Continua “l’operazione simpatia” messa in piedi da Max Verstappen. Incipit ovviamente sarcastico per introdurre l’ennesima dichiarazione poco affabile prodotta dal talento olandese che ultimamente pare avere la luna un po’ storta. O che forse ha semplicemente deciso di porre in essere una strategia comunicativa più “tosta” col fine di crearsi una scorza da duro con l’obiettivo di incutere timore reverenziale negli avversari. Dopo le parole dedicate a Lewis Hamilton che, nella visione di Max, deve il suo palmarès non a spiccate e pluri-riconosciute doti tecniche, bensì alle monoposto che ha potuto guidare in carriera, è il turno di riservare qualche “carineria” al nuovo compagno di squadra. Giusto per mettere immediatamente le cose in chiaro. Verstappen dà il “benvenuto” ad Alexander Albon. A modo suo.
La promozione del thailandese in Red Bull con la contestuale retrocessione – che sa di bocciatura – di Pierre Gasly in Toro Rosso è una notizia che ha messo un po’ di agitazione nel mondo della F1, soprattutto sul versante del mercato dei piloti. Max, dal canto suo, non poteva rimanere indifferente ad un avvicendamento che lo tocca in maniera molto diretta. Verstappen ha fatto gli onori di casa con una brevissima e annoiata dichiarazione rilasciata al quotidiano olandese “De Telegraaf: “E’ un peccato che Pierre sia andato via, ma personalmente non m’interessa chi sia il mio compagno di team. Forse la decisione è arrivata – ha continuato il ventiduenne di Hasselt – perchè la squadra vuole conquistare più punti nel mondiale costruttori“.
Da queste concise esternazioni si evince che Verstappen non aveva chissà quale rapporto con Gasly. Il francese è stato liquidato con stringate parole di circostanza dopo le quali è arrivata la bordata sul rendimento considerato evidentemente insoddisfacente. Sottolineare, infatti, che la sostituzione si è resa quasi obbligatoria per migliorare la classifica evidenzia chiaramente che chi è stato retrocesso non ha apportato il contributo necessario alla causa.
Ancora, nelle poche righe riportate poc’anzi, si legge anche un chiaro riferimento a quello che è il compito che spetta ad Albon. Vertappen non lo nomina mai. E già questo è un segnale chiaro. Ma, contestualmente, lo invita a lavorare meglio per migliorare una classifica di squadra che al momento non sta rispecchiando quelli che sono i valori in campo. Verstappen si è in pratica immedesimato alla perfezione nel ruolo di prima guida e di riferimento indiscusso in seno al team. E ha tutto il diritto di farlo considerando quali prestazioni stia sciorinando in un’annata che potrebbe essere la migliore della sua carriera.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: Red Bull