Binotto ed il coraggio di tornare a vincere
Calma e sangue freddo!
Che nessun tifoso Ferrari si disperi. La fortuna è sempre dalla parte dei vincenti, e domenica ne abbiamo avuto l’ennesima prova. Sia chiaro: i vincenti sono tali perché sono i più forti e guai a dire che la Mercedes non sia ancora la squadra da battere. E’ evidente che la gara di domenica scorsa, senza il guaio occorso a Sebastian, poteva essere un bottino della casa di Maranello. E’ accaduto purtroppo che la PU del tedesco abbia ceduto proprio nel momento peggiore di tutta la gara, ossia quando le Ferrari erano già rientrate e le due frecce d’argento no. Virtual Safety Car, tempo per la sosta dimezzato e via, Mercedes davanti al superstite Leclerc e fine dei sogni di gloria.
C’è poco da fare: Mattia Binotto deve trovare il coraggio di tornare a vincere. Quello che conta, non certo vittorie di tappa (che pure loro sono importanti, per carità). Laconico Vettel poco prima di slacciare le cinture e tuffarsi dalla sua SF90 con un dolce saltello: “fan@ulo a questi ibridi, torniamo ai V12”. Per carità, non voglio pensare che serva tanto per riportare la Ferrari al vertice assoluto. Di spunti per costruire un discorso questa gara ce ne ha regalati molti. E più che sportivi, sono politici, ancora una volta.
Leclerc tira la scia a Vettel subito dopo il via e le due Ferrari si presentano alla prima curva davanti a tutti. Ma nelle posizioni sbagliate perché il tedesco, non rispettando gli ordini impartiti a tavolino nel briefing pre gara, supera il compagno prima della staccata invece che rimanergli semplicemente dietro. Inutile il richiamo dal muretto nei giri successivi: “let Charles pass by”. Sebastian risponde: “è troppo lontano, che si avvicini un po’ prima” ed intanto inanella un fucsia dopo l’altro.
Il tedesco ce l’ha nel sangue il ruolo di campione, solo che troppo spesso, negli ultimi anni, se lo è scordato…facendolo dimenticare anche a noi. Uno ad uno con il compagno e palla al centro: il “favore” della qualifica di Monza è stato restituito. Suvvia però, veramente si vuole fare polemica nei confronti di due Ferrari al comando, quasi in parata verso la quarta vittoria di fila? Non accadeva dai tempi di un certo Michael Schumacher, non so se rendo l’idea. Non è successo comunque, ma i segnali positivi ci sono tutti. E c’è pure quella sensazione che il buon Mattia stia ritrovando il coraggio di vincere.
A parte un po’ di sofferenza in trazione nel T3 in uscita dalle curve lente, questa SF90 negli ultimi quattro gran premi, su circuiti tutti molto diversi tra di loro, ha dimostrato di potersela giocare con le frecce d’argento. “Let them racing”, verrebbe da dire. “Mi piacerebbe molto avere il problema di dover gestire due piloti in prima e seconda posizione durante una gara” esclamava Binotto ad inizio campionato, quando gli si chiedeva come sarebbe potuto essere dover tenere tranquilli Sebastian e Charles.
A parte qualche “polemicuccia”, costruita più fuori che dentro il team, a dire la verità ritengo che Ferrari sia quasi un’altra squadra rispetto a quella vista in precedenza. Evidentemente è cambiato l’atteggiamento, la consapevolezza Si lavora più tranquilli. Forse c’è maggiore fiducia verso un futuro ancora tutto da scrivere, con versi fantastici che fanno rima con nuovo ciclo, doppietta e campionato vinto. Staremo a vedere: qualche buona premessa inizia sicuramente ad esserci. Ad maiora Mattia!
I vincenti sono tali perché sono i più forti, si diceva prima, giusto? Incredibile la cattiveria sportiva (detto in senso buono eh) dei tedeschi: in parata subito dopo il traguardo, a voler inviare un chiaro messaggio a Maranello. “Noi ci siamo ancora. Eccoci primo e secondo… non ve lo scordate!” sembrava quasi esclamare Toto Wolff dietro quel suo sorriso ritrovato, mentre i suoi piloti rientravano ai box uno affianco all’altro. La memoria dei ferraristi torna a Monza 2018 ed a quella parata dolorosissima, in quello che doveva essere il GP che traghettava la Ferrari e Vettel verso il titolo. Niet! Ma quella ormai è storia, è passato.
Insomma, la Ferrari è cresciuta. Mercedes è molto forte e può sempre contare sul suo Re nero. Hamilton è in grado di tirare fuori un ritmo irraggiungibile per il compagno, essendo un reale valore aggiunto nel team anglo-tedesco. Ma il GP di Sochi di domenica scorsa non mi offre solo spunti per parlare di Ferrari e Mercedes, come dicevo.
Il mercato piloti è in fermento. Ci si avvia verso fine stagione con ancora non tutti i sedili assegnati. In particolare, “il nostro” Antonio Giovinazzi non ha ancora trovato la meritata firma che, almeno per un altro, lo legherebbe al sedile della Alfa Romeo. Voglio dirlo in parole povere: ma cosa deve dimostrare ancora questo ragazzo, che dopo due anni di stop forzato, entra in F1 a pieno titolo e va a punti in più di una occasione con una vettura che non è certamente da prime posizioni?
Per carità, non che la stagione di Antonio sia stata perfetta, ma in un Circus dove un certo Grosjean viene riconfermato al fianco di Magnussen, credo che ad Antonio si possano perdonare anche gli errori che non ha ancora fatto. Forza Frederic, prendi carta e penna e fai mettere una bella “firmetta” al buon Tonio sotto la voce “rinnovo contrattuale”.
Se lo merita, non puoi negarlo!
Autore: Federico Vicalvi
Immagini: F1