Giunti oramai a poche ore dall’inizio del fine settimana
canadese, settima prova del mondiale di Formula
Uno 2019, l’attenzione è rivolta
tutta sulla Ferrari: il circuito
situato nell’isola di Notre Dame
dovrebbe favorire la SF90, visto che
le caratteristiche della pista prediligono una monoposto con carico
aerodinamico medio-basso e un’alta efficienza aerodinamica.
Sarà riscatto rosso o ennesimo monologo grigio?
Questa è la domanda che si fanno molti appassionati.
Tuttavia il Gran Premio del Canada sarà speciale soprattutto per Robert Kubica, che dopo anni tornerà a
calcare le strade che regalarono il suo primo ed unico successo della sua
carriera nella categoria regina del Motorsport.
Dalla grande paura
alla vittoria
Ritorniamo indietro nel tempo: anno 2007, il duello Ferrari-Mclaren sta per entrare nel
vivo mentre una nuvola minacciosa (Spy Story) sta per colpire tutto quanto il
mondo della Formula Uno. Kubica è alla sua prima stagione
completa dopo aver debuttato in Bmw-Sauber
nel Gp d’Ungheria dell’anno
precedente, riuscendo ad agguantare il podio già alla sua terza gara nella
splendida cornice di Monza. Al ventiseiesimo
giro del Gran Premio di Montreal, il pilota polacco perde il
controllo della sua vettura prima di arrivare alla curva 8, colpendo prima la Toro Rosso di Speed per poi scontrare violentemente il muretto interno, cappottando
più volte fino a terminare la sua corsa nella via di fuga. Si teme per la
incolumità del pilota mentre i soccorsi arrivano immediati e la competizione
viene neutralizzata con la Safety Car.
Fortunatamente dopo i primi accertamenti effettuati direttamente in pista il
pilota polacco sta bene, anche se sarà costretto a saltare il successivo GP negli Stati Uniti.
L’anno seguente, stesso posto ed animi completamente diversi,
Robert conquista la sua prima
vittoria in carriera prendendosi addirittura la leadership del mondiale piloti, alla fine di una giornata di
“ordinaria follia” che fa interamente impazzire un’intera nazione. La svolta
della gara avviene al diciannovesimo giro, con il rientro della Safety Car in seguito al ritiro di Sutil. Tutti approfittano per fare la
sosta ma quella di Hamilton (leader
della gara fino a quel momento) ritarda più del dovuto, consentendo il sorpasso
da parte Kubica e di Kimi Raikkonen.
Durante il 2008 la regola prevedeva che al rientro della Safety Car il semaforo all’uscita dei
box fosse rosso, e per questa semplice ragione Robert e Kimi si
fermarono aspettando il via libera. Il pilota inglese al contrario non se ne
accorse, arrivando lungo in freanta e centrando in pieno la Ferrari di Raikkonen, innescando un tamponamento a catena con la McLaren dell’inglese travolta dalla Williams di Rosberg. Per Kubica fu
il lasciapassare per il paradiso. Il polacco non sbagliò nulla e condusse la
propria vettura ad uno straordinario successo coronato dalla storica doppietta
del team. Nonostante le buone premesse e la spendida posizione in classica
acquisita, il polacco concluderà solamente quarto nel mondiale piloti.
Purtroppo per Robert
nell’annata successiva la Bmw-Sauber
non è competitiva come l’anno precedente, così decide di accettare l’offerta
della Renault. Malgrado dispone di
una vettura non all’altezza dei top team Kubica riesce spesso a dare fastidio ai
piloti che lottano per il mondiale, ottenendo tre podi in Australia, Monaco e Belgio dimostrando a tutti il grande
talento del quale dispone.
La seconda vita di
Robert
Era il 6 febbraio 2011 quando Kubica nell’attesa di svolgere i primi test stagionali aveva deciso
di partecipare al Rally Ronde di Andorra.
Durante una prova dell’evento ligure il polacco esce di strada impattando il guard-rail, che drammaticamente sfonda
l’auto e penetra dentro la sua vettura. Il soccorso è immediato trasportando
all’ospedale di Santa Corona di Pietra
Ligure il pilota, dove per direttissima entra in sala operatoria per
salvare il braccio destro. Fortunatamente l’intervento è positivo, anche se
l’arto del polacco godendo di una mobilità ridotta vieta per sempre il rientro
in Formula Uno al ragazzo.
Anche se la speranze di tornare a gareggiare nella massima
categoria erano prossime allo zero, Robert
non ha mai abbandonato l’idea di tornare in Formula Uno lottando per riconquistare quello che la mala sorte gli
aveva tolto. Dopo altre esperienze nella categoria dei Rally, Kubica nel 2016 da
il via a quella che sembrava una “mission impossible”. Grazie alla Renault, che gli da la possibilità di
disputare differenti test su di una monoposto degli anni precedenti, il polacco
torna a provare l’ebrezza di una monoposto di F1. Purtroppo però per Robert
non c’è spazio nel team francese, visto che la dirigenza della squadra irpina
preferisce andare sul sicuro puntando sul tedesco Nico Hulkenberg.
Kubica non getta
la spugna e nel 2017 si trasferisce in Williams
continuando a svolgere test, questa
volta alla corte del team britannico. Quando sembrava fatta per un suo ritorno
come titolare a Grove, gli vennero
preferiti i soldi del russo Sirotkin,
relegando il polacco al solo ruolo di collaudatore girando in pista durante
qualche FP1. Questo rientro sembrava
davvero “maledetto” visto che ogni volta sul più bello c’era sempre qualcosa
che interrompeva il sogno. Ma finalmente nel novembre 2018 arriva la notizia
liberatoria che fa piangere di gioia tutti gli appassionati: Robert Kubica ritorna in Formula Uno a distanza di 8 anni
dall’ultimo Gran Premio.
Sfortunatamente il reintegro del polacco nel Circus non è dei più fortunati visto la scarsa competitività della Williams. La concorrenza del talentuoso
George Russell, le evidenti
difficoltà di adattamento a queste nuove vetture, oltre all’ovvia problematiche
di rimparare a stare in pista con tutti gli altri piloti, rendono il ritorno di
Kubica molto più complicato di
quello auspicato.
Questo fine settimana arriva la “sua Montreal”, croce e
delizia della sua carriera, pista della grande paura seguita dall’enorme gioia.
Chissà che questa sua avventura non possa svoltare un’altra volta proprio da
questa gara…
Autore: Mattia Maestri –
Foto: Williams