Formula 1

Red Bull va a caccia della Ferrari

Cosa succede alla Red Bull? Dopo il GP d’Ungheria, nonostante la mancata vittoria causa inaspettata ed efficace strategia della Mercedes di Lewis Hamilton, la RB15 sembrava lanciata nell’iperspazio. Una vettura in costante progressione che, complice la conformazione di alcune piste, sembrava essersi attestata come la seconda forza del Mondiale. Poi, d’un tratto, la frenata. Un back to back post agostano avaro di punti e di soddisfazioni, con un Max Verstappen ritornato quello versione Monaco 2018, complice anche l’introduzione della quarta specifica della power unit Honda che ha costretto l’olandese – e prima il neo compagno Albon – ad accomodarsi in fondo alla griglia. Aumentando in maniera esponenziale i rischi di collisione, specie quando la prima curva dopo la partenza è la Source di Spa o la Prima Variante di Monza. Pieghe che tante vittime hanno mietuto nel corso degli anni.

A sette gare dal temine quali sono le prospettive e le ambizioni del team di Milton Keynes? La corsa verso il secondo posto nel costruttori è definitivamente spezzata? E quella di Verstappen che vede Bottas allontanarsi sensibilmente e che deve guardarsi le spalle dalla coppia ferrarista che gli fiata minacciosamente sul collo? Bisogna evitare d’esser categorici. Se diamo uno sguardo alle piste teatro delle ostilità da qua a fine anno si percepisce che il team diretto da Chris Horner conserva intatte le possibilità di ritagliarsi un posto al sole in un campionato che, all’inizio, doveva essere meno roseo di quanto finora dimostrato. E di ciò va tenuto conto in ogni analisi che si fa sulla scuderia anglo-austriaca. Nonostante la seconda guida sia peccaminosamente mancata nella prima metà di stagione, una RB così consistente non era stata preventivata da nessun osservatore. E anche in seno al team, specie considerato l’avvio balbettante, pochi credevano che già nel 2019 potessero imporsi come compagine capace di infastidire Mercedes e Ferrari a causa di una motorizzazione che presentava più incognite che certezze.

Chris Horner, team principal della Red Bull

A guardare i numeri l’obiettivo più concreto per l’ambiente Red Bull è quello di provare, con Max Verstappen, l’assalto alla seconda piazza occupata da Valtteri Bottas. 36 sono le lunghezze che dividono l’olandese e il finlandese. Un gap ampio se consideriamo la forza della W10 ma che potrebbe ridursi poichè a Milton Keynes tutti lavorano per questo obiettivo. Il neo promosso Alexander Albon è proprio chiamato a fare da scudiero e a favorire la possibilità di applicare strategie d’attacco. Finchè sulla seconda RB15 si accomodava Pierre Gasly, Max ha dovuto faticare da solo. E questo rende ancor più meritoria l’opera sin qui portata avanti. Il francese non è mai stato in grado di avvicinarsi alle prestazioni del compagno di squadra e, pertanto, non ha consentito ad Helmut Marko e soci di poter contare su una spalla nei momenti del bisogno. Ora la musica è cambiata. Albon, che ben si è comportato nelle prime due gare, permetterà, probabilmente, al team tutto di essere più concreto.

Va però sottolineato che il talento di Hasselt deve attentamente guardarsi le spalle dall’ascesa di Charles Leclerc che, in due gare, ha rosicchiato più di 40 punti. Solo tre sono le lunghezze che il monegasco deve colmare per completare l’aggancio. Ma non è il solo pericolo. Vettel, a 16 punti, cova il riscatto dopo una disastrosa Monza dove ha marcato un rumoroso zero ed ha accumulato rabbia, frustrazione e critiche. Logicamente una eventuale lotta intestina al team di Maranello potrebbe favorire Verstappen. Ma è verosimile che Binotto punti su un unico cavallo per cercare, a sua volta, di piazzare una propria pedina alle spalle di un Lewis Hamilton che si avvicina a grandi falcate al sesto mondiale della carriera.

Max Verstappen risponde alle domande dei cronisti alla vigilia del Gp di Monza

Più difficile, sempre dando uno sguardo alla classifica, è per Red Bull raggiungere la Ferrari che occupa comodamente la piazza d’onore. 85 lunghezze sono un bottino pingue che difficilmente si estinguerà. Ma attenzione, come si diceva poc’anzi, alla conformazione delle piste che i protagonisti stanno per affrontare. Tracciati che potrebbero decisamente supportare le velleità di rimonta del colosso austriaco. A partire da Singapore che è una lunga teorie di pieghe secche, che pretendono alto carico di cui la RB15 è generosa. Proprio nel sudest asiatico Verstappen potrebbe essere tra i favoriti mentre, sulla carta, la Ferrari potrebbe soffrire un nastro d’asfalto dove i rettilinei mancano quasi del tutto.

Un recupero massiccio di punti potrebbe dare lo slancio al team nella rincorsa ad una Rossa che, negli ultimi anni, è uscita spesso con le ossa rotte dalla trasferta asiatica. Quella singaporiana non è l’unica pista nelle corde della creatura di Adrian Newey. Messico e Abu Dhabi potrebbero sposarsi con le caratteristiche della RB15, Russia, Usa, Giappone e Brasile non dovrebbero far paura come Monza o Spa grazie ad una power unit Honda arrivata alla specifica 4 che fa della cavalleria il proprio punto di forza.

La Honda ha scontato, a Spa con Albon e a Monza con Verstappen, la penalità per l’introduzione del quarto motore stagionale. Da qua alla fine non ci si attendono altre evoluzioni. Nè ulteriori penalità. A patto che le PU reggano. Quindi il motorista nipponico può giocare ad armi pari, in termini di freschezza dei propri propulsori, con i concorrenti della Mercedes e della Ferrari che sono altrettanto arrivati all’ultima evoluzione prevista per la stagione.

Alex Albon fresco di passaggio al team di Milton Keynes

Le prossime due gare in calendario ci diranno se le defaillance incontro alle quali è andata la Red Bull sono state un caso o rappresentano un non preventivabile malessere più profondo. Scontate le penalità, pagato dazio per qualche contatto di troppo (Verstappen un po’ troppo aggressivo su Raikkonen alla Source) e superati i tracciati ostici, la squadra anglo-austriaca dovrebbe ritornare laddove aveva lasciato all’inizio di agosto. Ecco perchè la lotta alla spalle delle fuggitiva Mercedes è più accesa che mai. Ed è dall’esito imperscrutabile, nonostante il vantaggio corposo in entrambe le classifiche che la Ferrari ha brillantemente accumulato sfruttando quasi alla perfezione piste amiche. Maranello, a causa di un Vettel tutt’altro che perfetto, non è stata però in grado di ammazzare la corsa alla piazza d’onore. Cosa che potrebbero pagare amaramente perchè Verstappen è bramoso di riprendersi dopo due GP molto negativi. E lo stesso Albon, vittima di un regolamento penalizzante, avrà voglia di dimostrate che il grande salto nel team di punta della famiglia Mateschitz è stato più che meritato.

Autore: Diego Catalano@diegocat1977

Foto: Alessandro Arcari@berrageizf1

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  • Dubito che Honda riesca a far durare i motori spec-4 per altri 7 GP. Non so se sarà ulteriormente aggiornato, ma secondo me ne cambieranno un altro.

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Diego Catalano