I motori si spengono. E’ tutto un fervore al contrario. Le monoposto vengono smontate ed impacchettate. Ma non solo. Avete presente i “Transformers”, il noto cartone animato e la successiva serie cinematografica con infiniti sequel? Ecco: le parti del paddock si animano e si trasformano in enormi Tir, pronti anch’essi, con l’iniziale lentezza di un pachiderma, a ricompattarsi per riprendere la loro forma originaria.
Anche questo, se ci pensate è l’ingegno umano. Creare spazi dove non ce ne sono. In Formula Uno i vari tir sono delle vere e proprie opere di ingegneria mobile. Roba da sfidare la fisica. Dentro devono avere cucine, brandine, bar, sale per conferenze, uffici, officine etc etc
A che punto è la notte?
La Ferrari (dicono) è la più veloce. Ma la Mercedes è più o meno al suo livello e, per quel che si è potuto vedere è certamente la più affidabile. Tocco ferro, ripeto il noto gesto apotropaico di ieri mattina e ricordo a me stesso che tutti i Mondiali di Formula Uno, ma soprattutto questi Mondiali, quelli del regolamento dei 4 ubriachi al bar, non si vincono senza affidabilità. Certo, è più facile dalla prestazione ottenere l’affidabilità che viceversa, ma non mi stupirebbe se qualche team avesse messo in cantiere di usare una o più PU rispetto alle tre, mettendo in conto ovviamente le draconiane sanzioni.
Le parole di Hamilton nella conferenza stampa di ieri, dove senza mezzi termini affermava che la Ferrari è davanti di mezzo secondo? A mio parere Lewis gigionegggiava abbastanza. D’altronde la scuola è quella di Toto -Troll, maestro supremo delle perculate iper-galattiche. Tenere un profilo basso è sempre una nota vincente (vero Ferrari?) e soprattutto se vinci hai creato il clima per poter dire che hai prevalso contro grandi avversari. Nobilita la tua vittoria, la fa vedere molto più sudata, come se fare una monoposto nettamente superiore alla concorrenza non fosse un valore e un merito. Il fatto è che, dopo i primi tempi abbiamo, capito il giochino di Toto (straordinario manager) e la cosa risulta abbastanza stucchevole.
Tornando alla Ferrari, resta da vedere il bicchiere mezzo pieno: monoposto che si porta facilmente al limite, con rapidi inserimenti in curva. Sembra sui binari. Non sappiamo cosa abbia fermato Vettel. A Maranello parlano, genericamente, di problema elettrico impossibile da risolvere entro la fine dei test.
Intanto, se Atene piange, Sparta non ride.
Alla Red Bull, alla fine, di chilometri ne hanno fatto davvero pochi, vuoi per affidabilità, vuoi per Gasly. E’ proverbiale l’efficienza del telaio RB. Il motore è ancora un’incognita anche se i nipponici paiono aver fatto un deciso passo in avanti.
E ora? I tir lasciano uno dietro l’altro il Montmelò. Si deve correre verso l’Australia.
Con tanti interrogativi, come sempre dopo i test. Ma le sensazioni “in rosso” non sono poi così male.