Il GP di Francia che ci apprestiamo ad assistere questo fine settimana, non poteva capitare in un momento cosi topico del campionato di F1. A volte il destino sembra essere cosi beffardo e crudele, che noi poveri mortali non possiamo che farci travolgere dagli eventi. Abbiamo lasciato il Circus in Canada in piena bufera con un Sebastian Vettel affranto per la mancata vittoria, seduto malinconicamente nel retro paddock con alle sue spalle la gigantografia di Villeneuve. Chissà cosa avrebbe detto o fatto Gilles se la stessa cosa fosse capitata a lui.
Ebbene questa domanda riecheggia ancora più forte se pensiamo a quello che fece il campione canadese proprio nel GP di Francia di 40 anni fa. Correva l’anno 1979 e all’epoca la gara transalpina si disputava a Digione. Era un F1 d’altri tempi quella, dove le gare si risolvevano in pista tra una sportellata e l’altra, e magari con una sana e vera scazzottata e non in tribunale.In quel Gp la Renault si presentò con il potentissimo motore turbo compresso. Niente a che vedere con i turbo ibridi attuali, eppure analogie e coincidenze a distanza di esattamente 40 anni risultano incredibili. Al sabato la casa francese monopolizzò tutta la prima fila, con il mai domo Gilles a ridosso dei francesi Jaboille e Arnoux. Alla partenza il canadese brucia tutti e conduce la gara come solo lui sa fare. Purtroppo verso la fine del GP la sua Ferrari accusa problemi all’impianto frenante, e il poleman lo sorpassa anche grazie alla grande potenza del suo motore.
Mai nessuna vittoria fu messa in secondo piano tanto quanto quella di Jean-Pierre Jabouille, visto il duello più appassionato che alle sue spalle si consumò negli ultimi tre giri della gara. Il più duro e sportivo che gli annali di F1 ricordino. Arnoux sapeva bene che Gilles era in difficoltà, e come il proprio compagno di squadra voleva la posizione del ferrarista. Solo che il buon Renè “non aveva fatto i conti con l’oste” come si suol dire. Villeneuve, sebbene non avesse potuto fare nulla per contenere la prima delle due Renault, viveva per le gare e per la velocità. Proprio per questa ragione in quel momento avrebbe fatto di tutto per non far passare l’altra vettura transalpina.
Staccate al limite e ruote fumanti alla fine di ogni rettilineo, contatti evidenti tra i due mai oltre i limiti della sportività; gara allo stato puro. Tre giri con il cuore in gola per un secondo posto che poteva significare tutto e niente. In quei chilometri percorsi c’era tutta l’essenza dei due piloti, che palesemente vivevano per quello. Era il loro mestiere…il loro modo di vivere. A tal proposito riporto le parole di Renè Arnoux dopo quella fantastica battaglia: “La gente si impressiona perché non è abituata a vedere certe scene. Chi assiste alle gare di Formula 2 e 3 non si sorprende per certi sorpassi, per queste situazioni definite da brivido. Il rischio è sempre abbastanza calcolato. Quando capita qualche incidente è perché arriva un imprevisto, per un errore o perché la macchina si guasta. Le nostre vetture sono costruite apposta per andare forte, per frenare rapidamente e per tentare sorpassi al limite“.
Per la cronaca Gilles arrivò secondo…contribuendo a far crescere la sua leggenda. Le parole di Renè lette a distanza di cosi tanto tempo, fanno rabbrividire. Pensando all’attuale regolamento e le differenti modalità di giudizi, cosa sarebbe successo oggi nello “spietato tribunale ” dei social?
Vi posso garantire che rispetto a 40 anni fa le uniche differenze sono la tecnologia e la sicurezza (per fortuna), mentre lo spirito dei piloti è rimasto tuttavia lo stesso: lottare per vincere. Domenica non saremo a Digione. Ci troveremo al Paul Ricard famoso per la sua improbabile cornice di righe, le quali in realtà hanno una precisa motivazione. Tale circuito è stato spesso usato per i test, dove i fuori pista sono una prassi. Ogni colore diverso corrisponde a un grip di frenata differente. Il blu è ad alta resistenza, il rosso è a elevata resistenza di frenata.
Sarà un GP dal sapore dolce amaro… o forse anche troppo amaro visto che gli avvenimenti del GP canadese ancora bruciano. Non sarebbe male se la F1 ritrovasse un po’ di buon senso, lasciando lottare i cavalieri del rischio, nella stessa terra che ci ha offerto uno delle battaglie più epiche che il Motorsport abbia mai visto.
Buon GP di Francia.
Autore: Vito Quaranta –