Formula 1

Hamilton snobba la Ferrari: con la Mercedes per continuare a vincere

Dopo un’astinenza durata tre GP, Lewis Hamilton è riuscito ad agguantare il nono successo stagionale tra i cordoli di Sochi. Una vittoria sicuramente inattesa, fortunata per certi versi, ma che racconta anche della determinazione dell’inglese che ci crede sempre e si mette in condizione di sfruttare ciò che il fato gli offre. In Belgio alita sul collo a Leclerc senza riuscire a dare la zampata decisiva; a Monza, nel tentativo di primeggiare, va lungo e cede il passo al compagno di squadra. A Singapore ottiene un deludente quarto posto a causa di una strategia sucida del muretto Mercedes perdendo la concreta possibilità di lottare per il bottino grosso. Ma, in ogni caso, Lewis è sempre stato là, sul pezzo, pronto a sfruttare la defaillance altrui. Situazione che nel Gran Premio di Russia la Virtual Safety Car gli ha offerto sul proverbiale piatto d’argento. E dopo tre passaggi a vuoto ha portato a casa il set. E probabilmente anche il match visto che, a cinque gare dal termine, mettere nella propria bisaccia la sesta corona d’alloro è poco più di una formalità.

Lewis Hamilton precede il compagno di squadra e Charles Leclerc nelle fasi finali del Gp di Russia

Dopo la gara, come al solito, i piloti hanno rilasciato le rituali dichiarazioni ai media. Il vincitore del GP, ovviamente, non si è sottratto ai taccuini e, tra le tante parole offerta alla stampa, ne ha proferito alcune che hanno fatto rumore. Il tema non è nuovo ed è relativo ad un ipotetico passaggio del britannico alla Ferrari. Uno scenario più volte postulato, immaginato e su cui si sono fatte congetture che sovente sono sfociate nel fantamercato. Il protagonista di questo tourbillon di supposizioni ha voluto in prima persona esprimersi spiegando lo stato dell’arte. E ne sono uscite parole non banali che offrono diversi spunti di riflessione che proverò a cogliere.

Al quotidiano tedescofono Blich il campione del mondo ha specificato, seraficamente, che “La Ferrari non è un’opzione“. Ma le parole più interessanti sono le seguenti: “Non ho dubbi sul fatto che potrei cambiare delle cose in meglio anche a Maranello. Ma non è un obiettivo in questo momento. Ho impiegato sei anni a rendere la Mercedes una squadra vincente, portandola al vertice. Nel team si respira amore, apprezzamento e rispetto. Non sono cose che si possono buttar via così facilmente“.

Da queste dichiarazioni si evincono due cose. In primis una chiusura pressoché totale al mondo ferrarista. Cosa che spazza via mesi – o forse anni – di analisi basate su fondamenta molto fragili. In secondo luogo, e forse è l’aspetto più interessante, è quanto Hamilton si senta parte di un progetto ritenendosene addirittura una colonna. Parole che sicuramente faranno discutere e che saranno oggetto di critiche, presumo, feroci. Ma ritengo che un (quasi) sei volte campione del mondo possa, in effetti, aiutare un team ad alzare il proprio livello prestazionale. Non solo da un punto di vista tecnico, ma soprattutto motivazionale.

Dopo il GP di Sochi, Lewis ha strigliato – senza eccessi – la squadra mettendola innanzi alle manchevolezze degli ultimi tempi. Un pilota affamato e veloce riesce a trasferire la sua attitudine alla vittoria anche all’equipe con cui opera. E’ successo con Senna, è accaduto con Schumacher, lo fa Hamilton. Ma anche sul versante della crescita tecnica è verosimile che l’anglo-caraibico abbia potuto dare un apporto alla squadra. La cosa fu confermata dallo stesso Aldo Costa come ho raccontato un in una precedente puntata di #EssereMercedes (link). Il livello prestazionale che il 44 mette in pista è lo specchio della sicurezza che sente di avere in sè: non è solo il pilota che vince grazie alla vettura; è il team che riesce a raggiungere un dato livello di performance anche perché il driver ha la capacità di indirizzare lo sviluppo della monoposto mettendola sui binari giusti. Quelli che portano al trionfo.

Lewis Hamilton sbricia nell’abitacolo della Ferrari

Ritornando a ciò che concerne la Ferrari, Hamilton ha voluto toccare un tema caldo e quanto mai attuale: quello relativo ai team order. E lo fa inizialmente con delicatezza, andando poi a gamba tesa: “Ero felice per Sebastian a Singapore, ma non parlerò mai della sua situazione in seno alla Ferrari in pubblico. Probabilmente non ha vissuto bei momenti quando, nei mesi scorsi, si è trovato un giovane così veloce accanto. La Ferrari ha sempre avuto la filosofia di puntare su un solo pilota e non credo che sia una bella cosa“.

E’ chiaro che il britannico reputi il modo di agire della Ferrari poco consono alle sue idee di gestione di un team. E se fosse proprio questo l’elemento che allontana Hamilton dalla Scuderia?Quando sono arrivato in Mercedes, nel 2013 ha dichiarato il driver di Stevenage – ho subito messo le cose in chiaro dichiarando che volevo essere il numero uno. Ma non lo pretendevo da contratto, volevo solo avere lo stesso materiale del mio compagno dimostrando di poterlo battere in pista. Sapevo che impegnandomi duramente ci sarei riuscito e così è stato. Oggi il mio pensiero è ancora questo“. Parole che segnano una drastica differenza con quanto Hamilton ritiene – o quanto meno percepisce – che accada a Maranello.

