Jock Clear e Luigi Fraboni puntano sulla vittoria Ferrari…
Lo abbiamo detto e ripetuto in tutte le salse. La particolare ubicazione del circuito Hermanos Rodriguez, a 2285 metri sopra il livello del mare, condiziona non poco le vetture di Formula Uno. La spinta verticale, prodotta dalle ali della vettura si riduce del 20-25%. Infatti, malgrado le monoposto presentino un assetto stile Montecarlo, riescono a raggiungere velocità di punta eccezionali godendo, nel contempo, di una downforce minore nei settori più lenti (click qui per saperne di più).
Proprio per questa ragione, la sfida nel week-end messicano è quella di trovare il giusto compromesso per far funzionare al meglio la macchina. Sotto questo aspetto, Jock Clear, ingegnere di pista della Ferrari, rivela “i trucchi del mestiere”. Piccoli accorgimenti per far si che tutto funzioni. Secondo l’inglese, riportando le parole ascoltate in un colloquio confidenziale, le varie scuderie corrono in Messico con un carico aerodinamico non del tutto appropriato. Questo perché le caratteristiche della pista, che prevedono curve lente e lunghi rettilinei, obbligherebbero a costruire un “pacchetto aero” specifico. Ovviamente, a livello economico non ne varrebbe la pena.
Il direttore operativo del reparto motoristico di Maranello, Luigi Fraboni, in una chiacchierata informale con alcuni giornalisti del posto raccontava grandi difficoltà a livello meccanico. L’italiano spiegava le problematiche legate alla strategia da utilizzare, per cercare di il giusto compromesso tra affidabilità, perdita di prestazioni, e l’ “audacia” delle soluzioni per recuperare performance. Insomma… entrambi gli uomini Ferrari concordavano nel descrivere un fine settima “pieno di preoccupazioni”. I differenti grattacapi, quali: degradazione degli pneumatici, raffreddamento delle parti meccaniche e difficoltà nell’incontrare il giusto set up della vettura, rendono il Gran Premio del Messico una delle sfide più importanti della stagione.
Dando un’occhiata alla gara, le “inquietudini” che affliggono le menti degli ingegneri ferraristi non sono certo da meno. La facilità con la quale si creano i “corpo a corpo” lungo i rettilinei del circuito, grazie all’utilizzo del DRS, è un fattore moto importante da tenere in conto, secondo Fraboni: “Sappiamo che un volta aperta l’ala posteriore delle nostre vetture possiamo godere di un grande vantaggio”. Sotto questo profilo, la notevole potenza del propulsore italiano potrà garantire senza dubbio un plus. Effettivamente, pensando all’impossibilità di Hamilton nell’effettuare il sorpasso su Vettel, nonostante le gomme fresche e l’utilizzo dell’ala mobile, non possiamo dare torto all’italiano. In ultima battuta, Jock Clear dimostra la voglia di vincere del team italiano convinto, come confermano le ultime gare, di disporre della vettura da battere: “Abbiamo vinto a Monza, pista da basso carico, per poi ripeterci a Singapore, circuito da altissimo carico…”
Insomma, come si suol dire, a buon intenditore poche parole…
Autore: Alessandro Arcari – @berrageizf1
Foto: Ferrari