Il pagellone semiserio del Froldi
GP USA – Austin – 2018
La vittoria di Kimi è un curioso e formidabile
incrocio di sentimenti contrastanti. Il passato che non può tornare. Un pilota
da ritrovare che, per la terza volta di fila, si gira manco fosse un
debuttante. Un malcelato senso di malinconia per le tante occasioni sprecate in
questo 2018 si confonde e mescola intimamente con la festa per la sesta
bandiera che sventola a Maranello. Meglio vincere che perdere. Lapalissiano.
Eppure; eppure certe vittorie pesano più di tante sconfitte. Per il retrogusto
amaro che lasciano nel nostro intimo quando, da tifosi Ferrari si va a letto e
si spegne la luce, nella tarda domenica, pensando a ciò che poteva essere e non
è stato. Al secondo anno di fila non dico buttato ma che avrebbe potuto
descrivere scenari ben diversi e non immeritati. Vince meritatamente il
Mondiale Lewis Hamilton e vince meritatamente la Mercedes. Un Team a cui la
Ferrari dovrebbe guardare con umiltà: vivisezionarla, studiarne tutte le mosse
(dall’organizzazione interna, alla catena di comando, alla forza politica). Lo
ripeto: con umiltà. Lottando con forza per le cose che contano e lasciando
perdere velleitari cinguettii su twitter che ti fanno pensare a troppa
arroganza e, ancora una volta, ad una mancata e seria disamina delle proprie
mancanze. E’ sempre così in Ferrari. Sempre colpa degli altri. Nel frattempo il
Team cerchi almeno di recuperare Sebastian Vettel. Lui “serve” al meglio. Per
se stesso, per la Ferrari, per la Formula Uno.
Raikkonen. Voto: 10 e lode. Vedere Kimi rivincere in Ferrari è stato romantico, a dir poco.
Penso che nel passato “recente” ci sia riuscito solo Berger. Kimi è tutto
fuorché Ice-Man. Parla poco perché è semplicemente un carattere introverso. Ma
si capiva quanto fosse contento per questa vittoria tanto attesa e, alla fine,
arrivata.
SF71H. Voto: Che disdetta. Resterà una delle monoposto di
Formula Uno più veloci e consistenti degli ultimi anni. Le è mancato
l’alloro.
Vettel. Voto. crisi nera. Anche qui. Sentimenti contrastanti.
Mi convinco sempre di più che sia simile a Mansell, e io adoravo Mansell. Ma mi
ha fatto, anche domenica, andare fuori di testa. Tra l’altro già s’era messa
male per un suo errore sabato. Penalità stupida ovviamente, ma se il
regolamento è così, te la devi beccare. Gli errori di quest’anno e la sua
fragilità forse potrebbero trovare spiegazione in problemi di cui si è
accennato timidamente (se la sua intervista con Mara Sangiorgio è stata
tradotta correttamente) anche fra i commentatori di Sky. Sinceramente non so
cosa dire, non riesco a trovare una posizione fra coloro che dicono che un
pilota di Formula Uno deve pensare alla gara quando chiude la visiera o fra
coloro che pensano che anche questi cavalieri del rischio siano esseri umani; e
anche loro possano essere influenzati nelle loro prestazioni da sentimenti ed
emozioni. E’ successo qualche anno fa a Lewis con l’ex fidanzata. Non tutti fanno
come Niki Lauda. Che comunque non fu solo quello che si mise il casco con le
carni sanguinanti, ma anche colui che fece il “gran rifiuto”. Per
sdrammatizzare…ma le gomme di Vettel hanno il sapone sopra?
Maurizio Arrivabene. Voto: 3. Probabilmente, anzi quasi
certamente, resterà un altro anno. A mio parere, ma io non sono nessuno anche
se Mark Webber la pensa come me, non è il Team Principal di cui ha bisogno la
Ferrari. Mattia Binotto a questo punto è il grande sconfitto. La mia speranza è
che non ci sia un’ennesima “notte dei lunghi coltelli” in salsa modenese e che
tutti lavorino ancora di più per portare l’iride a casa nel 2019.
Maurizio Arrivabene e la dedica a Daniele Casanova
(ingegnere GeS scomparso prematuramente). Voto: bellissime parole. E commozione vera.
La Scuderia Ferrari e la comunicazione sui social.
Voto: non trovo le parole.
Appena finita la gara è uscito questo Tweet che riportiamo con il sacrosanto
commento di Formula Humor. Che dire? Quanta arroganza!
Hamilton. Voto.: 8. Se la monoposto non è al top, non
rischia oltre modo. Anche per questo eguaglierà il record di Fangio.
La Fia e il suo regolamento tecnico. Voto: Mah! Può un componente essere un pò
illegale ma non troppo? E’ un mistero buffo quello relativo ai cerchioni posteriori
microforati della freccia d’argento utili, pare, per risolvere i noti problemi
di surriscaldamento delle gomme posteriori. Se una cosa è legale dici che è
legale, se è illegale dici che è illegale e la bandisci. Tertium non datur. Su
alcuni siti motoristici, si legge che la Federazione avrebbe chiesto alla
Mercedes di tappare questi microfori, cosa che avrebbe fatto prima della gara.
E all’improvviso ecco il blistering sulle monoposto anglo-tedesche. Non sono
Sherlock Holmes, sono moderatamente in malafede verso i grigi, ma non ho le
competenze necessarie e lascio la parola per questa querelle a Cristiano e PG,
che ne sanno più di me. Ma il punto è che una Federazione che agisce in questo
modo (vedi anche sensori batterie Ferrari). non fa il bene di questo bellissimo
sport..
Verstappen. Voto: un bullo (questa volta) da
applausi. Nulla da dire.
Gara splendida, duelli mai fuori dal limite, e una volta tanto che fa il gioco
della Ferrari (anche se in realtà sta prolungando l’agonia per noi Ferraristi…)
Ricciardo. Voto: Mobbing che ti toglie le ali. Che in Rb gli diano gli scarti (da
quando ha annunciato il passaggio in Renault) mi pare evidente. Nulla di nuovo
sotto il sole.
Tute Red Bull. Voto: sublime obbrobrio. Gli austriaci non sono il top in
quanto a stile ed eleganza. Però…una tuta brutta come quelle che i poveri Max e
Daniel hanno dovuto indossare nel fine settimana a Dallas…non l’avevo mai
vista.
Pirelli. Voto: ogni tanto ci ricascano. Copio e incollo da PG: «Credo sia
vergognoso che Pirelli poche ore prima della gara vada a modificare le
pressioni degli pneumatici (+1.5 psi). E gli assetti? Siamo a fine stagione e
ancora si parla di “valori diversi di carico e velocità” rispetto a
quelli uscenti dalle simulazioni». Aggiungo: e la sicurezza?
foto @FormulaHumor