Si sono da qualche ora concluse le prime tre ore di prove libere in quel di Melbourne dove si è potuta notare una Mercedes già in buona forma, sia nelle più “fresche” libere mattutine che in quelle piuttosto calde (45°C di pista) pomeridiane. Concentrandoci sulle FP2, Hamilton e Bottas hanno infatti dominato sia le prime simulazioni di qualifica (del venerdì ovviamente) che quelle di gara infliggendo decimi inaspettati e molto importanti se si prende in considerazione solamente il distacco in sé.
I due alfieri del Team anglo tedesco hanno concluso separati di soli 48 millesimi, con il terzo posizionato, Max Verstappen, ad invece ben 8 decimi. Solo quinta posizione per la tanto attesa SF90 di Sebastian Vettel a quasi 9 decimi, più lontano Charles Leclerc, in nona posizione a oltre 1 secondo.
A guidare la F1.5 il “vecchietto” Kimi Raikkonen con una buona Alfa Racing poi le due Renault, Haas e Toro Rosso. Prime tre ore di libere non cosi positive per Mclaren, Racing Point e soprattutto Williams, relegata a ben 4 secondi dalla Mercedes W10 di Lewis Hamilton.
Partiamo dall’analisi del complicato venerdì ferrarista. Il Team italiano è arrivato in Australia senza importanti novità tecniche, se non un nuovo cofano motore per far respirare maggiormente la potente Power Unit italiana, e scendendo in pista con una configurazione aerodinamica solamente adattata al diverso livello aerodinamico del circuito semi permanente di Melbourne rispetto al Montmelo. Nelle settimane che hanno separato la fine dei test pre stagionali alla giornata odierno, i tecnici Ferrari si sono concentrati sul risolvere principalmente i problemi di affidabilità mostrati dalla SF90 in Spagna. Con esiti teoricamente positivi secondo Binotto che giustamente fa notare come però sia poi la pista a dare i verdetti reali. Il venerdì di Vettel e Leclerc era iniziato nel migliore dei modi, con una vettura ben bilanciata nelle più fresche prove mattutine tanto da riuscire a mettere pressioni al duo Mercedes.
I “problemi” son nati con l’innalzamento delle temperature ambientali e quindi della pista (10°C in più nelle PL2) che non hanno più fatto funzionare correttamente i pneumatici su entrambe le SF90. Una vettura meno performante soprattutto sull’anteriore, uno dei più importanti punti di forza della SF90 vista a Barcellona e che ha creato oggi molti problemi in inserimento a Vettel e Leclerc. Che la vettura italiana odierna non sia quella (quasi) perfetta in termini di bilanciamento vista nei test lo afferma anche Vettel: “La macchina si è comportata in modo diverso rispetto ai test. Oggi non eravamo veloci come ci sarebbe piaciuto, ma è venerdì, quindi non importa, sono sicuro che domani saremo più veloci“. Dello stesso parere anche Leclerc, apparso tutt’altro che preoccupato e ben conscio del reale potenziale della sua vettura.
Passando a Mercedes, erano sicuramente molto attesi dopo una comunque positiva seconda quattro giorni di test prestagionali. Nell’analisi di quest’ultimi, su queste pagine, si è voluto mettere in evidenza la competitività della W10 in finestra e nelle parti lente del Montmelo. Passando all’Australia, sicuramente il circuito di Melbourne va a privilegiare la frenata e la trazione in uscita di curva piuttosto che la percorrenza ad alta velocità, zone dove la SF90 faceva veramente la differenza rispetto alla W10 al Montmelo. Se a ciò associamo il caldo asfalto australiano possiamo ben capire da cosa derivano le già ottime prestazioni della W10.
