Dopo Monza, nella marea di critiche giustificate e meno, a Vettel, arrivano le voci fuori dal coro, e molto autorevoli, di Ross Brawn e Alain Prost. Entrambi in difesa di Vettel.
Secondo Ross Brawn, che assieme a Schumacher è stato uno degli artefici del massimo periodo d’oro della Ferrari in Formula Uno: “Vettel è chiaramente uno dei grandi del nostro sport, ma in questo momento difficile ha davvero bisogno del supporto del team per riacquistare la fiducia che al momento sembra mancare. Ciò, oltre a proseguire con lo sviluppo dell’auto, deve essere una priorità per Mattia Binotto nelle prossime settimane. Non sarà facile, ma è essenziale soprattutto in ottica 2020”.
Brawn non si sofferma tanto sull’episodio della Q3 italiana ma, come altri autorevoli commentatori, fa riferimento al 2014, annus horribilis di Sebastian Vettel, quando si trovò spesso a subire la velocità del compagno di squadra Daniel Ricciardo: “Quello che è successo in gara (a Monza ndr) è dipeso da lui soltanto. Sebastian ha commesso due errori al settimo giro, girandosi e poi colpendo Stroll e gli errori sembrano ancora peggiori alla luce della doppia vittoria di Leclerc a Spa e Monza.
È inevitabile che, non importa chi sia il pilota e indipendentemente da quanto siano buone le cose nella squadra, il tuo primo rivale sia sempre il tuo compagno di squadra.In una certa misura, Sebastian sta vivendo quello che ha provato alla Red Bull nel 2014, quando si è trovato contro Daniel Ricciardo, un giovane che mostrò un ritmo incredibile”.
Alain Prost, il “professore” quadri campione del mondo di Formula Uno, è più laconico ma non meno chiaro: “Io non so cosa farà Vettel, ma penso che lui dovrebbe restare in Ferrari e che la Ferrari dovrebbe essere contenta di ciò. Loro hanno due fantastici piloti; Vettel ha molta esperienza anche se ha fatto qualche errore”.
Come molti ricordano, Prost, nel 1991, si trovò ad avere fra le mani una Ferrari poco competitiva. Nel giro di formazione, ad Imola, su pista semibagnata si girò ed impantanò da solo, non riuscendo più a ripartire poiché fece spegnere il motore. In molti gli diedero del “bollito”. Nel 1993 il francese si fregiò del suo quarto titolo mondiale.
Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi
Foto: F1