Formula 1

Semel in anno licet insanire

Semel in anno licet insanire. I romani la sapevano lunga e ci hanno lasciato frasi latine concise e memorabili. Una volta all’anno è lecito dare di matto, fare pazzie. Va bene che la frase, usata prima da scrittori dell’età classica (e poi da padri della Chiesa come San’Agostino), si riferiva soprattutto a feste come il Carnevale (con il corrispettivo precedente pagano dei baccanali)…ma d’altronde quello della Formula Uno non è, alla fine, un pazzo, pazzo carrozzone?

E la domenica che ci siamo lasciati alle spalle non è stata, appunto, pazza?

Inoltre, durante il Carnevale ci si maschera e i tedeschi (ma pure gli inglesi, visto che il team AMG è più albionico che crucco), che non sono noti per il gran gusto estetico, hanno mostrato delle mise quantomeno divertenti, oltre ad una livrea “ibrida” delle monoposto, per festeggiare i 125 anni della Mercedes nelle competizioni.

Ma torniamo seri, si fa per dire, al semel in anno licet insanire

Una volta ogni morte di Papa anche la perfetta macchina da guerra degli anglo-tedeschi gira a vuoto.

L’ironia somma è che sia accaduto “a casa loro” bardata a festa, con le tre punte e gli striscioni Mercedes praticamente ovunque.

Ogni tanto anche noi, poveri e frustrati ferraristi, possiamo godere delle disdette altrui. Lasciateci almeno questo…

Vorrei tornare per un attimo al mio noto aplomb molto british (siate indulgenti voi che leggete)…

La gara di domenica, comprese anche decisioni dei giudici non troppo severe, è uno dei motivi per cui non si può non amare la Formula Uno (dei motivi per cui la si “odia” spesso, ne parliamo sin troppo). Non la si può non amare perché è fatta, sì, anche di errori ed imperfezioni.

Chi di noi ama la perfezione? Che io sappia nessuno sano di mente. E sapete perché? Perché é tremendamente noiosa, la perfezione.

L’epica dello spot non è nel cingolato del carroarmato che schiaccia inesorabilmente tutto, ma nell’eroe che cade e risorge.

Avrebbe senso una storia se non accadesse qualcosa che rompe un equilibrio e se, spesso, non fosse anche una storia di formazione e crescita, attraverso prove e avversità?

L’imperfezione e il tendere a lottare per passare dalle stalle alle stelle, o dalle asperità agli astri…

è uno dei motivi, permettetemi l’iperbole, per cui vale la pena vivere.

E spesso lo sport serve per ricordarcelo.

Mad Max. Voto: 10 meno. Il meno è legato al fatto che Max ha commesso anche lui errori. Ma per il resto… ragazzi che capacità di guida! Femonenale.

Honda. Voto: 10. Sfottuti alla grande da molti, in particolare a suo tempo da Alonso, e si sono decisamente “vendicati” (vedi loro tweet), intanto hanno già all’attivo due vittorie e soprattutto le uniche due di questa stagione contro il panzer grigio.

Red Bull. Voto: 12. Inutile girarci attorno, sono i più “cazzuti”, scusate il francesismo, di tutti. Non sono stati perfetti, ma sono stati i più veloci a reagire ed a capire. Mi immagino che pressione potrebbero mettere alla Mercedes se solo fossero vicini con continuità alle prestazioni della W10. Per Toto sarebbe una bella gatta da pelare. Mica tutti sono come la Ferrari che ti fa vincere sul velluto?

Muretto Ferrari. Voto: sogno o son desto? Svegliatemi! Un Gran Premio intero in cui praticamente indovinano tutto! Mi viene il sospetto che, senza dircelo, abbiano “demansionato” il noto genio delle strategie Rueda… chissà! Male, invece, i cambi gomme. Erano uno dei punti forti della Ferrari.

