Nel paddock è anche ben evidente la bandiera a mezz’asta, una tradizione ormai lontana più di quattro secoli, oltre al nastro nero sul braccio sinistro di ogni membro del Team italiano.
Bello anche il gesto del Team Haas che ha voluto ricordare cosi il manager italiano sull’airscope della VF18: “In memory of our friend and colleague Sergio Marchionne 1952 – 2018”.
Soffermandoci sulle SF71H, viste in pista nella prima ora e mezza di prove libere di questo undicesimo appuntamento stagionale, a livello tecnico la vettura non presenta novità rispetto a quella vista in pista nelle ultime due gare.
Non si è vista la nuova soluzione degli scarichi wastegate portata in pista nelle PL1 del Germania GP, un esperimento troppo importante per essere portato in pista solamente in un giro e poi introdotto definitivamente già nel successivo Gran Premio.
In questa prima ora e mezza di libere i due piloti della rossa hanno utilizzato configurazioni aerodinamiche molto simili con una unica differenza: la specifica di cofano motore. Sebastian Vettel ha portato in pista l’ultima versione portata nel Gran Premio di Silverstone, più chiuso e con una diversa chiusura mentre sulla SF71H di Raikkonen si è vista la specifica XXL quindi più aperta e con una influenza negativa maggiore sull’aerodinamica posteriore della vettura. Una differenza che è da associare al diverso chilometraggio delle unità motrici installate all’interno; il finlandese ha dovuto percorrere tutti gli scorsi 6 appuntamenti, oltre al sabato e la domenica del GP della Spagna (circa 4500 km in totale), con l’endotermico attuale per via del problema avuto nel venerdì spagnolo.
Una Ferrari che in queste FP1 ungheresi si è concentrata sulla raccolta di dati utili in funzione del setup da utilizzare nella giornata di domani / domenica anche grazie a delle telecamere / termocamere installate (inversamente) sugli airscope delle due vetture.
Autore: @smilextech