FIA: nessun limite al numero massimo di Gran Premi
Business. Una parola moto conosciuta nel mondo della Formula Uno. Per incrementarlo, creando interessi comuni, la proprietà americana sta pingendo da tempo sull’aumento delle gare. Dalla prossima stagione infatti, malgrado l’abbandono del Gran Premio della Germania, entrano nel calendario 2020 due nuove realtà. Vietnam e Olanda andranno ad incrementare le tappe del già affollatissimo programma del Circus.
Le scuderie, già impegnatissime per gran parte dell’anno, non vedono di buon occhio questa soluzione. Tuttavia, malgrado i “mal di pancia” di vari team, la FIA non ritiene necessario intervenire. Al contrario, per mano del presidente della federazione internazionale Jean Todt, arrivano conferme sulla bontà dell’operato da parte di Liberty Media.
“La prossima stagione, per la prima volta nella storia della Formula Uno, avremo un campionato con 22 Gran Premi. Il titolare dei diritti commerciali sta proponendo un calendario con un numero determinato di eventi. Noi, partecipando insieme a loro, crediamo che la quantità di gare sia buona”, commenta Todt.
Incorporare un limite massimo di date durante una stagione non è tra i pieni dal francese. Per il boss della FIA il valore da tenere sott’occhio non è il numero, ma la qualità del prodotto offerto.
“No, non c’e un massimo. Non credo che la questione di un possibile limite sia giusta. La quantità di prove mondiali non è importante, mentre si lo è la qualità dei posti dove andiamo” afferma il presidente al web-magazine RaceFans.
A margine dei fatti vanno considerati gli importanti aspetti logistici della Formula Uno. Per questa ragione, cercando di combinare al meglio il calendario, sono stati abbinati diversamente alcuni back to back, favorendo il lavoro dei team. Non è su segreto che Liberty Media voglia continuare ad espandere il proprio business, portando la categoria regina del Motorsport in quanti più paesi possibili. Resta da capire però l’entità delle possibili ripercussioni che, il “circo itinerante” più grande del mondo, potrebbe soffrire con un calendario più ampio del dovuto.
Autore e foto: Alessandro Arcari – @BerrageizF1