Il pagellone semiserio del Froldi
Suzuka 2018
Tutto o niente. Tutto e niente. Tutto per niente. Dentro o fuori. Quando si è disperati, si compiono mosse disperate. Bluffi con le carte, butti la pallina sulla roulette e attendi, ti lanci nel vuoto e chiudi gli occhi. Ma come sa il giocatore d’azzardo, una volta ti va bene, 9 ti va male. Il fine settimana in Giappone ci ha mostrato, nella sua “tragedia in due atti” (prove e gara), l’evidente stato confusionale in cui si trova il Team di Maranello. Possiamo declinare così il “triste autunno della signora in rosso” (Turrini dixit). Dopo la gara di Monza (Ferrari che monopolizzava la prima fila) il trend negativo della Scuderia di Maranello ha assunto le proporzioni di una crisi impensabile, sino ad arrivare alla gara disperata di Vettel nella terra dei Samurai; si potrà discutere a lungo se sia stato danneggiato da Max Verstappen o se si sia danneggiato da solo. Si potrà discutere a lungo perché il Team abbia sbagliato completamente la scelta degli pneumatici nel Q3 di sabato, quando si decideva la pole position.
La Ferrari di Singapore, Russia e Giappone non è mai stata realmente competitiva. Una crisi organizzativa e tecnica profonda. Tutto declinabile alla voce “disperazione”. Tanto che ormai il Mondiale è una formalità per la corazzata anglo-tedesca. Lo stesso Lewis Hamilton, forse con un pò di perfidia e forse con una pò di ingenuità lo ha detto: “Non mi aspettavo di essere così, a questo punto del Mondiale”.
Hamilton. Voto: 8. La superiorità della sua Mercedes era tale, e tale la pochezza degli avversari, che ha guidato vincendo con il minimo sforzo possibile. Possiamo fargliele una colpa?
Hamilton e la retorica dell’amore. Voto: plastica cromata. Mettetegli un Rosberg fra i piedi e poi ne riparliamo…
Mercedes. Voto: 12. Lavoro, lavoro, lavoro. In silenzio. Poche parole. Si risolvono i problemi della monoposto piano piano e torna la corazzata. Poi metti gli ottimi rapporti in FIA (che non guastano mai) e ciao ciao.
Bottas. Voto.: Bau. Lo ripeto: è il più grande gregario della Formula Uno (per distacco). Fedele, amorevole, protettivo, coccoloso, una pasta di scudiero tenero e puccettoso. Se serve diventa feroce (con gli avversari). Se non serve ti guarda le spalle e puoi dormire tranquillo. Cosa volere di più dalla vita?
Ricciardo. Voto: per me molto meglio di Mad Max.
Vettel. Voto: 5 (da spiegare). Un lettore mi ha fatto notare che il suo vero numero e la sua vera indole sono il 5 di Mansell. Si, probabilmente Vettel è così. E la sua indole mi piace. Non è un pilota mediocre, è un campione. Però anche lui ormai è spaesato. Purtroppo troppi, troppi errori, alcuni capitali (Germania e Monza); sullo scontro con Mad Max non riesco a farmi un’idea precisa (e forse alla fine si tratta davvero e solo di incidente di gara). Una cosa è assodata. Sebastian è un uomo squadra. Merce rara. Tolto Hamilton non credo che ci siano piloti migliori di lui. Ma ci vuole il giusto clima. Quello che fanno in Mercedes con Hamilton. E’ la scoperta dell’acqua calda direte…ma in Ferrari le cose difficili sono facili e viceversa.
Raikkonen. Voto: senza infamia e senza lode. Nel limbo, come quasi sempre gli accade da quando è tornato in rosso. Del tutto incolpevole con Mad Max.
