Giunti ad un terzo di questo mondiale dopo il controverso
finale del Gran Premo del Canada, risulta curioso andare a fare qualche
confronto tra vari compagni di squadra, dato che in questa stagione ci sono
stati molti cambiamenti nelle differenti line-up.
La scuderia austriaca nel 2019 ha deciso di fare a meno delle prestazioni di Daniel Ricciardo, sostituendolo con il
giovane e promettente Pierre Gasly,
già peraltro inserito nella struttura societaria essendo proprietà del team di Milton Keynes.
Sicuramente non è facile competere con uno come Max Verstappen, ma al momento il confronto
risulta abbastanza impietoso. In effetti con la vettura che dispone il francese
spesso e volentieri non riesce nemmeno a guadagnare la top 6, obiettivo minimo
per chi ha la fortuna di guidare una RB15, ritrovandosi in alcune occasioni
addirittura dietro il team satellite Toro
Rosso.
STAGIONE FALLIMENTARE
PER IL MOMENTO
La partenza a Melbourne
è subito ad handicap visto che per un
errore di strategia della squadra Pierre
rimane fuori al Q1, non andando
oltre l’undicesimo posto in gara dopo una prestazione incolore, mentre Verstappen sorride per la conquista del
primo podio stagionale. In Bahrain,
circuito dove lo scorso anno Gasly aveva
sorpreso conquistando un grandissimo quarto posto al volante della Toro Rosso, manca di nuovo la
qualificazione in Q3 questa volta per proprio demeriti, per poi la
domenica riuscire a strappare due punticini frutto di una mesta ottava
posizione. In Cina il francese
sembra finalmente iniziare a carburare, raggiungendo la sesta posizione in
qualifica per poi confermarla il giorno dopo in gara, anche se il distacco dai
primi cinque risulta abissale.
Durante il Gran
Premio dell’Azerbayan arriva un
ritiro per noie meccaniche mentre occupava il sesto posto, stessa posizione che
confermerà nella successiva sfida in terra ispanica, mentre Max Verstappen sale per la seconda
volta stagionale sul podio. Il week-end a Montecarlo
è buono con la quinta piazza in qualifica (poi retrocesso in griglia di 3
posizioni per impeding nei confronti di Grosjean) mantenuta anche il giorno
dopo, tagliando il traguardo a soli nove secondi dal vincitore nonostante due
soste effettuate. Al buon risultato si unisce la soddisfazione del giro veloce,
frutto di un punticino iridato grazie ad una sosta nel finale.
A Montreal sembra
essere finalmente il suo fine settimana, quando a differenza del suo compagno
di squadra fregato da una bandiera rossa proprio sul gong della Q2, entra agevolmente in Q3. Malgrado l’assenza di Verstappen e della pessima sessione di Bottas, Il francese strappa solamente
la quinta posizione facendosi battere dalla Renualt di Daniel Ricciardo.
La domenica partorisce l’ennesima gara incolore della stagione non andando
oltre l’ottava piazza, dietro alle due Renault
e a Vertappen che partiva in nona
piazza, facendosi addirittura doppiare dai primi.
Dopo le prime sette gare Gasly ottiene 36 punti rispetto agli ottantotto incamerati da Max, pochi per essere alla guida di una
Red Bull. Il risultato migliore
della sua carriera resta tuttavia il quarto posto ottenuto con la Toro Rosso nel Gran Premio del Bahrain
2018. Nonostante quest’anno disponga di una vettura più prestazionale non è
riuscito a migliorare questo score. Questo la dice lunga sulle difficoltà
incontrate dal pilota francese durante l’annata in corso. Nella classifica costruttori
pensano i punti mancanti del pilota ventitreenne, visto che con un
altro rendimento la scuderia austriaca poteva essere molto più vicino al
secondo posto detenuto attualmente dalla Ferrari,
se non addirittura davanti alla squadra di Maranello.
Dov’è finito il Pierre
Gasly che tanto bene aveva fatto con la scuderia di Faenza meritandosi la
promozione in Red Bull?
Il pilota francese da la “colpa dei suoi demeriti” ad una
vettura difficile da guidare, anche se guardando risultati e prestazioni di Verstappen tutto ciò proprio non si
direbbe. Per il momento Helmut Marko
sembra difendere il ragazzo, parlando di problemi di adattamento che comunque
poco a poco sta risolvendo.
Sappiamo benissimo che l’esperto consigliere austriaco è
molto duro verso i propri piloti, senza risparmiarsi troppo nel momento delle critiche.
Malgrado le dichiarazioni di facciata probabilmente Gasly è già sotto la lente d’ingrandimento, ed una possible
“retrocessione” al team minore nel
corso di questa stagione, come accadde a Kvyat
nel 2016 dopo appena qauttro gare, non è una possibilità poi cosi remota. Voci
dal paddock al riguardo iniziano a
farsi abbastanza insistenti, anche se tutti i diretti interessati per adesso
smentiscono.
Se Pierre non
ritorna ai livelli dello scorso anno dimostrando tutto il proprio valore,
dubito che lo vedremo ancora per molto in Red
Bull…
Autore: Mattia Maestri –