Amare Kimi Räikkönen significa non restare mai delusi: il pilota finlandese, classe 1979, 40 anni da compiere a metà ottobre, è un agonista, un lottatore nato, un driver in cui il fuoco della competizione continua ad ardere con la stessa intensità della gioventù.
In molti, al suo passaggio in Alfa Romeo quest’anno, pensavano ad una fase solo calante della sua carriera, un tranquillo pre pensionamento, vista l’età e lo scendere di livello, provenendo da un top team come Ferrari per approdare ad uno di metà classifica. Kimi ha felicemente smentito questa visione, dimostrando un entusiasmo ed un amore per il motorsport senza fine, una voglia di gareggiare con un gusto spiccato per la lotta in cui, vista la vicinanza delle squadre di centro griglia, si esalta dando il massimo di se stesso, ormai sacrosantamente privo della pressione di dover dimostrare il suo, già a tutti più che noto, valore.
Per l’Alfa-Sauber Räikkönen è patrimonio d’esperienza e chioccia per il nostro Giovinazzi: i suoi ampi trascorsi nella massima serie lo rendono faro assoluto per il team in termini di sviluppo e messa a punto della vettura, doti in cui fa da maestro ad Antonio che ha un’occasione unica d’apprendimento con un compagno di squadra del genere, una fortuna per un giovane di grandi speranze come lui, un valore che, se saputo assorbire, potrà contribuire (e non di poco) alla sua crescita ed affermazione nel mondo della F1.
Il GP d’Austria appena trascorso ha confermato lo spirito di lottatore del Campione del mondo 2007 sia in qualifica che in gara. Il suo gestaccio alla Heinz-Harald Frentzen, rivolto ad Hamilton il sabato in Q1 dopo essere stato danneggiato in curva 3 dal rientro in pista dell’inglese (poi giustamente penalizzato di 3 posizioni in griglia con decurtazione di un punto sulla patente), dice tutto: Kimi in pista vive ancora del gusto della battaglia, ben lontano dall’esserne sazio. L’Alfa Romeo numero 7 non solo conquisterà il Q3, ma partirà in settima posizione domenica. Proprio allo start Iceman sarà autore di uno spunto da pilota di razza, mettendo a frutto gli anni trascorsi nel Circus e l’inesauribile voglia di esserci, passando dalla settima alla quarta piazza.
Gli anni hanno portato a Kimi anche una serenità nuova a livello personale: dall’incontro e dal matrimonio con Minttu sono nati due bambini e il finlandese, attraverso i social, Instagram in particolare, ha trovato una dimensione di comunicazione inedita, da cui traspare tutto il suo equilibrio privato, un canale che dice molto di più delle parole, celebri per lo stile essenziale e scontroso, amatissimo dagli appassionati e reso indimenticabile certi suoi team radio, fra tutti il celeberrimo, direi cult, ”Leave me alone, I know what I’m doing!” pronunciato verso il suo ingegnere nel 2012 durante il GP di Abu Dhabi che gli ricordava troppo di frequente il vantaggio che la sua Lotus aveva sulla Ferrari di Alonso.
Kimi Räikkönen è, insomma, un patrimonio per la F1, un pezzo di storia che non vuol smettere d’esser attualità; un unicum che resterà inciso nell’epopea della serie regina e del motorsport tutto e che non vorremmo mai smettere di raccontare per come ne incarna ed onora lo spirito, esempio ed ispirazione per chiunque lo ami o ci si voglia avvicinare.
Autore: Elisa Rubertelli – @Nerys_
Foto: Alfa Romeo Racing – @alfaromeoracing