Lewis Hamilton è reduce da un Gran Premio del Giappone un po’ avaro di punti per come, ad un certo punto, s’erano messe le cose. Stavolta ha prevalso il buon senso e lo spirito aziendalistico che hanno consentito alla Mercedes di conquistare la sesta stella consecutiva nel mondiale costruttori. Quello di Suzuka, causa tifone Hagibis, è stato un week end atipico: attività al venerdì, pausa forzata al sabato con annessa abolizione delle terze libere, e domenica intasata con le qualifiche terminate tre ore prima dello spegnimento dei semafori rossi. Un format che ha fatto discutere ma che ha anche trovato consensi. Tra gli entusiasti vi è anche il cinque volte campione del mondo che ha manifestato parole di elogio per un fine settimana di corse più compatto.
In effetti il format del Gran Premio è un altro di quei temi che Liberty Media sta affrontando per vivacizzare lo spettacolo. Tant’è che nel venerdì di Suzuka è stato formalizzato dalla FIA che l’anno prossimo, in Francia, Belgio e Russia, si sperimenterà la mini race al sabato con partenza ad ordine invertito rispetto alla classifica iridata con la finalità di stabilire la griglia della gara che, fortunatamente, non sarà investita da rivoluzione alcuna. L’argomento dell’accorciamento del week end di gara è diventato d’attualità perchè la proprietà statunitense sta decisamente infittendo il calendario. Se il numero di motori a disposizione è sempre lo stesso – e pare che aperture in tal senso non siano previste – bisogna pur tagliare qualcosa. La prima sforbiciata è stata operate sul numero totali dei giorni di test. Una seconda potrebbe essere fatta proprio in relazione ai giorni di attività nel fine settimana.
Una decisione del genere stravolgerebbe le abitudini di tifosi e addetti ai lavori, quindi sarebbe necessario avere dalla propria parte anche i piloti. Che non sempre sono coinvolti nei processi decisionali. Hamilton, che “capeggia” il fronte che auspica il cambiamento, ha sottolineato: “Abbreviare il week end del GP non è una pessima idea. E’ un format inedito e bisogna abituarsi all’idea. Bisogna adeguarsi a ritmi diversi. Solitamente – ha aggiunto il britannico – dopo le qualifiche hai il tempo per riposarti ed entrare nel mood della gara l’indomani. Correre dopo poche ore, invece, è una sfida diversa ma altrettanto stimolante“.
Hamilton si dice possibilista sull’ipotesi di non avere un formato standard per tutti gli appuntamenti in calendario e, indirettamente, si mostra favorevole alla sprint race che debutterà nel 2020: “Spero che in futuro si provino cose diverse per non avere il medesimo format nei 22 appuntamenti stagionali. Credo che si possa prevedere qualcosa di diverso dove potrebbe esserci un clima simile a quello trovato a Suzuka oppure in occasione di GP noiosi. A Montecarlo – ha chiuso Hamilton – non è divertente guidare in gara perchè si creano lunghi trenini. Magari, con un formato diverso, questo non succederebbe“. Il dado è tratto, la palla passa ai decisori che possono a questo punto contare sull’appoggio del n°1 nella classe.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: Alessandro Arcari – @berrageizf1