Che la Ferrari, ancora, eserciti un’attrazione magnetica sull’anglo-caraibico è un fatto acclarato. La sua storia, il fascino del marchio, l’esclusività dei prodotti stradali hanno un forte ascendente su Hamilton. Ma, nonostante questo, c’è sempre qualcosa che lo frena nei sui slanci verso la Via Emilia. La Ferrari ha uno charme unico, parliamo di uno dei marchi più prestigiosi, conosciuti e idolatrati al mondo. Ma forse Hamilton subisce la fascinazione di un qualcosa che riesce a soddisfare le sua ambizioni: l’attitudine alla vittoria che ha la Mercedes. Ferrari, se consideriamo il numero di titoli ottenuti in base alle partecipazioni, offre meno possibilità di trionfo rispetto alla Stella che, in relazione al numero di partenze, è la squadra più vincente di sempre. La Ferrari, insomma, potrebbe non essere utile a raggiungere gli obiettivi che Lewis a ben chiari in mente: diventare il pilota più vincente di sempre.

Lewis Hamilton e Nico Rosberg, Mercedes AMG

A bordo di una Mercedes sono arrivati quattro quattro titoli, un quinto è solo da formalizzare. Una striscia interrotta solo nel 2016, in un’annata in cui, a ben vedere, Rosberg ha portato a casa l’iride vincendo meno e godendo di una generale maggiore affidabilità della sua W07. Hamilton è ormai parte integrante della storia di Stoccarda. Ha sempre corso su vetture equipaggiate con un motore della Stella a Tre Punte. E’ un’autentica icona per l’azienda automobilistica tedesca e l’idea che il suo nome possa essere legato a vita a quel brand potrebbe stuzzicarlo. Hamilton è, in definitiva, un perfetto uomo immagine per Mercedes. Potrebbe non esserlo per Ferrari che, da sola, coprirebbe il personaggio che Lewis si è costruito in questi tredici anni di Formula Uno. Ecco perchè potrebbe continuare il legame col team anglo-tedesco. Poi, se proprio vogliamo andare a fondo delle cose, bisogna capire se la Ferrari sia veramente interessata ad un pilota che, al di là della sua velocità, è comunque avviato verso il finale della carriera.

Le parole di Lewis Hamilton non saranno probabilmente accolte con gioia tra i sostenitori della Rossa. E la cosa accadrà non tanto perchè si toglie dal mercato, ma poichè queste dichiarazioni sembrano in qualche modo indirizzate a snobbare una squadra che è essa stessa la Formula Uno. Ma il punto di vista del trentatreenne è comprensibile: un passaggio sotto le insegne di Maranello, in questo momento, sarebbe un sorta di salto nel buio, per due ragioni: in primo luogo non avrebbe la garanzia di avere tra le mani una monoposto vincente: troppo altalenanti le prestazioni delle ultime creazioni della Ferrari. In secondo luogo – ed è forse questa la motivazione cardinale – Hamilton dovrebbe confrontarsi con un pilota, Charles Leclerc, giovane ed in rampa di lancio. Un driver sul quale tutta l’equipe rossa sembra aver puntato per il futuro prossimo. Insomma, Lewis, non vorrebbe ritrovarsi nei panni di Sebastian Vettel.

Autore: Diego Catalano@diegocat1977

Foto: Mercedes, Ferrari

Vedi commenti

  • Innanzitutto ti ringrazio per aver apprezzato il pezzo. Convengo, per tutta una serie di ragioni l'ingaggio di Lewis non avrebbe senso per la Ferrari. Leclerc è presente e futuro del team e credo che Binotto & Co lo sappiano benissimo. Vettel, dal 2021, ritengo verrà sostituito con un pilota affidabile ma non di primissimi piano. Insomma, una sorta di Bottas.

  • Diego, credo che Hamilton abbia ben capito che in Ferrari posto non ce n’è. Anche si liberasse il sedile di Vettel tra un anno, ha capito che Leclerc è già una certezza per la Ferrari. Siccome è una persona intelligente, ai giornalisti dà risposte sensate, tutte condivisibili, ma il punto non è quello e lui lo sa. Gli resterà certamente il rammarico di non aver mai vinto in Ferrari... ma non è un di meno, è comunque il miglior pilota degli ultimi 20 anni.
    Un abbraccio!
    Fabio

    • Hamilton è un furbacchione e sa come usare i media. Sa benissimo che in Ferrari ora è tutto chiuso e non avrebbe la minima possibilità di approdarvi. Credo che in passato ci sia stato qualche abboccamento ma la Ferrari non era abbastanza competitiva per attirare Lewis. Il rapporto tra le parti mi ricorda un po' quello di Senna: reciproco interesse che non si è mai formalizzato perchè alcune cose non si potevano incastrare con la giusta tempistica.
      PS. Grazie per il feedback.

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Pubblicato da
Diego Catalano