GP Monza 2018. Mai come quest’anno c’erano tutti gli ingredienti per assaporare una pietanza deliziosa che negli ultimi anni solo da lontano si è potuta osservare. Il sabato la doppietta Ferrari in Qualifica ha scaldato gli animi già bollenti, e caricato a mille per il GP di Casa Nostra.
Ma purtroppo, già alle 15:13 il sogno si è infranto alla Roggia, con quello che tutti i ferraristi temevano, ma non credevano (o volevano) potesse accadere.
La cronaca la risparmio, si è già detto tutto, forse anche troppo, e la nuda realtà si è materializzata improvvisamente davanti a noi. La giornata del possibile recupero si è trasformata in una mezza disfatta, dato che sono quasi raddoppiati i punti di distacco tra Seb e Hamilton, già 17 prima dell’appuntamento italiano. Ora, se ne sono sentite di voci, critiche, croci, e chi più ne ha più ne metta, del motivo per il quale Vettel non ha saputo gestire la partenza in modo lucido. Si è parlato di strategie in partenza con Kimi, poi di scambi di posizioni a GP in corso, senza però fare i conti con l’oste, e che oste, Lewis Hamilton, il quale come un falco, ha approfittato di una gestione non perfetta delle Ferrari in partenza, per sferrare un attacco che ha confuso Sebastian, non inducendolo a ragionare sull’intero Gran Premio, ma sul difendere la posizione a tutti i costi; cosa che, facile a dirsi ora, era meglio dare in quel momento, attendendo lo sviluppo della gara.
Innegabile e controproducente non ammettere l’errore, così come l’astuzia e la bravura di Hamilton nel saper affondare il colpo in uno dei momenti decisivi del campionato. I piloti sono esseri umani, e si sa, possono sbagliare, effettuando valutazioni a 300 km/h e in frazioni di secondo, ma aldilà dei meriti/demeriti, si sta susseguendo una serie di deliri da parte di certa stampa, (pseudo)tifosi, cambiando opinioni e gettando fango o osannando nel caso specifico di Vettel (cosa fatta anche a Kimi non molto tempo fa), a seconda del risultato positivo-negativo. Io non rinnego assolutamente Seb pilota, non rivango nel passato invocando fantomatici salvatori della patria sicuri, ma ammetto che con questa macchina, si deve e si può fare di più, mai come ora.
Non è blasfemo affermare che Lewis, al netto dello stile Mercedes deplorevole sull’utilizzo plateale del secondo pilota, sia un campione dotato di un talento cristallino e unico, che quando è in stato di grazia, è praticamente imbattibile. Detto questo, allo stesso modo, non si può passare dall’osannare in una gara il tedesco della Ferrari, e coprirlo di fango e screditare tutto il suo passato solo per aver tentato di resistere al suo avversario; questo non lo accetto, perché probabilmente se non l’avesse fatto magari si sarebbe detto che doveva essere più aggressivo.
Non finiremo più con questi discorsi, come il cane che si morde la coda, ma uno spunto suggerito dall’amico Vito Quaranta, mi porta a parafrasarlo, quando dice che Sebastian dovrebbe cambiare approccio nei momenti nei quali viene messo sotto pressione, specialmente nelle partenze. Per battere questo Hamilton, bisognerebbe agire più di testa, cercare di fare ciò che è riuscito a Nico Rosberg nel 2016, snervando dentro e fuori la pista Lewis, perché entrambi i contendenti al titolo, a mio parere, sono “deboli di testa”, ma chi sarà più bravo a sfruttare il momento di debolezza dell’altro, avrà la meglio, e Lewis ora è in vantaggio per questo. Non tutto è perduto, ci sono 7 gare da disputare e 175 punti con 30 da recuperare e con il punteggio attuale, basta pochissimo per ribaltare il mondiale..
I fischi poi, brutti, sotto al podio, erano più per la paura, per Bottas e la Mercedes, che per Lewis stesso e hanno e stanno facendo più forte il britannico, anziché il contrario, capace di estraniarsi da tutto ciò che lo circonda, trasformando il negativo in positivo. Se Vettel stesso facesse ciò, beh, avrebbe una forza incredibile, pari se non superiore all’alfiere Mercedes.
Il vero punto è: la SF71-H è all’altezza del compito, una macchina che ha recuperato il gap con una Mercedes stellare con regolamento cucito su misura, e potrà lottare in tutte le rimanenti gare, un 4 volte campione del mondo che non ha nulla da dimostrare, ma che solo in simbiosi perfetta con la rossa, potrà dare filo da torcere al team tedesco(quadri campione uscente ricordiamolo), e sopratutto ad un Lewis che è il vero grande ostacolo da superare in questo 2018, e se il titolo dovesse rifinire in mano sua, tanto di cappello a cotanto campione. Poi certo, la tuta rossa e’ così, ti eleva al cielo e ti butta a terra, così come noi tifosi, sta a Sebastian rimettere le ali alla sua voglia vera, genuina e forse troppo italiana, di conquistare un sogno chiamato mondiale, e chissà se già a Singapore, riparleremo di una grande Ferrari, già, chissà.
Autore: Mauro Petturiti (@m_petturiti)