La frase viene attribuita a Giovanni Giolitti, politico liberale italiano che ha segnato un’età storica, e mi è venuta quasi spontanea pensando al Canada e all’Austria. La costante di queste vicende è che alla fine, chi ci perde è sempre la Ferrari. E quella frase mi è parsa evocativa, senza necessariamente tirar fuori chissà quale complotto.
Ma la domanda è d’obbligo e non possiamo fare le verginelle: La Ferrari di Todt sarebbe stata così facilmente e velocemente sanzionata in Canada? E la Mercedes di Wolff? Sarebbe stata certa la scelta di non sanzionare Mad Max se ci fosse stata non una Ferrari rosso opaco ma una scintillante stella a tre punte?
Insomma, andiamo al solito discorso, che spesso si fa, sul peso (?) politico della Ferrari.
La scuderia di Maranello conta tanto come “immaginario collettivo”, come “sogno”, come “simbolo”, ma (a me pare) conta meno dell’elio quando in Federazione devono prendere decisioni importanti.
Si chiama peso politico, si chiama influenza. E, appunto, non facciamo i puristi: la politica fa parte della vita umana e fa ugualmente parte dello sport. Il che non significa che io avalli l’idea che si possano violare le regole perché si è “amici di” o perché “protetti”. Ma che, avendo una certa forza “contrattuale”, gli altri non potranno non tenerne conto.
Qualcuno ha giustamente ricordato una cosa importante. La Ferrari alla fine, nel caotico post-Canada, ha lanciato qualche timido segnale di risveglio politico, ma ha fatto una figura ridicola. E la FIA ha scelto il modo peggiore per sottolineare questa figura barbina. Ha irriso un Team che è la sua storia. Se quel team avesse avuto il peso politico che dovrebbe avere, la FIA avrebbe detto e scritto altre cose, pur senza cambiare idea.
E concordo con i tanti colleghi, ben più blasonati di me, che hanno affermato che se si applica il regolamento alla lettera doveva essere sanzionato Vettel e doveva essere sanzionato Max. O, se si doveva lasciare i piloti liberi di agire, bisognava non sanzionare Vettel e non sanzionare Max. Una terza scelta, come è accaduto, a me non pare sia logica e razionale.
I nostri PG e Alessandro Rana sono stati abbastanza chiari: a rigore di regolamento, la sanzione per Verstappen c’era.
Siamo sempre lì: difformità interpretativa dei commissari.
Ora, che questo regolamento sia sin troppo restrittivo è noto, e probabilmente andrebbe cambiato (non dico letteralmente bruciato perché è evidente che la cultura del motorsport non è quella degli anni settanta e ottanta, e probabilmente è un bene), ma sin quando esiste, dovrebbe essere applicato nella maniera più uniforme e coerente possibile. Non accade. Non accade. Non accade. L’unico collegio giudicante è la panacea di tutti i mali? Non lo so, ma potrebbe essere parte della soluzione oltre, appunto, come spiega benissimo Sabbatini, a ripensare proprio allo spirito del regolamento.
Tanti parlano dei tifosi ferraristi dipingendoli come piagnoni, complottisti, gente che non sa essere sportiva. Intanto le categorizzazioni sono sempre stupide, perché generalizzano. Ma se in tanti, anche non italiani e non ferraristi, qualche domanda se la pongono sulle decisioni degli steward, un dubbio a quelli lassù in alto, a quel Todt che avrebbe fatto fuoco e fiamme per difendere la squadra di cui era il comandante in capo, e che ora dovrebbe pretendere sempre valutazioni il più possibile cristalline, dovrebbe venire.
Si muore di lacci burocratici. Ma si muore anche di interpretazioni bislacche.
L’altra grande riflessione che dovremmo fare, proprio per non essere piagnoni e autolesionisti, è capire se e quando questa Ferrari potrà rivincere una gara (lasciamo perdere il Mondiale, sogno che rimandiamo a non si sa quando).
E’ come se avessimo, a Maranello, una torta in cui manca sempre qualche ingrediente.