Il Team anglo tedesco è arrivato in Australia con una novità all’ala anteriore (
analizzata in questo articolo) e poco altro. Nelle ultime settimane il lavoro si è concentrato principalmente nell’ottimizzare il grande pacchetto di aggiornamenti portato in pista nella seconda quattro giorni di test del Montmelo come afferma Bottas:
“La macchina oggi ha funzionato meglio che nei test. Non abbiamo tante parti di sviluppo qui ma principalmente un pacchetto più ottimizzato rispetto a quello visto a Barcellona”. Non dello stesso parere un Lewis Hamilton che però rimane sempre piuttosto abbottonato:
“La giornata odierna è stata positiva perché non abbiamo avuto problemi. L’auto si comporta in modo simile ai secondi test di Barcellona”.
Una Mercedes che è riuscita a far lavorare in modo perfetto i due compound più morbidi scelti dalla Pirelli per questo primo evento stagionale ossia la (vecchia) UltraSoft (denominata Soft qui in Australia) e la Soft (denominata Medium qui in Australia).
Questo è ben evidente sia dall’analisi delle simulazioni di qualifica che in quelle di gara. Prendendo per esempio il caso di Valtteri Bottas si può notare come la sua W10 abbia sfruttato appieno il salto di mescola che Pirelli quantifica in circa 9 decimi. Hamilton, invece, ha ottenuto il suo best lap addirittura al terzo giro lanciato mettendo insieme i due primi settori “fucsia” e non migliorandosi nell’ultimo tratto di pista. Proprio per questo se analizziamo l’ideal lap, Hamilton, poteva addirittura abbassare il proprio limite di ben 2 decimi. Sarà interessante verificare nella giornata di domani e nei prossimi eventi se questa sarà una costante o si tornerà ad una Mercedes che sfrutta al meglio i compound più duri e meno quelli più morbidi, un po il problema della passata stagione.
Concludendo su Mercedes, la W10 vista in pista oggi riprende un po una caratteristica spesso vista sulla vettura dello scorso anno, ossia un posteriore a volte un po troppo “ballerino” che però oggi non ha dato particolari problemi nella gestione degli pneumatici posteriori (viceversa la scorso anno). Addirittura dalla concorrenza, RedBull, credono che la W10 vista oggi in pista sia una macchina “troppo rigida e difficile da guidare, ok per il singolo giro ma forse non sostenibile per un intero Gran Premio”. Vedremo.
Passando a RedBull, giornata positiva per il duo Verstappen e Gasly (nessun importante problema alla PU Honda che ha perso potenza a fine FP2) che hanno portato in pista una nuova ala anteriore. Gli 8 decimi che separano l’olandese dal cinque volte campione del mondo Mercedes avrebbero potuto essere qualche decimo in meno secondo Horner: “Max ha avuto un bel po ‘di traffico nei suoi giri veloci quindi penso che avevamo un bel po’ di potenziale anche se ci sono altre modifiche da fare per rendere la vettura ancora più competitiva”.
Quello di cui sono certi in RedBull è che la velocità odierna della Ferrari non è quella reale, rimanendo convinti di essere dietro al Team italiano e da oggi anche a Mercedes secondo un Marko che durante la otto giorni di test andava spiegando come la RB15 potesse essere dietro alla SF90 ma davanti alla W10. Oggi ha cambiato idea: “Forse ci siamo sbagliati nelle valutazioni per via del passo non reale mostrato da Mercedes nei test di Barcellona”.
Analizzando i passi gara si può notare quanto detto poco sopra ossia una ottima Mercedes nella gestione gomma sul più soffice, più lente invece Ferrari e RedBull che comunque sono riuscite anch’esse a gestire in modo positivo la Soft 2019 (UltraSoft 2018). Poco indicativo il passo gara mostrato da Verstappen invece che girato con gomme medie ma con un quantitativo di carburante nettamente inferiore rispetto a Mercedes e Ferrari.
Nella simulazione della seconda parte di gara (si va verso una gara a singola sosta), sul compound Medium 2019 (Soft 2018), Ferrari più competitiva con Vettel, molto meno RedBull con Gasly.
Concludendo l’articolo, la giornata odierna ha mostrato le vetture di F1.5 ad una distanza rispetto ai tre Top Team piuttosto simile a quella dello scorso anno con una grande battaglia attesa tra i due motorizzati Ferrari, Haas e Alfa Sauber insieme a Toro Rosso e Renault.