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Mercedes scopre il segreto del motore Ferrari: ecco i retroscena…

Mercedes scopre il segreto del motore Ferrari: ecco i retroscena…

Forse è la volta buona. Il motore Ferrari, chiacchieratissimo negli ultimi due mesi, è stato smascherato. Addirittura? Eh… Pare di sì. Almeno questo è quello che ci racconta Toto Wolff. Noi di FUnoAT, in tempi non sospetti, avevamo detto la nostra (dai un’occhiata qui). Pare, in tutta segretezza, che il reparto motori a Brixworth sia in fermento. Obbiettivo? Copiare, per la stagione 2020, lo stesso sistema utilizzato dal propulsore italiano. Ah! bene, è un berragazzo? – Chi, Toto? – Ma no… il motore! – Dici? Assolutamente si – Stravedi per il motore Ferrari? – Eh beh… è un campione. Si. Lo riconosco. Sto cambiando farmaci. È un problema che mi porto dietro da 20 anni. Quand’ero piccolo i miei genitori hanno cambiato casa parecchie volte, ma io sono sempre riuscito a trovarli. Tengo duro insomma.

Dicevamo… Wolff, ospite al programma Ted Kravitz’s Notebook di Sky Sports F1, parla del futuro. L’egemonia delle frecce d’argento non conosce limiti. Nelle stagioni disputate nell’era moderna, i tedeschi hanno fatto incetta di titoli. In 10 stagioni sono ben sei i titoli Costruttori consecutivi. 91 le vittorie, 101 le pole position. In “solo” 195 Gp disputati. Tanto per farsi un’idea della situazione, ecco i numeri Ferrari ottenuti in 70 stagioni: 238 vittorie, 228 pole position, con 16 campionati Costruttori all’attivo.  Madonna benedetta dell’incoroneta! (cit. Pasquale Zagaria). Ci stava no?

il ghigno di Torger Christian Wolff, Toto per gli amici…

Sorriso da simpatica canaglia, ciuffo stile Fry (non Pat, ma il protagonista di Futurama) e risposta sempre pronta. Questo il biglietto da visita dell’austriaco. Torger Christian, apostrofato intimamente dalla moglie “Big Torgy”(ognuno tragga la propria conclusione sul perché… ), svela i piani futuri della scuderia di Brackley. Gli studi, per avvalersi dell’archibugio della Rossa capace di far volare la SF90 nei rettilinei, sono in atto. La volontà, pensando alla prossima stagione, è quella di presentarsi ai “test mozzati” di Barcellona, con le stesse “abilità” motoristiche. I tecnici di Brixworth hanno scoperto “l’illegalità illimitatamente illimitata” della Ferrari. La FIA ancora non ci ha capito una mazza, ma poco importa. Tanto se anche Mercedes lo fa, poi diventa regolare a prescindere.

Fin qui tutto assolutamente vero. Quello che fa riflettere però, sono i retroscena della vicenda. Particolari direi. Dopo il Gran Premio del Giappone, Mattia era ovviamente deluso. Malgrado l’ennesima prima fila tutta Rossa, ancora una volta vincono gli altri. Il destino, però, a volte è strano. Durante la notte tra domenica e lunedì, in attesa del volo per tornare a Maranello, Binotto esce a cena. Questa volta da solo. Alla base della decisione la necessità di svagare i pensieri. Il sushi bar, nel quartiere a luci, ovviamente ROSSE, di Nagoya, è molto rinomato. Mattia arriva in taxi, scende e sale al 24esimo piano del grattacielo Bridgestone. Il colpo d’occhio è notevole. Si siede. Ordina. Nell’attesa ecco un Japanese Slipper, drink fresco e fruttato a base di Midori, famoso liquore al melone locale.

Japanese Slipper, tipico aperitivo giapponese

Gustandone le sfumature, l’attenzione dello svizzero viene repentinamente catturata. Un uomo, alto e con fare disinvolto, si avvicina. Il tecnico italiano, senza i fedeli occhiali alla Harry Potter dimenticati in Hotel, tentenna nel riconoscerlo. Poi, il tono deciso dell’individuo rompe gli indugi. “Buonazera Mattia. Che piazere vederti qvi!”. Il resto è storia. Magari un giorno ve la racconto. Adesso, non posso svelare tutto. Solo una cosa è certa.

L’hangover di Toto ha dato i suoi frutti. Mattia, dopo 3 bottiglie di Brunello e un litro di Sake al parmigiano (dicono che ne sia ghiotto), vuota il sacco. I segreti del motore Ferrari sono fottuti. E pensare che Mattia, approfittando della situazione informale, voleva subdolamente intingere nel carniere dell’austriaco, corrompendolo con i fumi dell’alcool. Ma Big Torgy è uno tosto, scafato. Con un pit stop in più al bagno è rimasto più lucido, ribaltando la situazione. Alla luce degli avvenimenti risulta ovvio come l’ennesima strategia Ferrari non abbia funzionato. L’anno prossimo non ci sarà più l’importante vantaggio motoristico. Pazienza. Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, il lato positivo c’è. Eccome.

Immaginate se con Mattia ci fosse stato pure Rueda

Autore: Alessandro Arcari @BerrageizF1

foto: Mercedes

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Zander Arcari