6-8 giri consecutivi). Calcolando che in quei giri si consuma circa 1 kg in meno per ogni giro percorso dietro SC, è possibile fare una strategia aggressiva caricando meno benzina del previsto e gestendo il consumo, per poter andare più veloce tutti i giri (questo considerando che Montecarlo è un circuito mediamente sensibile al peso e 10 kg di benzina in più sono mediamente 0.14 secondi a giro. Oppure, come alternativa, le vetture potranno “bruciare benzina” per produrre energia elettrica aggiuntiva per caricare la batteria. Ma il tracciato non è particolarmente esigente per la potenza, quindi gli ingegneri della strategia, dai Remote Garage, lavoreranno su queste opzioni.
Per concludere questa analisi delle seste qualifiche della stagione, prendiamo le parole di Lewis Hamilton che riassumono molto bene quello che domani possiamo aspettarci: “La gara di domani sarà una incognita. Non sappiamo come andranno le gomme sulla nostra vettura e nemmeno sulle altre. Potrebbe essere una gara noiosa o piena di colpi di scena. Ci potrà essere qualcuno che adotterà addirittura una strategia a due soste”. Questo è il Gran Premio di Monaco! A domani.