Formula 1

Formula Uno 2021: in nome del sorpasso

Formula Uno che regala sensazioni forti, lontana dai trenini che troppo spesso hanno fatto viaggiare le nostre domeniche lungo i binari della noia. Formula uno da sussulti, che provoca singulti, nello spazio di una manovra al limite. Formula Uno da duri e puri, fatta di corpo a corpo muscolosi, di sorpassi epici e grandiosi. Questo, in fondo, è quello che vogliamo tutti. Questo infatti è l’obiettivo della FIA, in vista del cambiamento regolamentare del 2021.

Ma c’è di più. Ogni cambiamento radicale delle normative apre necessariamente una serie di falle, buchi e zone d’ombra nelle quali è possibile insinuarsi agendo al limite del consentito. Come accadde, ad esempio, nel 2009 con la Brawn Gp e il suo famigerato diffusore. Da qui la necessità di creare un regolamento impossibile da trasgredire, per evitare che i tanti sforzi fatti in direzione della salvaguardia di un intento comune possano essere vanificati da furbesche intuizioni dell’ultim’ora. La Formula uno sta preparando una rivoluzione in vista del 2021 e vuole farlo senza lasciare nulla al caso, costi quello che costi.

A costo anche di tentare di infrangere le regole, per verificare in anticipo se le maglie siano abbastanza strette da non permettere neppure ad un ago, o a un mago, di infilarvisi. Ma come ottenere questo risultato in modo lecito? Presto detto. Cercando le lacune e indagando le possibili conseguenze indesiderate, tentando al tempo stesso di trovare tutte le soluzioni possibili affinché le auto risultino più veloci. In altre parole si andrebbe in direzione di una ricerca più comune tra i team, al fine di avallare migliorie che, salvaguardando un incremento della prestazione velocistica, non comportino un peggioramento in termini di scia.

In pratica la FIA e la Formula Uno si starebbero calando nei panni dei team, nel tentativo di indagare e scandagliare a priori alcune possibili soluzioni, al fine di impedire che si possano verificare sorprese, che rischino di compromettere quanto si punta ad ottenere con il cambiamento regolamentare. Una sorta di “cura omeopatica” preventiva, che impedisca la diffusione di una futura pandemia strisciante e sotterranea, la quale potrebbe culminare in una nuova anarchia ingestibile al punto da vanificare il nuovo corso intrapreso dalla Formula Uno.

In particolare, gli studi si stanno concentrando sulla riduzione dei flussi generati dalle monoposto verificando, grazie alla galleria del vento, quanto emerso dall’analisi virtuale ottenuta grazie al CFD (computational fluid dynamics) in termini di effetto scia. Lo scopo ultimo infatti è quello di fare in modo che la vettura che insegue sia sempre meno disturbata dalle turbolenze generate dall’auto che precede.

Formula uno e FIA hanno quindi lavorato alacremente e sinergicamente in termini di ricerca e sviluppo per confermare i dati ottenuti mediante CFD con i riscontri offerti dalla galleria del vento. Per farlo hanno utilizzato la galleria del vento Sauber, disponibile previa noleggio, inserendo un modello con le ultime specifiche derivate dall’iterazione, che dovrebbe risultare abbastanza fedele al progetto finale, eccezion fatta per la zona dell’ala anteriore tuttora in continua fase di studio e di evoluzione.

Pat Symonds, capo dell’Ufficio Tecnico di F1, chiarisce la metodologia di lavoro: “I test da noi condotti in galleria del vento sono leggermente diversi da quelli che potrebbero fare i team poiché, mentre loro si concentrano prevalentemente sulle forze in atto sull’auto e sulle variazioni a cui sono soggette in movimento, noi ci concentriamo maggiormente su ciò che accade all’aria turbolenta nella parte posteriore dell’auto. Per questo, nonostante la maggior parte degli studi sullo sviluppo avvenga tramite l’utilizzo del CFD, è necessario verificare la correlazioni tra le simulazioni virtuali e quella fisica.” In questo senso la galleria del vento Sauber risulta essere all’avanguardia grazie anche alla validità del sistema della simulazione del rake automatico.

Il fine ultimo sarebbe quello di perseguire una semplificazione aerodinamica che, minimizzando gli orpelli e tutti quei minuscoli dispositivi che vanno a ‘sporcare’ l’aria alla vettura che segue, aiuti a migliorare le prestazioni in scia, consentendo a chi sta dietro di avvicinarsi maggiormente grazie alla riduzione delle turbolenze. Di fatto, garantire alle auto di poter stare più vicine tra di loro, è il primo passo in direzione di uno spettacolo in pista che possa offrire un maggior numero di duelli.

Per ottimizzare i risultati di queste ricerche in galleria del vento si fa ricorso a dei modelli in scala ridotta, poiché l’utilizzo di prototipi a grandezza naturale risulterebbe oltremodo dispendioso. Sebbene tradizionalmente si utilizzino modelli ridotti al 60%, Formula Uno e FIA hanno preferito avvalersi di un prototipo in scala 1:2, che portasse la grandezza al 50%. Il vantaggio di utilizzare un modello più piccolo, spiega Symonds, risiede nella possibilità di osservare con maggiore precisione ciò che avviene nella parte posteriore dell’auto in materia di flussi. Bocciata invece l’idea di porre due auto a distanza ravvicinata per testare la scia, in quanto sarebbe necessario ridurre i modelli ulteriormente, con osservazione meno accurata delle dinamiche.

Ad oggi i riscontri tra i test CFD e le prove effettuate in galleria del vento si sono rivelati sorprendentemente positivi, poiché non hanno disatteso le aspettative delle simulazioni virtuali, confermando i dati. La parole di Nikolas Tombazis, responsabile tecnico della FIA, risultano oltremodo incoraggianti: “Fondamentalmente il CFD era corretto. Non si sono verificate sorprese. C’è una scia di interruzione del 5-10% rispetto agli attuali livelli del 50%, anche se naturalmente ciò dipende dalla configurazione esatta che si sta testando”.

La vettura inseguitrice, beneficiando di una minore perdita di carico aerodinamico, avrà la possibilità di restare più vicina alla macchina che precede, e questo offrirà maggiori opportunità di effettuare sorpassi. Una ricerca costante e minuziosa insomma, che coinvolge anche i team stessi con operazioni di raccolta dati e processi di sviluppo che comprendono anche la concessione di test aggiuntivi, nonché la condivisione delle informazioni ottenute con le squadre minori, le quali non dispongono delle risorse per portali avanti. Una collaborazione solerte e intensa capace di migrare dall’asettico universo virtuale al vivido mondo della pista. Per tornare, si spera, ad una Formula Uno più autentica ed emozionante.

Autore: Veronica Vesco – Foto: F1.com

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Veronica Vesco