Mercedes. Voto: Spiace (ironico). Semel in anno licet insanire. Amen. Nessuno, dicevo in premessa, è esente da errori. E la giornata con la tempesta perfetta capita. Per fortuna. Sennò sai che noia, che barba e che noia… E poi, vuoi mettere la goduria di rivedere in loop quel cambio gomme assurdo con le musichette ridicole che canzonano la Mercedes (vedi cosa gira sul web in queste ore…)?

Kvjat. Voto: 8. Una bella storia dentro un bel Gran Premio

Leclerc. Voto: 5. Non mi scandalizzo per il suo errore, visto che è stata la sagra degli errori quella di domenica. E, d’altronde gli errori, come credo dicesse anche Lauda, spesso insegnano più delle vittorie. E’ che, se non era giusto massacrare Vettel per il crash inglese (per me restano esponenzialmente più gravi gli errori 2018), non è giusto farlo con Carletto che, sia detto per inciso, è un talento assoluto. E su questo ormai non credo ci siano dubbi.

Vettel. Voto: 9 1/2. Il mezzo punto in meno dalla perfezione è legato al fatto che speravo nella sua vittoria (inguaribile ottimista nonostante tutto). Alessandro Arcari ci aveva scommesso… e sapete quanto costi ad un genovese scommettere. Ci è andato vicino. Per Sebastian mi piace questa immagine manzoniana: dagli altari alla polvere. Andata e ritorno.

Bottas. Voto: -1. Non vorrei infierire troppo sul povero Valtteri, anche perché mi spiacerebbe per il suo grande estimatore numero uno @FormulaHumor, tuttavia è parso davvero spento, un’ombra. Ed è un trend che, se così si può dire, si sta consolidando… Ocon-glione me lo vedo già gongolare…

Hamilton. Voto: 3. Il pentacampione è incappato in una giornata no. Appunto, semel in anno licet insanire, che è un po’ il filo rosso di questa pagellone. Monoposto che in parte non era competitiva come ci si aspettava, scelte errate ai box, ma lui che ci mette del suo con due piroette, un alettone sfasciato, e la “voglia” di non finire la gara. Che dire? Nulla, che si merita il 3 lui come se lo sono meritati Senna, Prost, Schumacher. I più grandi commettono anche loro errori. E poiché sono i più grandi, gli errori diventano macroscopici.

Ferrari di sabato. Voto: come si “percula” da sola la Ferrari nessuno saprebbe farlo meglio. Due monoposto che per problemi alla fine banali, tra l’altro diversi, non riescono a fare la Q1 e la Q3. Che dire? Che tornano i fantasmi di una terribile frase composta da tre parole, che per un ferrarista sono come la croce per Dracula: CONTROLLO DI QUALITA’ (urlo agghiacciato).

Mattia Binotto. Voto: mediocrità andante. Premesso che la cosa peggiore da fare, ora, sarebbe far saltare la sua testa (la ghigliottina, in Ferrari, comunque scatta sempre facilmente perché spesso servono capri espiatori per cambiare uno affinché cambi nulla), è giusto affermare che questa annata e questo progetto (SF90) sono figli suoi. E per ora non mantengono affatto i sogni di gloria. Vediamo cosa ci riserverà la seconda parte del Mondiale.

“Forza Seb” su mega striscione Mercedes. Voto: abbiamo bisogno di questi eroi!

Gunther Steiner. Voto: poeta. “Il meglio che i nostri piloti sono riusciti a portare in battaglia è stata una pala, per scavare una buca ancora più profonda di quella in cui siamo”. Non posso non amare (sportivamente e culturalmente) uno che pronuncia una simile frase. Dulcis in fundo: “Le gomme Pirelli sono come l’ovetto Kinder, non sai mai cosa ci trovi dentro”. Semplicemente adorabile.

Si ringraziano come sempre @FormulaHumor e la pagina FB “Le cordiali gufate di Gianfranco Mazzoni”.

P.S.: alla Pirelli stanno ammettendo che sì, forse, devono lavorare sull’estrema variabilità dei loro compound a seconda delle temperature (in ottica 2020).

Autore:Mariano Froldi – @MarianoFroldi

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Mariano Froldi