In Ferrari non sanno più vincere, hanno ormai la fisionomia dei “perdenti”, non manca gara in cui non ci sia qualche sbavatura; e diventare vincente, da perdente, è una fatica tremenda.
Manca una forza tecnica capace di sfornare monoposto all’altezza e di svilupparle adeguatamente. E manca una figura forte che tuteli e protegga la Ferrari, un “presidente presente” che sappia ricordare e far capire quanto la Ferrari rappresenti per tutto il motorsport.
Manca dannatamente. E per ora, nonostante alcune mosse coraggiose di Binotto, a Maranello regna davvero, ancora, un grande caos.
In questo pagellone del tutto particolare, permettetemi di focalizzarmi sulla nuova generazione della Formula Uno.
Mad Max. Voto: Superbo. Manovra, secca, dura, decisa e ovviamente furba. Max è un talento. Non lo scopriamo oggi.
Leclerc. Voto: Provaci ancora e magari mettici un pochino di malizia. La vittoria arriverà, speriamo, anche se non so quante altre occasioni avremo con la SF90. Charles ha guidato e lottato meravigliosamente. Non è andata (con la furbizia di cui sopra di Max). Speriamo in altre lotte così belle. E speriamo che il giovane rampollo monegasco restituisca pan per focaccia con una piccola ruotata, leggermente “bastarda”, identica a quella di Max. Poi vediamo cosa decidono i commissari…
Gasly. Voto: Pacco? Partire meglio del compagno blasonato ed essergli davanti al primo giro. Finire doppiato dal compagno che vince la gara. Umiliante. Devastante. Secondo i normali standard RB dovrebbe essere fuori da un pezzo, con tanto di ghigliottina in pubblica piazza…
Giovinazzi. Voto: Finalmente. Il problema è che se ogni volta che va a punti gli viene tagliato un ciuffo di capelli, noi che gli auguriamo di fare tanti punti, alla fine non possiamo non augurargli di essere rasato a zero. Nuovo look in vista in pista? Vedremo
Norris. Voto: E’ forte. Il ragazzo non è solo bravo nei social, ma è davvero bello tosto anche in gara. Ne risentiremo certamente parlare.
Honda. Voto: 9. Gira che ti rigira, alla fine i giapponesi, testardi come pochi, sono riusciti a rivincere una gara. Anche se probabilmente dipende più dalla Red Bull (Voto 10). Non può che essere una cosa positiva che i loro motori tornino ad essere competitivi.
McLaren. Voto: 8. Piano piano sta risorgendo dalle sue ceneri, dopo anni orribili. Era ora.
Ferrari e le comunicazioni radio. Voto: devo dire qualcosa? Fate voi.
Vettel. Voto: 9. Davvero è un pilota bollito, fragile, etc etc, secondo la narrazione di alcune testate sportive? A me francamente è parso davvero in palla…
Mercedes. Voto: 5. Una volta che questi mostruosi mastini toppano per evidente problemi tecnici, la Ferrari non ne approfitta…Comunque possono ancora fare 20 su 21…
Hamilton. Voto: 5. Non me ne vogliano i suoi tifosi, ma spero di vederlo più spesso litigare con la sua monoposto. Ma ho l’impressione che già in Inghilterra tornerà il solito mastino…
FIA, Chat e verifica delle fonti. Voto: Stendiamo davvero un velo pietoso. Soprattutto con la figura fantozziana che il box rosso ha fatto…
Come sempre, un particolare ringraziamento a @FormulaHumor e la pagina FB le cordiali gufate di Gianfranco Mazzoni
Mariano Froldi – @MarianoFroldi
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Qualsiasi sia la scelta sul regolamento, che sia lasciare più libertà ai piloti o mantenere quello attuale, servirebbe forse solo una nota a fondo pagina che specifichi se il regolamento vada interpretato o applicato alla leggere. Un regolamento che può essere interpretato a mio parere ha bisogno sempre di stessi giudici al contrario se si continua come ora con giudici diversi ad ogni gara il regolamento deve essere seguito alla lettera e basta sia se ci si gioca la vittoria sia se la battaglia è per L ultima posizione