GP AMERICA: Austin è una pista con tanti sali scendi che diverte molto i piloti E’ sicuramente una delle piste più interessante disegnata da Tilke. La prima curva a sinistra dopo il traguardo possiede un raggio stretto e, soprattutto, è situata sulla cima di una forte pendenza a salire , caratteristica che rende l’entrata assolutamente “cieca”. Sarà interessante osservare le differenze nella maniera di interpretare questo tratto da parte dei piloti, e specialmente allo start, quando i piloti arriveranno tutti insieme creando un pericoloso imbuto.
Un altro punto molto spettacolare della pista è la sequenza creata dalle curve 3, 4 e 5. Il sinistra-destra-sinistra ricorda le curve Maggots-Becketts di Silverstone. q
Nel terzo settore invece troviamo le curve 16, 17 e 18 che ricordano vagamente le famose 7-8-9 del tracciato di Istanbul; con queste condivide senz’altro la necessità di trovare una traiettoria unica che riesca a raccordarle tutte, differenziandosi però nel verso della piega. Questo punto della pista si percorre parzializzando in ingresso e a centro curva, per poi uscire in pieno, e avvantaggia notevolmente le vetture con un carico aerodinamico molto alto.
GP AUSTIN: quello di Austin è un circuito da medio carico aerodinamico
Quello di Austin può essere considerato un tracciato da medio carico aerodinamico, dove è molto importante riuscire ad avere una vettura efficiente aerodinamicamente visto il lungo rettilineo (oltre 1 chilometro) presente nel secondo settore.
Parlando di trasmissione, ad Austin i cambi della varie vetture sono piuttosto sollecitati poiché il numero delle cambiate è fra i più alti della stagione.
Per quanto riguarda la Power Unit, il tracciato americano sarà piuttosto impegnativo per l’endotermico poiché resterà al massimo regime per oltre il 60% del giro. Sempre parlando di parte endotermica, la potenza di picco sarà nuovamente molto importante sul circuito delle Americhe con valori importanza addirittura maggiore rispetto al già “esoso” circuito di Suzuka. Concludendo questo breve paragrafo riguardante le Power Unit, anche la parte ibrido sarà piuttosto importante poiché varrà per quasi il 3% del tempo sul giro.
Capitolo consumi: per via della configurazione da medio alto carico aerodinamico, parliamo di un circuito mediamente “esoso” sui consumi ma non dovrebbe essere problematico in quanto le stime prevedono un consumo di circa 100 kg.
GP AUSTIN – PIRELLI – UltraSoft accoppiata alla SuperSoft e alla Soft
La Pirelli per questo appuntamento in terra americana ha deciso di portare in pista le UltraSoft, SuperSoft e Soft. Sembra una scelta esattamente uguale a quella del 2017 ma così non è in quanto i compound di questa stagione sono più morbidi di uno step rispetto a quelli usati nella passata stagione-
MARIO ISOLA – RESPONSABILE CAR RACING
“Come abbiamo visto lo scorso anno, ad Austin potranno essere possibili diverse strategie, in una gara che è sempre difficile da interpretare soprattutto a causa del meteo molto variabile e delle caratteristiche del tracciato. Negli ultimi anni l’evoluzione dell’asfalto non è stata molta, rispetto agli inizi: come sempre, sarà molto importante per i Team utilizzare le sessioni di prove libere per ottenere informazioni aggiornate sul tracciato e preparare al meglio la propria strategia. Per questa gara la tattica non è così scontata, visto che il circuito offre diversi punti dove poter sorpassare, come abbiamo visto nel 2017. Quello di Austin è un appuntamento importante anche per Pirelli, che proprio qui è title sponsor. Questo sottolinea il ruolo chiave degli Stati Uniti per l’azienda, con il primo P Zero World inaugurato a Los Angeles due anni fa”.
Guardando la tabella in basso si possono notare alcune differenze nelle scelte dei compound tra Mercedes / RedBull e il Team Ferrari. La Scuderia italiana ha infatti scelto di portare negli Stati Uniti un solo set di Soft per Raikkonen (due per Vettel), privilegiando il numero di SuperSoft, ben cinque per il pilota finlandese (quattro per Vettel). Mercedes e RedBull invece hanno optato per delle scelte meno aggressive: Hamilton per esempio arriva ad Austin con ben tre set di Soft a disposizione e tre “soli” set di SuperSoft.
Se analizziamo i set di pneumatici
a disposizione dei piloti possiamo notare che, in questa occasione, i 3 top
team hanno effettuato scelte pressoché similari con una media di 7 Ultrasoft, 3
Supersoft e 2 Soft. Sorprende, ancora una volta, la McLaren, la quale da qualche
gara a questa parte sta privilegiando molto la Soft a discapito delle SuperSoft
e delle UltraSoft.
I restanti team si mantengono sulle
classiche adozioni: 8-9 Ultrasoft, 3-4 Supersoft, 2-3 Soft.
GP AUSTIN: quella di Austin è una pista favorevole alla Mercedes?
La Ferrari si presenta sul continente americano con il morale piuttosto basso a causa delle opache prestazioni avute dalla SF71H dopo il Gp di Monza. Ferrari è attesa alla riscossa anhe grazie all’ultimo pacchetto aerodinamico che verrà utilizzato sulla SF71H che, teoricamente, dovrebbe andare a risolvere i problemi di bilanciamento di cui hanno sofferto molto Vettel e Raikkonen. Il nuovo fondo portato in pista a Suzuka non ha funzionato così come gli endplate posteriori “forati” che sono stati portati a Singapore. Questa soluzioni sono state subito smontate sulla SF71H a Suzuka con riscontri positivi che non si sono tramutati in risultati in pista visto l’errore strategico nelle qualifiche e i danneggiamenti in gara che hanno tarpato le ali ai due alfieri di Maranello.
Una Mercedes che parte ad Austin con i favori del pronostico visto che il tracciato esalta le vetture con un’ottima efficienza (su circuiti da medio carico ovviamente ) e che hanno una Power Unit molto potente. Due caratteristiche ben presenti nel DNA della ottima W09 che ha iniziato ad esprimere tutto il suo potenziale soprattutto grazie al lavoro fatto per migliorare la gestione e lo sfruttamento delle gomme.
Concludiamo questa preview con un po’ di numeri sui distacchi chilometrici relativi al 2018 e confrontati con quelli del 2017 per avere un’idea di massima su quali sono i team che hanno avuto il maggior guadagno prestazionale rispetto alla passata stagione.