Verstappen. Voto: Il solito bullo. E’ quel moccioso che quando c’è l’intervallo ti ruba la merendina e poi ti accusa di essere stato tu a rubargliela e che lui se l’è solo ripresa. Lasciamo perdere lo scontro con Vettel e sospendiamo per un attimo il giudizio. Con Kimi ha torto marcio. E per quel contatto voluto e cercato (della serie-chi se ne fotte se lo sbatto fuori o se vado fuori-forse contando sulla pavidità degli avversari di fronte alla sua pazzia) gli dai 5 secondi? Ma non è questo il punto. E’ che se leggi i commentatori, ed anche ex piloti, ti dicono “Ma sai che stai lottando contro Verstappen, quindi alza il piede”. Curioso…quindi abbiamo il fattore Mad Max che può andare al di là dei regolamenti. E se ti incaponisci a lottare con lui, peggio per te. Ma di che stiamo parlando? Ci sono regolamenti e norme da rispettare. Oltre al buon senso ed alla pericolosità di manovre a quelle velocità. L’ho scritto tante volte…occhio che il protetto FIA prima o poi farà qualche brutto incidente. E allora tutti a dire che è troppo pericoloso. Dopo.
Team Ferrari. Voto: mi astengo perché sarebbe come inveire e sparare sulla Croce Rossa.
Arrivabene. Voto: curiosa escalation verbale. Non siamo di primo pelo. Lo sappiamo che il TP sta spostando l’attenzione. Ma non si vedeva da tempo un capo che dava addosso così al proprio Team. Una brutta, brutta pagina. Forse per trovare un capro espiatorio (Binotto). Lo scontro feroce in Ferrari continua. Una triste telenovela. Che i tifosi e gli appassionati della Formula Uno non si meritano. Se il presidente Ferrari esiste, forse sarebbe ora di farsi sentire…
Mauro Forghieri. Voto: definitivo. Dice il vecchio saggio: “A dire il vero è da un po’ di tempo che Maurizio Arrivabene ha ripreso a parlare, da quando non c’è più Sergio Marchionne, forse senza rendersi conto di quanto abbia personalizzato la comunicazione su se stesso, invece di tacere in favore della squadra. In momenti come quello che sta attraversando il Cavallino, Arrivabene dovrebbe capire l’importanza di stare zitto, lavando i panni sporchi a casa. Certe esternazioni – molte ce le poteva risparmiare – creano divisioni interne alla squadra. Non capire il disagio che si aggiunge al disagio e cercare pubblicamente colpevoli e alibi, produce come risultato l’aumento della distanza tra i propri uomini, i quali adesso devono avere uno spirito molto basso. In una situazione del genere bisogna pensare, oltre al Mondiale andato in fumo, anche alla nuova macchina e al prossimo campionato: le cuciture necessarie e la ricostruzione presentano una connotazione tutt’altro che facile. Mi dispiace per gli uomini della Ferrari che inevitabilmente si chiederanno: adesso cosa succederà? Chi traccerà la linea da seguire ? Chi ci comanderà veramente ? Nella galassia Fca non vedo uomini con un passato di spessore nel mondo delle corse e la stessa cosa la possiamo dire per chi oggi guida la Ferrari, la cui dirigenza è composta da bravissime persone, però da qui ad avere esperienza specifica, la differenza è importante. Maranello sta vivendo un momento di tensione che Arrivabene – da solo, perché è ancora lui il capo della squadra – dovrebbe dimostrare di saper vincere. Almeno quello, altrimenti il 2019 sarà un altro anno ricco di incognite e delusioni”.
Magnussen. Voto: sinonimo di cretino (copyright di PG).
Williams e McLaren. Voto: tristezza. Fa male al cuore vedere due così grandi e blasonati Team ridotti a mediocri comparse.
P.S.: Sono passati già 11 anni dall’ultimo Mondiale Piloti, il cielo è grigio (Mercedes) ed alla Ferrari vivono tempi interessanti. Probabilmente, come è già accaduto in tanti altri periodi storici, troppo interessanti. Occhiò che sennò passano come in un baleno altri 10 anni di digiuno…