Partiamo dal presupposto che ad oggi, tra rassicurazioni ufficiali e contratti in essere, solo Sebastian Vettel sa cosa gli dice il suo cuore e il suo animo. Non è un mistero che gli ultimi 3 anni siano stati, per diversi motivi, una Via Crucis, un po’ per gli errori in pista, un po’ per la gestione del team dopo gli errori.
Il resto la fa l’enorme pressione che, inesorabilmente, cresce quando le vittorie non arrivano.
Il mio compito è quello di raccogliere notizie quando hanno una base concreta, ma anche di esprimere delle sensazioni o intuizioni. La notizia di base è che il mercato australiano sta diventando, da un paio d’anni a questa parte, estremamente interessante per Ferrari, più di quanto si pensi. Circa un anno fa, il cavallino ha deciso di intraprendere la distribuzione diretta dei propri veicoli con un piano commerciale molto spinto che sta pagando oltre le attese.
Molta ricchezza, generata rapidamente in Australia e Nuova Zelanda negli ultimi 7/8 anni, ha creato un numero considerevole di nuovi ricchi. È un mercato estremamente fertile con margini di crescita esponenziali. Non a caso, in tempi non sospetti, a Ferrari non dispiacque affatto sondare il terreno prima su Webber poi più di recente su Daniel Ricciardo, come ricorderete nel 2016.
Nulla di fatto per il primo, anche perché Alonso che sponsorizzava molto Mark nel 2012/2013 era quasi a fine ciclo. Con Vettel in trattativa la situazione rimase congelata per poi preferire posizionarsi sull’amico Raikkonen, temendo l’abbandono di Fernando nel 2014.
Ricciardo, dopo l’eccezionale biennio in Red Bull, aveva acceso l’interesse di Ferrari ma, con Seb molto saldo al timone del team di Arrivabene, la cosa è morta quasi sul nascere proprio per il veto silenzioso -direi comprensibile dal suo punto di vista- del 4 volte campione del mondo. I tempi, insomma, non erano maturi e tutto sommato l’armonia del team era talmente buona da decidere facilmente di restare così.
Oggi, a me, sembra tutto un po’ diverso. I tempi e i risultati alle spalle non sono stati tali da impedire un cambiamento. Si vede abbastanza bene come nel team Vettel abbia perso buona parte di quel potere di cui parlavamo sopra, prova concreta ne è il fatto che Kimi si trova in Alfa Romeo Racing e Charles Leclerc in Ferrari.
È oltretutto chiaro che a Maranello nessuno voglia rimanere smarrito se le cose dovessero prendere una piega strana, per cui il tedesco decidesse qualcosa di diverso dal continuare testardamente a inseguire il suo sogno in rosso. E questo, si badi bene, non perché non ami la Ferrari come prima, ma perché un pilota vuole, anzi, ha vitale bisogno di essere felice per dare il meglio.
È già successo.
Ricorderete il caso, molto diverso a prima vista, di un pilota che in fin dei conti ha sfiorato davvero e più di altri il mondiale: Massa. La carambola di errori del 2013 e la seconda carriera non vincente ma felice, finché è durata, in Williams. O di Alonso via dalla super McLaren per la scarsa Renault di quel biennio e via da Ferrari perché troppo stanchi un po’ tutti. Lo stesso Prost, a fine 91, anno sabbatico e rientro vincente. Parliamo di tutta gente che avrebbe pagato per vincere con la rossa, ma che ha voluto o dovuto mollare per ‘cause di forza maggiore’.
In Ferrari, da pilota, è una mia personale visione, si può essere felici per un lungo periodo solo quando si rimane il numero 1 indiscusso e vincente. C’è riuscito in pieno solo Schumacher che è stato un faro irripetibile del team e anche quando non vinceva non veniva mai messo in discussione. Non Alonso, in maggior misura per le vetture scarse che ha avuto e neanche Vettel, almeno finora.
È vero, d’altra parte, che Sebastian è un ragazzo molto intelligente, sa perfettamente che non si dovrebbe mai andar via dalla rossa senza un titolo. La ragione dice questo. Ma il suo animo cosa dice? È ancora felice e si sente supportato?
Da dentro riesce sempre a vedere la Ferrari, non in quanto ‘mito’, quello è indiscutibile, piuttosto come quel ‘suo’ team di F1 dove trovare una seconda casa sulle orme di Michael Schumacher, cosi come lo vedeva chiaramente quel suo primo giorno con la pioggia a Fiorano?
In tutto questo, un’altra importante variabile commerciale da tenere presente la gioca il title sponsor della Scuderia, cioè Philip Morris. A quanto si sa, sarebbe imprescindibile avere sotto contratto almeno un campione del mondo. Sarebbe, poiché è pensabile che tutto possa sempre cambiare se c’è un obiettivo comune più allettante. Su questo punto per trovare un precedente basta andare al 2007 con Massa e Kimi. Bisognerà vedere cosa succederà dato che in F1 ci sono solo due campioni del mondo in attività, oltre naturalmente a Raikkonen, con Hamilton sempre più vicino al sesto titolo.
A proposito di questo, altre domande da porsi rispetto a coloro che suggeriscono un semplice scambio anglo-tedesco: quanto costerebbe ingaggiare il campione inglese plurititolato? E quanto converrebbe alla Ferrari, sempre che sia il profilo caratteriale più giusto, affiancarlo prepotentemente a Leclerc?
Ecco che, ragionando anche sugli equilibri del team, un’alternativa pronta come quella di Daniel Ricciardo sarebbe la figura ideale, commercialmente perfetta per il mercato del nuovo mondo, super comunicativa, aggressiva al punto giusto e sportivamente eccellente visti i suoi trascorsi molto pazienti e super competitivi contro un Verstappen il quale lo considera da sempre il più tosto con cui avere a che fare insieme a Lewis.
Spostandoci su Mercedes, che non si sa se e quando rinnoverà con Bottas, sappiamo che gli servirebbe un tedesco, dopo Rosberg, per motivi commerciali. Uno dall’animo nobile per convivere con Lewis potrebbe essere per esempio Nico Hulkenberg, ultimamente un po’ mollato da Abeteboul. Il piano di Toto potrebbe quindi sfociare nell’ incastrare queste opportunità lasciando Valtteri e Ocon in Renault, con cui regnano al momento ottimi rapporti come si è visto anche prima e dopo la riunione sul caso gomme.
Red Bull? Beh sulla porta il dr Marko ha scritto ‘casa Verstappen’. Finché c’è Max risulta difficile, se non impossibile, mettergli intorno qualcuno di sgradito; a meno che non fosse proprio l’olandese a sganciarsi: ipotesi difficile, per ora, e diventata molto più complicata dopo la vittoria in Austria.
Ad oggi il mercato 2020 potrebbe rimanere del tutto congelato, ma la realtà è che poggia su una bomba dalla miccia molto sottile. Basterà una mossa per farla accendere ed esplodere.Vedremo cosa accadrà. Naturalmente, come sempre in questi casi, molto, se non tutto, dipenderà dai risultati da qui fino a Monza.
Autore: Giuliano Duchessa – @GiulyDuchessa
Foto: Ferrari – Red Bull – Mercedes