Formula 1

La confessione di Sebastian Vettel

La confessione di Sebastian Vettel

Laurearsi 4 volte campione del mondo di Formula Uno non è da tutti. Le malelingue, tante e forse troppe, descrivono Sebastian Vettel come  un ragazzo molto fortunato capace, nell’era Red Bull, di trovarsi al posto giusto nel momento giusto. Senza la vettura vincente non si alzano trofei, ma quanto questo fattore definisce il pilota? Con una vettura al top, capace di andare forte ad ogni Gran Premio, sarebbero tutti campioni del mondo? 

Non credo…

Lasciamo perdere l’introduzione volutamente polemica, lasciamo perdere meriti e demeriti di Sebastian. Lasciamo che sia lui a raccontarsi, attraverso una bella intervista rilasciata alla testata britannica Autoweek, dove Joe Saward lo mette “a nudo”, raccontando l’uomo dentro e fuori dai circuiti.

Arrivato alla quinta stagione in rosso, tutti conoscono la riservatezza del tedesco. Il ferrarista difficilmente fa riferimenti alla propria vita privata, non comparendo di fatto in nessuna rete sociale. Chi lo conosce bene descrive Vettel come un ragazzo dotato di un’estrema intelligenza, ma con i piedi ben piantati per terra. A Sebastian non serve il successo per definirsi, visto che, nella vita di tutti i giorni, sa esattamente chi è.

Sono contento di come va la mia vita. Magari altri sembrano passarsela meglio, ma per me va bene cosi. Quello che ho mi rende felice”, commenta Sebastian per poi aggiungere riferendosi alla moglie Hanna Prater:“Lei è tutta la mia vita. Anche le gare fanno parte di me, ma preferisco definirmi come il marito di Hanna e il padre dei miei figli… ecco chi sono”, commenta l’ex pilota Red Bull.

Hanna Prater e Sebastian Vettel

La competitività è da sempre parte del DNA della Formula Uno, componente fondamentale per fare la differenza in quel mondo. I piccoli equilibri, spesso capaci di ribaltare un risultato già scritto, sono gestiti a livello psicologico dai piloti. Solo i più abili riescono a cogliere energia anche dalle parole, trasformando, in molte occasioni, un semplice pensiero in un grido di guerra. In pista tutto è concesso…o quasi. Una volta chiusa la visiera, l’uomo deve sapere fare la differenza.

 “Quando siamo in pista e lottiamo l’uno contro l’altro, a volte concediamo spazio, altre no. È normale che la battaglia sia dura in macchina. Si lotta per se stessi, dobbiamo essere competitivi. Questo però non significa che una volta scesi dalla vettura dobbiamo essere stronzi. É difficile accettare che qualcuno faccia meglio di te. Apprezzo molto quando uno sconfitto guardandomi negli occhi e stringendomi la mano mi dice “ben fatto”. Io ci provo a farlo con gli altri, anche se a volte scappare via per nascondermi sarebbe l’ideale”.

Sebastian non nega di essere innamorato più dal passato che dal presente della Formula Uno. Secondo il pilota di Maranello infatti, grazie all’altissimo livello di tecnologia attuale, metterci del propio per trarre un vantaggio in pista è molto più difficile di quello che sembra.

Mi affascina molto il livello di perfezione raggiunto in FormulaUno. Spesso sento dire che guidare le vetture odierne sia molto semplice. Peccato però che mai nessuno ricorda come sia difficile fare la differenza. Vista la grande trasparenza è tutto molto complicato. Dati e immagini fanno sì che anche un piccolo vantaggio svanisca presto. Se trovi una traiettoria che ti fa andare più veloce, tempo due giri e tutti ne vengono a conoscenza. Anni fa non era cosi. Forse è anche per questo che le gare passate mi piacevano molto”.

Sebastian VettelFerrari

In ultima battuta, probabilmente per molti quella più interessante, arrivano le parole del tedesco sugli errori commessi. Sebastian, dimostrando l’onestà che da sempre lo contraddistingue, commenta i fatti senza arrampicarsi sugli specchi. Al contrario, a mio modo di pensare, lancia un messaggio cristallino. Vettel si definisce, esattamente come nella vita privata, una persona impulsiva, che spesso si lascia sopraffare dai sentimenti.

É vero…non sempre riesco ad essere paziente in gara. Quando tieni a qualcosa la passione è molto alta e vieni guidato dalle emozioni. Lo sport credo sia lo specchio della vita, con la differenza che tutti stanno lì ad osservare quello che succede. Gli alti e bassi esistono per ogni persona ma non cosi tanti in intervalli di tempi cosi ravvicinati. Se vogliamo uscire da un buco nero è importante assicurarsi che non sia cosi profondo come potrebbe sembrare”.

Le “confessioni” di Sebastian Vettel, con le quali probabilmente definisce lo stato attuale delle cose, fanno senz’altro riflettere. L’uomo è sereno, contento della propria vita. Ma il campione è turbato. Non accetta i risultati. Forse, questo contrasto dentro di lui è necessario per la persona, ma  potrebbe essere maledettamente nocivo per il pilota…

Autore: Alessandro Arcari @BerrageizF1

Foto: F1

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Zander Arcari